Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

23 - 11 -2017 - Isfahan - NOR JULFA ,. solo scritti .Libro opera degli armeni e Herman Vahranmian e la mia cuera attuae per adattamento,.

DOCUMENTS OF ARMENIAN ARCHITECTURE
OOCUMENTI Dl ARCHITETTURA ARMENA / 21


In the early decades of this century, Armenian architecture was at the center of a lively controversy between the «Orientalist» theories of Strzygowski and the «Roman occidental» theories of Rivoira concerning the origins of medieval architecture. Now that the Orient – Rome dilemma has been concluded, there is no doubt about the role of «bridge» played by Armenia on account of its very geographical position and because of its historical vicissitudes.
Sometimes superficially considered as a suburb of the Byzantine world - usually owing to studies pursued with no direct, in-loco documentation -Armenian architecture is being researched by the Faculty od Architecture of the Milan State University with the cooperation of the Arts Institute of the Academy of Sciences of Armenia.
This series of «Documents presents, for the first time ever, the most outstanding examples of Armenian architecture.The series provides an exhaustive and mostly hitherto unpublished set of photographs along with a complete set of surveys and one or more short essays to introduce the historical and critical setting.
The texts are by professors of the Academy of Sciences of Armenia, Italian research workers and scholars from other countries. They offer a stimulatingly new example of cultural cooperation between scholars of different nationalities.
L'architettura armena e stata, nei primi decenni del secolo, al centro di una vivace polemica fra le teorie «orientaliste» dello Strzygowski e quelle «occidentali romane» di Rivo ira, a proposito dell'origine dell'architettura medioevale. Superato da tempo il dilemma Oriente-Roma, resta innegabile Ia posizione di «ponte che compete all'Armenia per Ia sua stessa posizione geografica e per le vicende storiche.
Talora semplicisticamente considerata come area periferica del mondo bizantino, anche perché normalmente studiata senza Ia possibilità di una documentazione diretta e in loco, l'architettura armena e oggetto di una ricerca nell'ambito della Facoltà di Architettura di Milano, in stretta collaborazione con I ‘Accademia delle Scienze dell'Armenia, istituto delle Art i. La presente collana di Documenti» si propone di presentare per Ia prima volta Ia serie dei principali esempi dell'architettura armena fornendo di ciascun monumento una esauriente e per lo più inedita illustrazione! fotografica, nonché Ia serie completa dei rilievi commentato, da uno o più brevi saggi introduttivi di carattere storico-critico e illustrativo.
Testi sono opera di professori dell'Accademia delle Scienze e dell' Armenia, di ricercatori italiani e di studiosi d’altri paesi, e offrono cosi una stimolante e nuova test mancanza di collaborazione culturale tra gli studiosi d diverse nazionalità.


DOCUMENTS OF ARMENIAN ARCHITECTURE
DOCUMENT! Dl ARCHITETTURA ARMENA
©
Series edited by I collana diretta da
Agopik and Armen Manoukian
Editorial staff I redazione
Herman Vahramian
Faculty of Architecture of the Milan Polytechnic
Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano
Centre for the Study and Documentation
of Armenian Culture I Venice
Centro studi e documentazione
della cultura armena I Venezia
Research into Armenian architetture
Ricerca sull'architettura armena
Director I direttore Adriano Alpago-Novello
The Academy of Sciences of the Armenia
Accademia delle Scienze dell'Armenia
Art Section I Sezione delle Arti I Erevan
Director I direttore Levon Hakhverdian
Committee for the Conservation of Monuments in Armenia
Comitato per Ia conservazione
dei monumenti storici dell' Armenia
President I presidente Lavrentij Barseghian
Co-ordinator and promotor of ltalo-Armenian cultural exchanges
Coordinatore e promotore degli scambi culturali italo-armeni
Armen Zarian I Erevan



NOR-DJULFA / 21

Texts I Testi

Armen Hakhnazarian
Vahan Mehrabian
Chronological history I Cronologia storica
Levon Minassian
Bibliography I Bibliografia
Levon Minassian
Translation I Traduzioni
Italian-English /Italiano-inglese
Bryan Fleming
Editing of English texts
Dickran Kouymjian
Editing dei testi in italiano
Gualtiero Vigano
Surveys I Rilievi
Sokrat Hakhnazarian, Armen Hakhnazarian
Photographic documentation 1 Documentazione fotografica
Armen Hakhnazarian, Ara Harutunian,
Armen Stepanian, Nzdeh Yaghubian
Photolitos I Fotoincisioni
Black & Color I Milano
Printed in Italy I Stampa
TLA I Venezia
Published by 1 Editore
© 1991 - OEMME Edizioni
1602 Dorsoduro I 30123 Venezia /ltalia
First Edition I July 1992
Prima edizione I Luglio 1992
ISBN 88-85822-56-8



Nor-Djulfa:
A Brief Historical Outline and Description
Cenni storici e descrittivi su Nor- Djulfa
a cura di I by Armen Hakhnazarian

La citta di Ardabil, situata nella parte nord -orientale dell'lran, a poe a distanza dalle coste del Mar Caspio, a cavallo tra XV e XVI secolo si trovo a ricoprire il ruolo di centro d'irradiazione di cultura e spiritual ita iraniana. Varie confraternite dervisci avevano scelto di stabilirvi Ia propria residenza e, dopo essersi date una struttura aggregativa, erano riuscite a polarizzare l'attenzione di vaste masse rurali e cittadine.

II capo derviscio Esmayil fu l'artefice di una rivolta a capo di un movimento Islamico-popolare che affondava le sue radici ideologico- culturali e spirituali nei dettami del derviscio Safi-ed-Din, eminente figura spirituale del XIV secolo. L'obiettivo era il superamento politico dell’anarchia vigente, Ia risistemazione e rifondazione di uno stato che potesse rispondere alle esigenze dei " diseredati" cittadini e rurali dell’Iran e soddisfacesse Ia sete di giustizia della popolazione. Presto lo sciismo, che trovava nelle moschee, nei monasteri e nei luoghi di culto dervisci i principali ambiti di diffusione, conquisto le masse. Lo Shah Esmayil diede vita a un impero sconfinato. Riuscì in fatti a sottomettere al potere centrale i numerosi principati formatisi a seguito della caduta delle stato timuride, inoltre, nel1510, sconfisse il Khan mongolo e conquisto l'Iraq.

