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NAPOLI : Messaggio del Principe di Napoli Vittorio Emanuele e CERIMONIA PER COMMEMORARE GENOCIDIO POPOLO ARMENO patrocinato dall'Ambasciata Armena d'Italia ;
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MESSAGGIO DI
S.A.R. VITTORIO EMANUELE
DUCA DI SAVOIA
PRINCIPE DI NAPOLI
IN OCCASIONE DELLA SANTA MESSA
PER LA GIORNATA DEDICATA AL
GENOCIDIO ARMENO DEL 1915
ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE REGINA ELENA ONLUS
GINEVRA – 24 APRILE 2013
Autorità Civili, Militari e Religiose,
Carissimi convenuti,
in occasione della Santa Messa per la Giornata dedicata al terribile Genocidio Armeno del 1915, desidero inviare a Voi tutti il mio grato e memore saluto.
La memoria storica è fondamentale: una nazione che non ricorda è una nazione che muore.
Le nuove generazioni devono essere ben consapevoli che il loro futuro passa esclusivamente attraverso quest’opera di conservazione, che per ogni cittadino fedele alla Patria ed alla Libertà diviene un dovere imprescindibile.
Salutando la Comunità Armena di Napoli, desidero ringraziare il Rev. P. Calogero Favata, celebrante la Sacra Funzione, l’Uff. Rodolfo Armenio e tutti coloro che hanno contributo all’organizzazione di questa significativa cerimonia.
A Voi tutti invio il mio più sincero e caloroso saluto.
Firmato dal Principe di Napoli ,
Vittorio Emanuele
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013-04-25 15:55
NAPOLI
(ANSA) - NAPOLI, 25 APR - Nel corso di una cerimonia a Napoli, l'associazione internazionale Regina Elena ha ricordato,
in occasione del 98esimo anniversario, il genocidio del popolo armeno. L'atto di commemorazione è culminato con la celebrazione di una messa nella chiesa di Santa Caterina a Chiaia e la successiva deposizione di una corona d'alloro al monumento di piazza dei Martiri. Durante il rito è stato letto
un messaggio dell'ambasciatore d'Armenia in Italia, Sargis Ghazaryan.
"Da 28 anni - spiega Rodolfo Armenio, responsabile dell'aassociazione - siamo impegnati a favore del riconoscimento del primo genocidio del ventesimo secolo che colpì il popolo armeno nel 1915, una tragedia ancora negata dalla Turchia". La manifestazione di Napoli, spiegano i promotori, ha ricevuto il patrocinio dell'ambasciata d'Armenia in Italia, della Regione Campania, della Provincia di Napoli, della città di Napoli, dell'Istituto della Reale Casa di Savoia e tricolore. "I crimini contro l'umanità - aggiunge Armenio - non hanno limiti nel tempo e vanno riconosciuti e condannati. E' importante che in ogni Stato, in ogni luogo venga onorata la memoria delle vittime innocenti".
L'obiettivo è di arrivare a una "maggiore azione di informazione ricordando quanti persero la vita e coloro che furono costretti ad abbandonare la propria casa e il proprio Paese". (ANSA).
COM-TOR/ S44 QB
http://www.sfogliando.it/napoli-98-anniversario-dellinizio-del-genocidio-degli-armeni/
http://www.di-roma.com/index.php/italia/649-napoli-98-anniversario-dellinizio-del-genocidio-degli-armeni
http://www.positanonews.it/articoli/94469/napoli__98_anniversario_dellinizio_del_genocidio_degli_armeni.html
http://www.caserta24ore.it/25042013/napoli-98%C2%B0-anniversario-dellinizio-del-genocidio-degli-armeni/
Roma, 24 aprile 2013
Carissimi,
Sono molto dispiaciuto di non poter essere presente quest’oggi a Napoli alla giornata dedicata al ricordo del Genocidio armeno del 1915. Saluto tutti i presenti, l’Associazione internazionale Regina Elena Onlus che ha avuto la cordialità di invitarmi all’incontro odierno, gli illustri relatori che interverranno e che sicuramente sapranno offrire un contributo importante all’assemblea odierna.
Mi trovo d’accordo pienamente con il titolo che avete voluto dare all’evento. “Un mondo senza memoria non può progredire”.
Il genocidio armeno è il primo, più radicale, più forte, più significativo evento di un’opera di scristianizzazione di tutta l’area mediorientale che ha visto come protagonisti i siro-caldei, i copti e i maroniti. Queste vicende oggi ci danno come risultato, la sostanziale assenza di comunità cristiane in tutta un’area che ancora molto tempo addietro anche sotto l’impero ottomano, aveva invece avuto vita florida e anche una certa capacità di incidenza nelle vicende di quel tempo.
Riconoscere il genocidio, non significa semplicemente dire “Abbiamo ammesso di aver sbagliato”, ma è quell’evento catartico attraverso il quale passa una riflessione su quali sono i fondamenti democratici della nazione turca. Dove per democrazia intendo una concezione del potere e dello stato che sia l’antitesi di quel percorso ideologico che ha fatto soffrire il ‘900 europeo per cui il potere è tutto e l’uomo non è niente; e quindi l’acquisizione di quei criteri che possano sostanzialmente consentire l’affermazione di libertà fondamentali che oggi nella società turca sono violate e vietate, prima fra tutte la libertà religiosa. Il riconoscimento del crimine compiuto e le conseguenti scuse rappresentano la certezza che anche le nuove generazioni turche sono consapevoli che le discriminazioni razziali e religiose sono da aborrire e che il rispetto della dignità e della libertà dell'uomo è principio irrinunciabile per ogni Stato civile
Gli armeni, soprattutto quelli che vivono ancora in territorio turco (solo 80 mila), non pretendono altro se non che il genocidio del loro popolo smetta di essere “un crimine senza nome”, ma venga riconosciuto come una profonda ferita per tutta l’umanità.
Novantotto anni sono davvero pochissimi se la tragica lezione della storia non è servita a nulla, se quel genocidio fu l’anticipazione di altre stragi, di altri olocausti. Non sono niente se, ancora oggi, c’è chi fa finta di non ricordare, chi antepone gli interessi economici o politici ai principi di verità e giustizia. Non vale nulla il sacrifico di quei martiri se sui libri di storia neppure una riga è dedicata a loro, se la ricorrenza passa sotto silenzio, se si giustifica e si diventa complici dei crimini di allora.
Un caro saluto Mario Mauro
Rodolfo
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