26 Gennaio 2013 Festa Nazionale
Surp Sarkis-Aram Asatryan
http://www.youtube.com/watch?v=chw8sAKOM5k
Quaresima ( Metz Bahk) e la Festa di Surp Sarkis
Festa Nazionale della Repubblica d’Armenia che si celebrano nelle Chiese Armene Apostoliche ; a Milano e a Roma e ovunque ;
Valore della quaresima “Sacramento”. Da quanto si è detto, possiamo intendere in quale senso la quaresima è chiamata “Sacramento” nei testi liturgici. La Chiesa vive questo tempo di quaranta giorni come azione strutturata in gesti e parole il cui significato è dato dalla parola di Dio e dalla presenza operante di Cristo. Tutta l’azione sacra compiuta dalla comunità cristiana, riunita in assemblea liturgica, è “Sacramento”, cioè segno espressivo di quella realtà sacra, operata da Dio in rapporto e in continuazione degli eventi salvifici culminati in Cristo. La quaresima nel suo insieme di parola che annuncia gli eventi della salvezza, riti e pratiche ascetiche, è un grande segno sacramentale, mediante il quale la Chiesa partecipa nella fede-conversione al mistero di Cristo che per noi fa l’esperienza del deserto, digiuna, è vittorioso della tentazione, scegliendo la via del messianismo del servo umile e sofferente fino alla croce. La quaresima, di conseguenza, ha un carattere cristico-sacramentale-ecclesiale perché è celebrazione liturgica e, come tale, è azione di Cristo e della Chiesa sua sposa. (diz. S. Paolo p.1581).“Quando poi digiunate, non prendete un’aria malinconica, come gli ipocriti, i quali sfigurano la loro faccia, per mostrare alla gente che digiunano. In verità vi dico che hanno già ricevuto la loro ricompensa. Ma tu, quando digiuni, profumati il capo e lavati la faccia, per non mostrare agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo, che è nel segreto; il tuo Padre, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.” Matteo, 6 (16-18).Digiunare è una grazia e un ornamento di vita, che ti avvicina a Dio e a tutti Santi. Dio come Maestro ha comandato al primo uomo, che era ancora in Paradiso, di digiunare , “Tu puoi mangiare liberamente di ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare.” Genesi 2 (16-17).Affinché l’uomo mettesse in pratica le parole di Dio è stato messo all’altezza degli angeli, ma quando il primo uomo è stato ingannato da Satana e non ha digiunato, è stato denudato della grazia e della luce, è stato cacciato dal paradiso, è stato maledetto e condannato alla morte. Si racconta nel Vangelo, che Cristo prima di compiere la sua missione sulla terra, si è ritirato per quaranta giorni nel deserto per digiunare e pregare. “Non di solo pane vivrà l’uomo” Luca, 4 (4). Più tardi gli apostoli hanno stabilito il digiuno per i fedeli. Al Concilio di Nicea nel 325, seguendo l’esempio di Gesù, sono stati fissati i parametri di digiuno, Quaresima, di 40 giorni. Gli armeni la chiamano “Il Grande Digiuno”, Metz Bahk.Nella chiesa dei primi tempi, per essere battezzati come cristiani, si dovevano prima compiere il periodo di 40 giorni di digiuno e la penitenza.Nella chiesa armena, circa meta dell’anno è dedicato al digiuno. In quei giorni rinunciamo a mangiare quello che deriva dall’animale. Ci nutriamo solo di vegetali. Digiunare non significa solo non mangiare oppure evitare certi cibi, ma rinunciare anche ai divertimenti e ai piaceri. E’ il momento di contemplazione, di introspezione, di carità, di pentimento e di penitenza. Sono giorni per liberarsi dai peccati e per purificare le anime, per poter ancora di più approfondire la nostra fede e rivalorizzare la nostra vita con Cristo.Si digiuna per glorificare Dio e non per piaceri personali. Il digiuno del corpo è bello quando l’anima è priva di peccati.L’uomo è fatto di carne e anima. Il cibo nutre il corpo mentre il digiuno nutre l’anima. L’anima dell’uomo durante il digiuno deve essere arricchita con gli inni, con le melodie, con i canti, con la lettura dei Vangeli e con la preghiera.Il digiuno deve essere accompagnato con la preghiera, che ci conduce verso la Verità Evangelica, verso La Fede e verso DIO. Chiesa Apostolica Armena d’Italia
ARMENIA- Domani la Chiesa Armena celebra con particolare fervore la Festa di Surp Sarkis*Il Condottiero...........di Seta Martayan
San Sarkis fu un celebre condottiero di Cappadocia del IV secolo. Per la sua vita devota, Dio lo adornò con le grazie dello Spirito Santo e ascoltò le sue preghiere. Il Santo era forte, intelligente e Dio gli concedeva vittorie sui campi di battaglia. Divenne così un grande condottiero, arrivando persino al grado di stratega e comandante delle truppe. Nonostante tutto San Sarkis non era ambizioso e materialista, ma umile e spirituale: girava nelle provincie sotto il suo dominio predicando il Vangelo e cercando di allontanare la gente dall’idolatria. Distruggeva i templi pagani costruendo chiese. Aiutava i bisognosi e i derelitti.
Nel 361 l’imperatore romano Giuliano l’Apostata cominciò a perseguitare i cristiani e le loro chiese. San Sarkis assistendo alle opere malvagi dell’imperatore pregava Dio chiedendo il suo aiuto. Ed ecco che Dio apparve a lui e gli consigliò di partire per una terra lontana dove sarebbe avvenuto il suo martirio. Lo stesso giorno egli venne a sapere che l’imperatore Giuliano con un grande esercito era andato a combattere i persiani. Per San Sarkis era l’ora di lasciare i suoi beni e la mansione di stratega, consegnando se stesso alla volontà del suo Signore; con il figlio Mardiros prese la via della Persia. Per un breve tempo si fermarono in Armenia e poi continuarono il loro cammino verso la Persia, dove il re Shabuh conferì a lui il grado di comandante di alcune sue truppe militari.