Nel1453 il sultano Mehmet II aveva conquistato Costantinopoli, intaccando in modo sensibile le fondamenta dell'impero cristiano d'Oriente. I suoi successori tenteranno con successo di estendersi verso Occidente (Balcani) e verso Oriente (Anatolia, Armenia, Caucaso) spingendosi sino ai confini dell'impero iraniano. Si andava così prefigurando una situazione di attriti politici, economici e militari: aggravata dalla posizione assunta da Costantinopoli eretta a bastione del sunnismo Medio Orientale e quindi contrapposta all' Iran, dove lo sciismo, fondamentalista e minoritario in ambito islamico, era stato elevato dallo Shah alia dignità di religione di stato.
Dietro questa scelta iraniana e possibile scorgere motivi che esulano dall'ambito strettamente religioso. La scelta delle sciismo infatti può essere Ietta come un estremo tentativo di salvaguardare " l 'integrita fisica" della nazione iraniana dall' inglobamento culturale nell'elemento turco.

Selim I, il sultano stratega e guerriero di Costantinopoli, per con tenere l 'espansione iraniana, intraprese una serie di ostilità controllo Shah Esmayil che fu sconfitto nella battaglia di Cialdiran del 1514. Gli ottomani adottarono per Ia prima volta in Oriente le tecnologie belliche europee ~ moschetti e cannoni e i persiani pagarono un pesante tributo umano e militare: 40.000 morti.

Nel1516, anche Ia Palestina e Ia Siria vennero annesse all'lmpero ottomano e nel 1534 l'annessione dell'Iraq, con le due città sante sciite di Nadjaf e Karbala, consacro Ia Sublime Porta come il più importante impero del Medio Oriente e ne riconfermo il ruolo di bastione del sunnismo Nel1587, dopo un periodo di instabilità politica, sale al trono dell'impero persiano Shah Abbas. Subito avvia un processo che condurrà alia definitiva riunificazione del paese. I primi a pagare i tributi più pesanti furono gli emiri (prefetti e uomini di governo politicamente ed economicamente potetti) che in passato si erano rifiutati di obbedire a suo padre. Successivamente fu Ia volta dei principi nomadi e delle tribù semi-indipendenti sparse lungo i confini iraniani. Amplio notevolmente l'impero annettendo varie regioni della Mesopotamia, dell'Herat e del Balkh. Nel1616 riuscirà a riconquistare Nadjaf e Karbala dove promuoverà Ia costruzione d i santuari sciiti simili alle moschee di Isfahan; anche Ia citta di Mash ad verrà promossa alia dignità di città santa.







A part ire dal 1590 inizia il processo di ripensamento urbanistico della citta di Isfahan che Ia porterà a ricoprire il ruolo di capitate dell'impero, posizione che manterrà sino al 1722 quando Teheran prenderà il suo posto .La favorevole collocazione geografica di Isfahan favorirà notevolmente il suo sviluppo. Ben presto, l'importanza che andava assumendo come centro di transite commerciale, Ia porterà ad essere crocevia di una fitta rete stradale che Ia collega con Ia periferia dell'impero. I caravanserragli – successivamente denominati Shah Abbassi - che sulle vie di comunicazione principali sorgevano ogni cinquanta chilometri, non tardarono a svolgere un importante funzione di catalizzatore allo sviluppo culturale e sociale nelle regioni periferiche.
La storia delle comunità armene risulta essere strettamente collegata con le vicende iraniane: La spartizione dell’Armenia tra impero ottomano e impero iraniano e il particolare ruolo che l'etnia armena assunse durante il regno di Shah Abbas, possono essere considerati i punti cardine dell'intreccio dei I oro percorsi storici. La battaglia di Cialdran aveva già segnato Ia sorte delle popolazioni dei territori armeni, Ia ricerca di un rifugio al giogo repressivo dei turchi innesto un imponente esodo verso l'lran.

Shah Abbas favorirà notevolmente Ia concentrazione degli armeni in territorio iraniano, ordinando Ia deportazione degli abitanti di intere citta situate sui confine tra impero ottomano iraniano. Le ragioni di questa deporta zione furono soprattutto strategiche. L'obiettivo era quello di creare una cintura di terra bruciata che separasse i due imperi si da rendere difficoltosi rifornimenti dell'esercito ottomano inoltre, risultava assai vantaggioso da un punto di vista economico concentrare in territorio iraniano un'etnia che vantava una secolare tradizione artigianale, in grado quindi di trasmettere conoscenze necessarie alia realizzazione di manufatti di pregio, e forte di una grande esperienza nel commercia sia a livello regionale che internazionale.

Le attenzioni di Shah Abbas furono polarizzate sulla popolazione della citta di Djulfa, in Armenia, che già nel XVI secolo si trovava in condizioni di prospera ricchezza e rappresentava un nodo commerciale di importanza internazionale. Situata sulla via della seta, con le citta e cittadine che Ia circondavano, controllava l'afflusso delle merci, sia dalle regioni attigue che dalle regioni estremo orientali, verso sud e verso L’Europa.




Nel1603 gli abitanti di Djulfa e di tutta Ia reg ione cadranno vittime degli appetiti espansionistici e dei disegni strategici di Shah Abbas. Le città e le regioni armene vennero devastate, bruciate e saccheggiate; le popolazioni deportate in Iran !3 soprattutto a Isfahan_ La deportazione forzata di intere popolazioni dedite da secoli al commercia e alia preparazione di semilavorati in seta mirava alia creazione di un nuovo canale commerciali del prezioso filato_ Lo scopo era quello di fare del Golfo Persico il nuovo centro di transito e sottrarre all'impero ottomano il primato della gestione degli scambi commerciali Ira Oriente e Occidente, bisogna aggiungere che una simile operazione intendeva anche indebolire economicamente l'impero sottraendogli le ingenti somme che come imposte daziarie piovevano ogni anno nelle casse imperiali.

