ricorrenzae per due Poeti celebri armeni
segnalo le poesie di due amatissimi poeti armeni; Daniel Varujan (martire del genocdio) e Paruyr Sevak (cinquantenario della morte )..dal sito di un blogger italiano!
http://bertop.splinder.com/post/14632386/due-poeti-armeni
Due poeti armeni
Continuiamo la piccola rassegna di poeti europei meritevoli di maggior visibilità con due poeti armeni.
Daniel Varujian (1884 - 1915) nacque a Perknik in Anatolia; Studiò a Venezia e a Gand, per stabilirsi poi a Costantinopoli, dove pubblico raccolte poetiche che lo resero celbere. Fu brutalmente trucidato, insieme ad altri intellettuali armeni, nell'estate del 1915.
Cogli, sorella, questi papaveri nel recinto -
sanguinanti come cuori innamorati.
Nelle loro coppe di cristallo
berremo l'onda del sole.
Tanto divampano di fiamme
che il loro incendio brucia i campi sterminati.
Nelle loro coppe di fuoco
berremo le scintille delle stelle.
Cogli, sorella, come la quaglia nascosta
tra i grani che dolcemente vezzeggiano.
nelle loro coppe scarlatte
berremo il sangue dei solchi.
Chini sui nidi delle allodole
fluttuano come grappoli di raggi rossi.
nelle loro coppe rubino
berremo la promessa della Primavera.
Cogli, sorella, non i papaveri, ma la fiamma;
avvolgi del loro incendio il tuo grembiule verginale.
Nelle loro coppe delicate
berremo i fuochi di giugno.
Fiori sbocciati come le tue tenere labbra,
conversano con il grano vibrante.
nelle loro coppe purpuree
berremo il mistero delle spighe.
Coglili, sorella, perché di essi c' incoroneremo
per la gioiosa festa di domani, al villaggio.
E in queste coppe, danzando,
berremo il vino dell' amore.
Paruyr Sevak (1924 - 1971) nacque a Sovetashen (oggi Zangakatun) in Armenia. Studiò all'Università di Yerevan e all'Istituto Letterario Gorkij di Mosca. Fu molto critico verso la corruzione dell'establishment sovietico e per questo motivo si sospetta che la sua morte, apparentemente accidentale a causa di un incidente automobilistico, sia stata invece opera del KGB.
Ecco il mio paese dal dolce nome,
il mio paese dal nome solenne,
il mio paese tormentato,
la mia gloria.
Tra i vecchi, tu hai i capelli bianchi,
tra i giovani, sei nuova e vigorosa.
Tu, vite sorretta da sostegni,
i tuoi dolori sono l' acqua, e tu la sabbia.
Tu, pioppo dalle fitte foglie,
tu, olivo selvatico disteso sopra il ruscello.
Tu, fortezza e castello semidiroccato,
foglio manoscritto di pergamena.
Tu, chiesa in rovina di Zvartnotz,
"Albero di albicocche" di Komitas.
Tu, mulino nella valle profonda,
tu, cantilena dolcemente modulata,
bagliore di vomere d' argento.
Tu, freccia, arco. rozza lancia,
tu, fumo del focolare dei padri,
tu, poema orale, tu "folle di Sasun"...
Mia gloria,
mio paese tormentato,
mio paese dal nome solenne,
mio paese dal dolce nome.
Tu, deposito di frutta,
cantina di vino dai tralci dorati.
Tu, pesca vellutata, tu, pane spumeggiante appena cotto,
uva dagli occhi neri di Artashat.
Tu, onda ribollente di Sevan,
colonna e capitello di Yerevan.
Tu, porto, faro che chiama a sé,
tu, stella e sigillo armeno.
testimone parlante della strage,
e occhi limpidi di pianto estinto,
severa corte di giustizia,
fodero di sopada,
libro d' amore,
sempre antica e nuova, terra mia d' Armenia.
Seta Martayan