Ovunque Dio era con lui e gli concedeva delle vittorie, ed egli continuava la sua vita spirituale di sempre convincendo molti dei suoi soldati a convertirsi al cristianesimo. Le malelingue riferirono al re che San Sarkis lo tradiva con la sua devozione per Cristo. Sempre obbedienti agli ordini del re, San Sarkis e suo figlio gli si presentarono davanti in occasione di una festa pagana. L’astuto re Shabuh gli ordinò di fare dei sacrifici e di pregare davanti agli idoli, ma Sarkis sostenuto da Dio rifiutò con fermezza la proposta del re, dicendo che lui adorava solo l’unico vero Dio, il creatore.
Shabuh insistette ma il santo rimase saldo. Il re ordinò quindi di incatenare Sarkis e trascinarlo per le strade. In seguito fu portato davanti agli idoli affinché lui li adorasse e li pregasse. Il santo dal profondo del suo cuore pregò Dio chiedendo il suo aiuto, fece il segno della croce, e poi con le catene ai polsi colpì gli idoli e li distrusse. Gli idolatri inferociti assalirono San Sarkis e suo figlio. Il figlio venne ucciso. Con questo atto viene confermato il nome del figlio Mardiros, che significa “Testimone”, perche con il suo sangue testimoniò il nome di Gesù. San Sarkis fu invece incatenato e portato in prigione, dove ancora gli apparve Cristo con il suo esercito divino di angeli. Qui in un bagliore di luce chiara si spezzarono le catene del santo.
A questa visione risplendente, una grande folla di gente attorniò la prigione, e osservò il santo libero dalle catene, in piedi che pregava il suo Signore. La folla meravigliata glorificò il suo adorato Dio. Il Re ordinò di portare San Sarkis fuori dalla città e di ucciderlo. Quando arrivarono al patibolo il beato cominciò a pregare:
“ O Dio eterno, mi hai concesso di morire per il tuo santo nome, perdonami, accogli la mia anima nel rifugio dei giusti, ed esaudisci le preghiere fatte a nome mio.”
In quel momento dal cielo scese un angelo con in mano una corona di luce, infuse coraggio a Sarkis e gli disse che Dio avrebbe esaudito le sue invocazioni. Gli uomini vedendo l’angelo, cominciarono a glorificare Dio.
Il boia con la spada decapitò il Santo e in quel preciso momento una luce dal cielo si posò sul corpo e si udì una voce che lo invitava a salire in cielo.
Il martirio di San Sarkis avvenne nel 363. Secondo la leggenda il santo Mesrop in seguito trasportò il corpo del Santo a Karbi ( Ashtarak) in Armenia e costruì una chiesa a suo nome.
Secondo la tradizione popolare, il venerdì precedente all’onomastico di Sarkis, di sera, i giovani mangiano delle focacce molto salate, sperando che nei loro sogni appaiano i futuri compagni di vita e che offrano loro una tazza d’acqua. La tradizione della focaccia non ha nessun nesso con la dottrina della chiesa. E’ semplicemente una tradizione popolare.
Mangiare molto salato causa nel corpo umano delle alterazioni, che creano delle allucinazioni visive, non reali e che non sono neppure considerate la volontà di Dio.
Qui è importante la preghiera rivolta a Dio con l’intercessione del Santo Sarkis, che veramente potrà esaudire i desideri dei giovani mostrando loro i futuri compagni di vita. Da qualche anno Karekin II ha dichiarato la festa di San Sarkis festa della benedizione dei giovani. Quel giorno i fedeli vanno in chiesa, pregano e chiedono la mediazione del Santo. Invece i giovani ricevono dal parroco una benedizione speciale
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Salty cookies for the sweethearts: Armenian youth welcome St. Sarkis holiday tonight
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By Lilit Arakelyan
ArmeniaNow intern
The Feast of Saint Sarkis the Capitan, which is one of the most beloved holidays among the youth and sweethearts, is celebrated on February 4 this year. Traditionally the day before the feast young people eat salty cookies and await the appearance of their future bride or bridegroom in their dream giving them water to go with the salty treat.
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“On the night preceding the feast of Saint Sarkis, young women place a tray full of gruel before the door believing that while passing near their door at dawn Saint Sarkis will leave his footprint on the gruel symbolizing the fulfillment of their dreams. And as for salty cookies, they started guessing what the glass by which their future spouses gave them water looked like and how much water it contained,” says Hamlet Petrosyan, Head of the Department of Cultural Studies at Yerevan State University.
In paintings Saint Sarkis is depicted on a white horse, with a spear in his hand and wearing a waving cape, which is the symbol of his being in a hurry to help and intercede for sweetheart couples. This is a feast which symbolizes the belief in happiness for many single young adults.
“The most important thing is to ask for Saint Sarkis’ intercession and to pray with a conscious faith, and not simply to eat a salt cake,” says Clergyman of Holy Trinity Church in Yerevan Ter Yesayi Artenyan, who speaks about religious and ethnographic meaning of the Saint Sarkis holiday. “The spiritual idea of the holiday is to teach young people that love is an emotional state, which needs devotion, self-sacrifice and it gives happiness in return.”
Unprecedented festive events will be held in “Lovers’ Park” in Yerevan on February 4 to celebrate the most favorite holiday among youngsters, and all churches bearing the name of Saint Sarkis will serve a Divine Liturgy and hold a ceremony of blessing of the youth.
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V.V