Le dimensioni, in termini di quantità di vittime, delle ondate di deportazione che si susseguirono durante tutto il XVII secolo furono imponenti. Da documenti storici dell'epoca apprendiamo che una delle più cospicue interesse oltre trecentomila armeni che vennero insediati in situazioni simile a quelle da cui provenivano: i contadini nelle campagne di Carmahal (Bakhtiar), Hamadan e Ghazvin; i cittadini nelle citta (Ia maggior parte degli artigiani fu raggruppata a Isfahan).

La sorte peggiore tocc6 agli artigiani della seta che, convogliati verso Guilan e Mazandaran, due regioni a sud del Mar Caspio, per Iran no in breve tempo a seguito di epidemie di colera e malaria. Più fortunata una parte dei contadini che, insediatasi nei villaggi che circondavano Isfahan, ebbe in concessione le terre da coltivare dal governo iraniano: avevano un rapporto diretto con lo stato e pagavano le tasse in proporzione alle quantità del raccolto erano " liberi contadini - non avevano un 'Arbab', un padrone e Ia struttura' sociale del villaggio veniva organizzata democraticamente sui Ia base di libere elezioni.

Gli emigrati che si stabilirono a Isfahan andarono a sommarsi alla già cospicua comunità armena della citta iraniana. Composta per Ia maggior parte da commercianti, Ia comunità armena di Isfahan già nel1592 aveva ottenuto numerose concessioni da Shah Abbas. Per rafforzare il legame della comunità con Ia corte reale, Shah Abbas nel1610 concesse il permesso di costruire una chiesa a Isfahan, per Ia comunità cristiana in generate ed armena in particolare. Nell'editto che contiene Ia concessione si fa più voile riferimento all'ottimo rapporto che l'lran mantiene con il papato e il re di Spagna, inoltre si accenna al trasferimento delle pietre sacre della cattedrale di Vagharsapat (oggi Ecmiatzin). L'editto conclude sollecitando Ia presentazione da parte della comunità armena di Isfahan d i un progetto per Ia costruzione di una chiesa in cui conservare le sacre pietre e le reliquie di Vagharsapat che il clero armeno stava mettendo in vendita.

Successivamente, nel1615, con un nuovo editto, Shah Abbas fa dono alia comunità armena di un vasto territorio appartenente alia corte reale e situato a sud del fiume Zayandeh-Rud e della citta di Isfahan. In questo territorio, dove ai non cristiani era vietato l'acquisto di beni immobili e Ia possibilità di ottenere permesso di residenza, sarebbe sorto il quartiere armeni di Nor-Djulfa.

Nel 1606 venne concesso alia comunità armena lo status di " privilegiati reali ". Le popolazioni e le citta che godevano di questo status dipendevano giuridicamente dalla corte reale ed erano esentate dal pagamento di numerose gabelle e balzelli. I diritti civili degli armeni verranno equiparati a quelli dei persiani e Ia corte emanerà leggi che prevedevano pesanti sanzioni per atti penali commessi da persiani centro membri della comunità armena. L'autonomia amministrativa fu una delle maggiori concessioni ottenute dalla comunità. Un "kalantar" (sindaco) eletto, amministrava Ia comunità secondo leggi e costumi armeni, inoltre si occupava dei problemi della difesa e delle relazioni con le autorità civili iraniane. I sindaci venivano eletti Ira i commercianti pili in vista della comunità e spesso ricoprivano anche importanti cariche in sene alia corte reale occupandosi soprattutto alle di economia e finanza. Un giudice (katkhoda) interne alia comunità risolveva, indipendentemente dalla giurisdizione persiana, le controversie in alto.

L'autonomia concessa a Nor-Ojulfa nell'amministrazione religiosa far a si che in breve tempo si trovi a ricoprire il ruolo di centro culturale e religiose per tutta Ia comunità. A Nor-Djulfa verrà instaurata una diocesi che a partire dal XVIII secolo estenderà Ia sua giurisdizione sui settantaquattro villaggi armeni dislocati nelle otto regioni iraniane, sulle città di Bassora e Baghdad e sull'india. La vocazione culturale della comunità di Nor-Djulfa non tarderà a manifestarsi, già a part ire dal1630 sorgeranno nel quartiere citta le prime scuole superiori e l'università- voluta da Khacatur Kesaratsi - in grade di preparare laureati poliglotti e con soli de conoscenze economiche da inserire in una comunità che trovava nel commercia internazionale una delle sue attività principali.

Shah Abbas elargì ingenti somme, sotto forma di finanziamenti senza interesse e agevolazioni fiscali, alle società d i commercia internazionale armeni e. Successivamente accordo ai commercianti di Nor-Djulfa il di ritto di concentrazione e monopolio-delle merci importate ed esportate dall'lmpero e, nel 1617, tolse alia Compagnia delle indie Orientali il monopolio del commercia della seta prodotta o in transite nell'lran e lo concesse agli armeni di Nor-Djulfa. Questo fatto diede inizio ai le ostilità degli inglesi verso gli armeni, che li combatteranno, dove possibile, sino alia fine della prima guerra mondiale.

Favorire i commercianti armeni era un metodo sicuro per permettere l'espansione commerciale iraniana. Cristiani, talvolta cattolici, gli armeni rappresentavano Ia chiave privi per aprire e tessere rapporti politico amministrativi ed economici con l'Europa che vietava l' ingresso e Ia Ibera circolazione ai musulmani. Inoltre, creare una rete nazionale di commercianti e concedere loro il monopolio del commercia estero offriva Ia possibilità di ergere uno scudo protettivo della fragile economia iraniana e ai reiterati tentativi di penetrazione politica dei paesi europei colonizzatori. Sara questa una strategia che con diverse sfumature verra riproposta dai governanti iraniani sino ai giorni nostri: l'lran ha sempre posseduto delle merci che nell' ambito delle varie epoche potevano essere considerate "merci strategiche”.

