24 Ap 2014
Il giorno della memoria
-ll 24 aprile è rito di memoria. Memoria dolorosa che incita al raccoglimento, alla riflessione privata e pubblica sulle pagine di una storia terribile, del secolo dei genocidi, che si è aperto con il sacrificio degli armeni.
Un sacrificio a lungo negato, coperto, che ha comportato anni di lavoro per squarciare il buio in cui sono stati avvolti i giorni del grande male, il tentativo di far sparire il seme, la presenza degli armeni e della loro cultura.
L'obbligo della memoria deriva anche dall’emulazione a ripetere il genocidio, come effetto catastrofico di quella negazione. La memoria diventa, così, responsabilità difronte ai morti del passato; responsabilità per il presente, per le generazioni future.
Esercizio di responsabilità tanto più necessario in questo inizio di secolo in cui democrazia e pacifica convivenza appaiono a rischio, nel quale la globalizzazione invece di unire popoli e stati sembra doversi piegare verso un isolamento di paesi, culture, comunità , con conseguente produzione di arroccamenti scontri,
schiacciamento di minoranze.
Tutto ciò rischia di apparire ineluttabile e normale. Difronte a questo pericolo, l'Associazione Zatik - facendo proprio il grido di dolore di una madre, - fa appello a tutti di aspirare ad azioni non normali ma straordinarie. E straordinario, per senso di responsabilità, è richiamare alla necessità di unirsi; poiché il genere umano è disabile, occorre abbattere barriere, costruire ponti tra una cultura e l'altra, tra un popolo e l'altro, tra memorie dei diversi genocidi consumati nel xx secolo.
Diamo il via ad una campagna di gemellaggio fra i ponti delle grandi città, di occidente e oriente, nord e sud, costruendo una rete simbolica nella quale ciascun 24 aprile si possa rinnovare un giuramento di pace.
Graziella Falconi
Pres. Dell’associazione ZATIK
ZATIK