I commercianti armeni di Nor-Djulfa in conformità al volere della corte reale iraniana iniziarono a dar vita ad una vera e propria diplomazia commerciale. Conoscitori delle realtà politico-economiche di paesi orientali ed europei, spesso introdotti nelle corti pili importanti, misero i propri buoni uffici al servizio di Shah Abbas loro sforzi furono concentrati nella creazione di una via commerciale marittima che avesse nel Golfo Persico il suo centro e fosse in grade di polarizzare Ia rete commerciale iraniana, inoltre stipularono numerosi contratti commerciali internazionali e pi ani di collaborazione militare in chiave anti ottomana.

Ma ben presto si dovettero scontrare con le sempre pili pressanti spinte all'espansione coloniale provenienti dagli stati europei. Nel quadro storico che si andava delineando solo un'organizzazione economico-finanziaria molto potente poteva conservare il monopolio commerciale con mezzi pacifici e facendo affidamento sulla sola capacita diplomatica. Nella seconda meta del XVII secolo nacque Ia "Società commerciale degli armeni di Ojulfa". seguita dopo breve tempo dalla "Suratam": le due società riusciranno a monopolizzare il commercio con Ia Russia a monopolizzare il commercio con Ia Russia (1667 e 1673) e nel1688 Ia Compagnia delle indie orientale fu costretta ad accettare Ia concorrenza delle Società di Djulfa in un regime di parità di diritti al commercio internazionale.

Nel 1689 Ia Società del commercianti armeni dl Djulfa si vide riconoscere
it diritto esclusivo di transito commerciale sui territori russi. Levie privilegiate del commercio rimarranno comunque quelle tradizionali: attraverso l"lmpero ottomano verso l'Europa e i principali centri del Medio Oriente. Nei orti della Siria. Egitto, Libano le navi del commercianti europei attendevano l'arrivo delle prez1ose merci per completare il carico e salpare verso Ia Francia, l’Italia, Ia Spagna. II Portogallo, l’lnghllterra. Allargando Ia rete commerciale verso Oriente. India, Cina, Asia sud orientale, I commercianti armeni di Djulfa diventarono i principali esportatori di manufatti provenienti da queste regioni verso il Medio Oriente e l'Europa, In seguito iniziarono con successo L’importazione di manufatti europei verso l'Oriente.

La rete commercial a cui diedero vita gil armeni di Djulfa sarà cosi importante che II periodo storico della sua massima espansione verrà definito epoca del " Regno dei commercianti armeni di Nor-Djulfa".

La morte di Shah Abbas e una sfavorevole situazione nello sviluppo della politica internazionale segnano l'inizio della progress iva decadenza di Nor Djulfa.
Shah Suleyman (1666•1694) e Sultan Hoseyn (1694-1 722) sconfessano Ia politica del predecessore e si fan no promo tori dl repressioni e decreti che prevedono pesanti tassazioni degli armeni residenti a Nor-Djulfa. Inoltre ricorreranno spesso a saccheggio del quartiere o delle carovane del commercianti diretti verso I' Europa per reperire rondi destinali alle casse della corte reale. La congiuntura economica negativa e l'indebolimento militare dell'esercito iraniano faranno II resto: i commercianti armeni perderanno via via il prestigio e l'importanza che vantavano nei mercati internazionali cedendo il passo al capitate colonizzatore europeo.

Già a partire dal 1670 inizia una massiccia emigrazione degli armeni dl Nor Djulfa verso le città e le nazioni che avevano rappresentato gli avamposti della grande rete commerciale in via di dissoluzione: Smirne, Alessandria, Costantinopoli. Venezia, Livorno, Marsiglia, Ia Polonia. Ia Russia, L’Olanda e, verso Oriente, Ia Birmania. I' Indonesia, Ia Cina e I' India. Proprio in linda si svilupperà una comunità armena assai importante sia dal punto di vista sociale che economico.

Nel1722 dopo un periodo di agonia lac1ttadllsfahan cade nelle mani degli afghani. Viene saccheggiata e devastata, gli abitanti vengono massacrati e i superstiti fatti prigionieri e venduti come Schiavi. Per it quartiere di Nor Djulfa e la comunità armena un colpo terribile. In seguito, sui finire della prima meta del XVIII secolo, una violenta guerra civile sviluppatasi '"seno alia nazione iraniana completa II processo dl disgregazione del tessuto sociale del quartiere-città.

Nel 1880 Nor-Djulfa conta poco più di cinquemila abitanti e sopravvive solo grazie ai contributi inviati dalle comunità armene dell’india. All'inzio del Novecento to stato di decadenza in cui versa Ia nazione provoca nuove migrazioni verso Teheran, L’Armenia Sovietica, e le citta petrolifere di Abadan e Khorramshahr in grado di offrire possibilità d'impiego nelle imprese di estrazione petrolifera che si vanno sviluppando a ritmo serrato.
Una larga parte della citta di Isfahan e it quartiere armeno dl Nor-Djulfa hanno conosciuto negli ultimi decenn1 to svilupparsi di due fenomeni che ne han no compromesso l'antico splendore e Ia complessiva armonia. Da un Ia to si e assistito a un vero e proprio scempio urbanistico e architettonico che rifacendosi a falsi concetti di modernità e modernismo ha stravolto te coordinate e i riferimenti ai quali si erano ispirati per secoli gli architetti iraniani e dall'altro un processo forzato dl occidentalizzazione veniva a compromettere te fondamenta stesse di una cultura autoctona ricca di spunti originali e di una storia millenaria.

Durante II XVII secolo. nel periodo di massimo splendore ed espansione,
Ia citta di Isfahan contava una popolazione di seicentomila abitanti; una
citta, per l'epoca, enorme, che Ia vedeva rivaleggiare per il titolo dl citta popolosa con Ia sola Parigi. Si era meritata dagli iraniani II titolo di ''Esfahan nesfe Djahan": Isfahan metta del mondo. Centocinquanta moschee una cinquantina di scuole teologiche costellavano I giardini, I viali alberati e i parchi pubblici; un p1ano urbanistico rigoroso e meditato a lungo e realizzazioni architettoniche raffinate, avevano permesso di realizzare una piena armonia tra il vecchio e il nuovo, lasciando intatto il cuore della città risalente al l'epoca selgiuchide.

La città, coronamento del sogni di gloria dl Shah Abbas, racchiudeva in sé quanto di pili raffinato e bello fosse possibile trovare nelle artI e nell'architettura. Gli architetti mossi da un grande moto spirituale-religioso, erano riusciti a ottenere risultati di armonia estetica e architettonica destinati a rimanere un unicum nella storia della cultura iraniana.

Vanto della città era, ed e la moschea dedicata al "dodicesimo Imam scomparso" realizzata da Ostad (Maestro) AI Akbar Esfahani, che con l'antistante Meydan-Scia pu6 a buon t rappresentare Ia chiave della lettura di tutta l'urbanistica safavide. Attorno a questi edifici si sviluppo e crebbe Ia citta con r bazar, i caravanserragli, le scuole teologiche e le abitazioni private questo sviluppo non fu segnato da un processo graduale. Ma cosi come lo stesso sviluppo della nazione e della società, si consumò nel giro di pochi decenni.

Tutto nacque all'apice di una fase di evoluzione, caratterizzato da una tale perfezione che, giocoforza, incorse in un'immediata decadenza: una fase di regresso culturale, artistico, economico risultato di un sistema amministrativo molto precario.




Resta comunque fermo il fatto che il genio persiano con Ia citta di Isfahan ha saputo dare un saggio difficilmente ripetibile di una nuova arte e cultura di sintesi.

Lo stesso genio si estese su tutto il paese e negli angoli più remoti dell'impero. Ne furono influenzate le varie etnie che vivevano in territori control Iati dall'impero. Era nata una nuova scuola di pensiero, filosofico, architettonico e artistico, che si estendeva dalle indie alia Mesopotamia e dal Golfo Persico fino al Caucaso. Questa nuova cultura influenzava il pensiero creative del paesi limitrofi e delle minoranze etniche che per qualsiasi ragione si trovavano sotto II dominio o Ia giurisdizione politico economica dell'impero iraniano.

L'emigrazione armena doveva essere caratterizzata da una propria cultura, una propria organizzazione socio-politica e amministrativa, se voleva esprimersi con valori propri e dare un contributo all'edificazione del paese e allo sviluppo del commercio, nazionale e internazionale. AI fine di favorire questo processo, Shah Abbas dono dei terreni di proprietà reale situati a sud del fiume Zayendeh Rud che costeggiava Ia citta di Isfahan agli armeni perché vi costruissero un proprio quartiere. Lo scopo del re era Ia creazione di un polo etnico culturale armeno autosufficiente, che potesse rappresentare per gli armeni un punto d'aggregazione stabile, dove potessero vivere e svilupparsi economicamente e culturalmente. Un " ghetto libero" cristiano in un paese dove esistevano molte difficolta oggettive alia con vivenza tra seguaci di diverse confessioni religiose.

La costruzione del quartiere inizio nel1605. Fu tracciata una strada parallela al corso del fiume distante mezzo chilometro dalla sponda, con sviluppo da est a ovest, che assunse II nome di Nazar dal nome d! Khodja Nazar prime sindaco del quartiere citta. La zona est della strada lasciata ai seguaci della Chiesa apostolica armena e Ia famiglia Safrazian costruì una grande unità abitativa: tutto II sub-quartiere venne denominate Ia " Porta del Safrazian" . Allo stesso modo, Ia parte occidentale della st rada fu lasciata agli armeni cattolici e chiamata: Ia " Porta dei Sahrimanian".

La via Nazar venne divisa in dieci segmenti da nove vie parallele. Ogni segmento to veniva chiamato Tasnyak (decimale) e portava II nome della famiglia più importante che vi aveva costruito Ia propria residenza.

Nel 1650 gli armeni che risiedevano ancora nella citta di Isfahan, secondo Ia volontà del re, furono trasferiti nel quartiere, che si ingrandì ulteriormente.
Furono costruiti due nuovi sub-quartieri, " Davre!" e " Dastetsots", ai quali si aggiungeranno in seguito " Erevan” Kocer" Manrun", e " Gazk".
La giustificazione ufficiale del trasferimento forzato degli armeni di Isfahan a Nor•Djulfa si rifaceva alia presunta produzione e commercia divino
e bevande alcoliche cui gli armeni erano dediti. Pratiche vietate dall'islam.
In realtà, lo scope della decisione era di impedire attriti religiosi ed economici tra l'etnia persiana e quella armena e in seconda istanza di concentrare gli armeni in un unico luogo per fornire manodopera multiuso al servizio del commercio internazionale iraniano. In breve tempo, iniziò la produzione di manufatti preziosi, gioielli e tappeti, che venivano venduti sui mercati internazionali realizzando altissimi profitti

II quartiere fu rapidamente dotato di tutti i servizi necessaria un centro abitato: luoghi di culto (originariamente ventiquattro dei quali oggi sene conservano solo tredici) e altre infrastrutture.

Luoghi di culto in particolare rivestivano una grande importanza, non solo religiosa. Inseriti nel tessuto urbano, erano interamente cintati e questo sia per proteggere l'edificio sia per offrire riparo alia popolazione dove se ne fosse presentata Ia necessita. Questi complessi - costruiti gradualmente ma in un arco di tempo breve- rappresentavano dei veri e propri capisaldi. Tutti disponevano al loro interno di strutture che nei tempi di pace servivano a soddisfare le esigenze del clero e in tempi di guerra potevano essere adoperate per necessita pubbliche. Ogni complesso disponeva di un proprio pozzo per l 'acqua potabile, di magazzini, cucine, di un forno; per Ia cottura del pane e di cella abitative.

Nel punti strategici! del quartiere vennero costruite delle scuole- edificazione
che e comunque posteriore a quella dei complessi ecclesiastici - alcune delle quali sono tuttora attive,
Tra le costruzioni di pubblica utilità van no menzionate quelle dell'orfanotrofio dell'ospedale, dell'ospizio e di diversi bagni pubblici che completano i servizi del quartiere.

Nor - Djulfa, collegato a Isfahan da numerosi ponti, alcuni dei quali si conservano tutt'oggi, e delimitato a meridione dal monte Saleh. Sulle sue pendici, fu costruito il cimitero che raccoglie i defunti armeni e cristiani.

L architettura dei monumenti religiosi di Nor-Djulfa cosi come quella safavide, si presento con livelli di espressione e completezza assai elevati. La mentalità e Ia sensibilità proprie degli architetti iraniani avevano favorevolmente influenzato, permettendo di giungere a forme elevate di sincretismo ed eclettismo, il bagaglio culturale ricco di agganci alia miglior tradizione che accompagnava gli architetti armeni emigrati nella regione.

La tradizione doveva fare i conti con nuove esigenze, adattarsi all'uso di nuovi materiali abbandonare Ia pietra, materiale per eccellenza dell'architettura armena, in favore del mattoni a nuove condizioni climatiche, un contesto urbano non cristiano che richiedeva un ripensamento di quelli che era no stati i capisaldi della concezione architettonica armena. Gli architetti di Nor-Djulfa abbandonarono il topos della piazza medievale armena con Ia chiesa ole chiese da un Iato e i monasteri fortificati isolati. Le chiese vennero " nascoste", " mimetizzate" nel tessuto urbano del quartiere. Una comune porta, simile alle porte d'abitazione, conduceva all'interno dei complessi religiosi, che solo in seguito vennero dotta i di campanile o delle lanterne. Spesso e un lungo corridoio che dall' ingresso conduce verso l'interno, quasi a voler cancellare l'importanza da attribuire al " luogo" , visibile ai più che si avvicinano lungo gli stretti budelli di vie del quartiere Le cupole sono invisibili, e solo attraversando i mini ingressi si e ammessi al cuore del complesso, all'interno del cortile che assume le caratteristiche di una piazza alla rovescia, una " piazza-cortile" dove si affaccia a chiesa. Se da un Ia to si pub ritrovare nella piazza-cortile un'influenza sensibile dell'architettura iraniana, dall'altro, soffermandosi sulla funzione che " il complesso veniva a ricoprire, cioè quella a di luogo d'incontro tra fedeli ma e dopo Ia messa, e possibile asserire che viene riaffermato con essa troppo caro alia tradizione sociale e architettonica armena. Un'ulteriore conferma viene data dalla presenza della " chiesa estiva" , un’Altare coperto o semicoperto da cui veniva celebrata Ia messa nei mesi caldi, alla quale fedeli assistevano in piedi nel cortile.

La caratteristica planimetrica di questi monumenti e Ia pianta armena: una sala con quattro pilastri liberi nell'area centrale sormontati da una cupola a volte viene a mancare l 'elemento dei pilastri e Ia cupola poggia direttamente sui muri perimetrali. Bisogna però subito aggiungere che solo Ia planimetria di questi edifici rispecchia Ia tradizione architettonica armena, il res to infatti di ispirazione iraniano-safavide. Gli esterni, contrariamente alla volumetria dei monumenti musulmani dell'epoca che si presentava ricca decorazioni a piastrelle o a mosaico, so no privi di ornamenti salvo rari casi in cui si e ricorso a dipinti o a decorazioni ottenute dal gioco d' intrecci che i mattoni. Questo fenomeno e spiegabile intendendolo come tentativo c non suscitare invidie o sollevare problemi di carattere religioso con gli iraniani musulmani.
muri esterni I sono caratterizzati dal disegno in rilievo degli archi acuti ottenuto con i mattoni, le cupole adorne di splendide vetrate e nei muri peri..,
etrali lrovano posto delle finestre abbellirle in stile puramente iraniano o con vetrate o con mattoni retinati.

Se le cupole so no grandi, come ad esempio quella di Surb Aslvatzatzin.o Surb Belghehem, sono a doppia volta, se sono più piccole calotta semplice.
Gli archi so no a sesto acuto come vuole Ia tradizione architettonica safavide e su di essi poggia l'anello del tamburo, II tamburo e Ia cupola con pennacchi segmentati tipici dell'architettura safavide. Gli spazi interni so' 10 generalmente bipart iti e nella parte orientale, quella piu alta, trovano posto l'altare e il bema. La parte occidentale ospita un balcone, solitamente munito dl un parapetto che sale al soffitto in legno traforalo con motivi decorativi, sui quale prendevano posto le fedeli per assistere alia funzione. Una scala situata nella parte occidentale permetteva di accedere al balcone, un'altra scavata nel muro perimetrale dava accesso alia terrazza coperta di Kahgel (paglia e fango).




Reference sketch map of the Nor-Djulfa district.
Cartina di riferimento essenziale (schematica) del quartiere di Nor-Djulfa.
Scale I Scala 1:12.000 approx.

1. Surb Amenaprkic Vank
2. Surb Astvatsatsin
3. Surb Betghehem
4. Surb Gevorg
5. Surb Grigor Lusavoric
6. Surb Stepanos
7. Surb Sargis
8. Surb Minas
9. Surb Nikoghayos
10. Surb Nerses
11. Surb Hovhannes Mkrtic
12. Surb Katerine
13. Protestant Church
Chiesa protestante
14. Catholic Churc
Chiesa cattolica
15. Advenist Church
Chiesa adventista


Pag. 12

















Brief Chronological History of the Armenian Community of Nor-Djulfa
Breve cronologia storica della comunità armena di Nor-Djulfa
a cura di I by Herman Vahramian

Secoli XIV-XV I A causa delle devastazioni, dei massacri e di difficili condizioni di vita nella loro terra, si rafforza il movimento migratorio degli armeni verso Ia Persia. In ondate successive gli emigranti van no a stabilirsi preferenzialmente nelle province settentrionali dell'attuale Iran.
1435 / Il sultano ottomano Mehmet II conquista Costantinopoli e ne fa Ia sede di un impero che rappresenterà nei secoli il bastione principale dell' Islam sunnita.
1450 circa I La citta di Ardabîl, situata nel nord della Persia, diventa sede di un minuscolo stato islamico, della confessione sci ita dei " dodici Imam" per opera dei maestri sufi. In seguito, questo stato estenderà Ia propria influenza sulle altre comunità sufi sparse in Iran e in Anatolia.
1453•1478 / Il potere della dinastia Timuride e in via di dissoluzione in Persia; si formano una moltitudine di piccoli principati locali che nelle regioni settentrionali vedono il predominio dell'elemento turco.
1501 / Partendo dalla citta di Ardabîl, Esmayil intraprende Ia conquista di numerose città e principati; si proclama sovrano dando inizio alia dinastia dei Safavidi che regnerà in Persia dagli inizi del XVI secolo fino al 1722. Egli proclama l'islamismo sciita dei "dodici Imam" religione di stato e lavora 1) per converte tutta Ia nazione a questa fede.
1512 / Sui trono della Sublime Porta sale Selim I destinato a dare un impulso decisivo alia costruzione dell'impero ottomano. Uno del suoi impegni i s prioritari sarà Ia riorganizzazione dell'esercito, premessa di una politica di espansione che coinvolgerà in primo luogo il territorio iraniano.
1514 / Prima guerra tra gli sci iti iraniani e i sunniti ottomani. Lo Shah Esmayil verrà battuto dalle armate del Sultano Selim I nella località di Cialdran prese so Ia citta di Tabriz.
Successivamente al 1514 / L'impero ottomano diviene il bastione del mondo sunnita, e inizia Ia sua espansione in tutto il Medio Oriente.
1516 / Gli ottomani conquistano Ia Siria e L’Egitto.
1524 / Il re iraniano Thamasb I (1524-1576) cede Ia Mesopotamia e i luoghi d santi sciit i di Karbala e Nadjaf agli ottomani.
1530 I Shah Thamasb I riconquista dagli ottomani Ia citta di Baghdad e Ia a Mesopotamia.
1534/ La Mesopotamia, coni suoi luoghi santi sciit i Karbala e Nadjaf, cade nelle mani dei turchi ottomani.
1551•1555 / L’iraniano Shah Thamasb I inizia le ostilità contro gli ottomani Verranno devastati Ia maggior parte dei territori armeni.
1555 / Trattato d i pace ottomano-iraniano di Amasya.
1562•1575 / l’inizio delle lotte di liberazione nazionale armene.
1580 I Gli ottomani invadono I' Armenia e devastano le regioni di Gharabagh e Ia pianura di Ararat.
II commerciante armeno di Nor-Djulfa Khodja Nazar riceve un’editto di Shah Abbas col quale gli vengono concesse delle facilitazioni commerciali.
1587•1629 / Shah Abbas, re dell’Iran, trasferirà Ia residenza reale a Isfahan (1590-1722). Isfahan rivestirà inoltre il ruolo di capitate dell'lran.
1590 / l’inizio di lavori di ristrutturazione e ampliamento nella citta di Isfahan; Ia citta in breve tempo conterà seicentomila abitanti, una citta enorme per l'epoca.
Shah Abbas stipula un trattato di pace con gli ottomani.
1592 / Shah Abbas em ana un editto particolarmente favorevole ai commercianti armeni di Isfahan.
1603 / inizio di nuove ostilità tra iraniani e ottomani Shah Abbas conquista Ia citta di Tabriz; successivamente raderà al suolo Ia citta di Djulfa. Devastazione quasi totale dell'Armenia. Shah Abbas redige un editto col quale concede agli armeni di poter costruire luoghi di culto a Nor-Djulfa presso Isfahan.
1603-1605 / Shah Abbas inizia Ia deportazione degli armeni delle reg ioni orientali verso I' Iran, facendoli insediare nelle reg ioni centrali dell'impero.
Secondo il viaggiatore europeo Gruven gli armeni deportati verso l'lran ammontano a trecentomila anime. Altri centomila armeni sono stati venduti come schiavi.
1604- 1605 / Fondazione di Nor-Djulfa presso Isfahan.
1606 / Shah Abbas redige un editto col quale equipara i diritti civi li degli
armeni dell'lran e di Nord-Djulfa a quelli dei sudditi iraniani mussulmani.
Continua Ia deportazione di armeni e georgiani dalle regioni settentrionali del Caucaso.
1607 / Khodja Sios, un commerciante armeno di Nor-Djulfa, e l'ambasciatore iraniano presso Ia corte veneziana.
Carestia in Iran. Nor-Djulfa soffre perdile e declino economico.
1608 / Shah Abbas emana un editto col quale concede tutto il territorio a sud di Isfahan, sulla riva destra del fiume Zayendeh-Rud, appartenente alla corte reale iraniana, agli armeni.
1608-1619 / I commercianti armeni di Nor-Djulfa assumono varie mansioni di politica estera per con to del governo iraniano. Khodja Zafar e Ia figura di maggior spicco: intavolerà relazioni diplomatiche con il Papato, con il Doge di Venezia, con il Duca di Toscana e con altri regnanti europei.
1609-1619 / Costruzione della moschea di Masdjed-e-Lotfollah a Isfahan, capolavoro architettonico dell'architetto persiano Ali Rezaye Abbasi.
1611 / l’inizio della costruzione delle chiese e dei conventi a Nor-Djulfa. Gran parte delle chiese verranno costruite nella prima decade del XVII secolo.
1611-1630 I Sono le date che segnano l'inizio dei lavori e Ia consacrazione della moschea della Shah, dedicata al " dodicesimo Imam scomparso", a Isfahan, opera dell'architetto Ostad Ali-Akbare Esfahani .
1612 I Ulteriori ostilità portano ad un ennesimo trattalo di pace irano- ottomano.
1616 / Shah Abbas conquista Ia Mesopotamia e i luoghi santi sciiti di Karbala e Nadjaf.
Gli ottomani iniziano le ostilità nelle regioni settentrionali conquistando
e devastando !'Armenia. La citta di Erevan cadrà in mani ottomane.
1617 / Shah Abbas invalida i trattati commerciali esteri iraniani con gli inglesi; successivamente concederà il monopolio del commercia estero iraniano ai commerciali armeni di Nor-Djulfa .
1629 / In Iran sale al trona Shah Safi.
Circa 1630 / Nor-Djulfa e ormai un grosso centro di cui lura armena. Vengono istituite Ia scuola, Ia scuola superiore e altri istituti culturali dai quali proverranno diversi personaggi di spicco nella storia dell'arte e della cultura armena.
Nor-Djulfa diventa Diocesi degli armeni dell'lran e, in seguito, Diocesi degli armeni dell'lran e dell'linda.
1632 / Gli ottomani devastano l'Armenia.
1635 / Il sultana ottomano Murad alla testa di un'armata di quattrocentomila soldati devasta I' Armenia e rioccupa Ia citta di Erevan.
1636 / Kizilbash iraniani occupano Ia citta di Erevan.
Khacatur Kesaratsi installa una tipografia nel convento di Surb Amenaprkic (S. Salvatore) di Nor-Djulfa. Questa tipografia, Ia prima installata in Iran, e tuttora operante; ha prodotto quasi quattrocento titoli e diverso materiali stampato.
1638-1918 / Occupazione della Mesopotamia da parte dell'impero ottomano.
1639 / Trattato di pace tra iraniani e ottomani. L' Armenia viene divisa in due zone d'influenza.
1642-1666 / Sale al trona iraniano Shah Abbas II.
1650 I Alcuni armeni residenti a Isfahan, per volontà del re, lasceranno i I oro quartieri e si insedieranno a Nor-Djulfa costruendo i quartieri di Dast e Tabriz. Altri armeni contribuiranno all'ingrandirsi di Nord-Djulfa trasferendosi dal centro Cittadino al ghetto armeno.
1664 / Consacrazione del nuovo convento di Su rb Amenaprkic (S. Salvatore) di Nor-Djulfa.
1666-1694 / Sale al trono, in Iran, Shah Suleyman.
1667 / Trattato di commercia internazionale stipulate tra i russi e Ia Compagnia dei commercianti armeni di Nor-Djulfa.
1670-1680 / Parallelamente alia crisi economica e alia decadenza della società iraniana, Nor-Djulfa inizia a perdere Ia sua importanza e il ruolo che ricopriva nel commercia estero iraniano e nel commercia internazionale in generale.
Trasferimento del capitale armeno in Europa e inizio dell'emigrazione verso le indie e I' Europa.
1687 / Kostand Dpir inizia Ia produzione di libri scolastici perle scuole di Nor-Djulfa.
1688 l’indebolimento del monopolio armeno nel commercia orientale.
Trattato commerciale tra Ia società armena di Nor-DJulfa " Suraturn" e Ia Compagnia Indo-Orientale per Ia spartizione delle zone d'influenza commerciale in Oriente.
1689 / Lo Zar vieta il diritto di transito commerciale e il commercio sui territorio dell'impero russo a tutti i commercianti orientali; sono esclusi da questa veto le compagnie di commercianti armeni di Nor-Djulfa.
1694-1722 / Lo Shah Sultan Hoseyn sale al trona iraniano. Muta l'atteggiamento politico della corte verso le comunità armene dell'lran.
Prima ondata di emigrazioni degli armeni di Nor-Djulfa verso l'linda e le regioni sud-asiatiche.
1705 / La comunità armena cattolica di Nor-Djulfa con sacra Ia chiesa di Surb Vardan.
1722 / Gli afghani di Ghandahar occupano Nor-Djulfa e Isfahan. Viene scacciato il re safavide.
1722-1723 / I russi invadono l'lran e occupano le regioni settentrionali e
litorale del Mar Caspio.
1722-1730 / Si riaccendono e intensificano le lotte di liberazione nei territorio armeni.
1722•1757 / Inizia un periodo di declino, economico e sociale, per Nor-Djulfa.
1723 / Le armate ottomane occupano Ia citta di Til lis, capitale della Georgia.
1724-1725 / Gli ottomani! Occupano !'Armenia e iniziano una serie interminabile di guerre e devastazioni. Successivamente al1725 11nizio dell'emigrazione massiccia degli armeni dall'Armenia e fondazione di nuove comunità diasporiche.
1728/ Nuova ondata di attacchi ottomani! che approfittano delle state di anarchia nel quale versa Ia nazione Iran lana. Nuova devastazione dell' Armenia.
1729 / Nadir caccia gli afghani dall' lran.
1730-1747 / Regno di Nadir Shah. Verrà proclamato re solo nel 1736.
Successivamente al1730/ Le guerre civili distruggono l'economia della nazione iraniana. Riprende l 'emigrazione armena da No r-Djulfa verso i paesi orientali!: India, Gina, Estremo Oriente.
1735 I Nadir Shah infligge una dura sconfitta agli ottomani.
1744-1746 / Nuove guerre tra iraniani e ottomani.
1747 I L'Afghanistan conquista l'indipendenza dall'impero iraniano.
Nadir Shah viene assassinate.
Inizio delle guerre civili in Iran. Isfahan attraversa un periodo di grave declino Ia sua popolazione scenderà a soli trenta-quarantamila abitanti.
Successivamente al1748 1 Ondate successive di emigrazione armena da Nor-Djulfa verso l'India e l'Europa. inizio della fase dl decadenza della comunità armena dell'lran.
1753 / Tasse pesantissime distruggono II tessuto sociale ed economico di Nor-Djulfa.
1757 / Karim Khan Zand diventa re dell 'lran.
1760-1764 / Le comunità armene del Bengala, formatesi a seguito delle ripetute emigrazioni da Nor-Djulfa verso Ia penisola indiana, sotto Ia guida
di Gorgin Khan (Grigor Harutunian) combattono a fianco degli indiani contro le armate inglesi.
1770-1790 / A causa di disordini politici! e saccheggi, buona parte del manoscritti della biblioteca del convento di Surb Amenaprkic a Nor-Djulfa andranno persi.
1794-1797 / Agha Mohammad Khan da II via alia dinasta Ghadjar in Iran.
1795 / Agha Mohammad Khan inizia le ostilità contro le regioni caucasiche e i russi. Erevan e Tiflis cadranno nelle mani del re iraniano e verranno distrutte.
1796 / l’incoronazione di Mohammad Khan Ghadjar a re dell'Iran.
Teheran diventa capitale dell’lran e iniziai l'irreversibile decine di Isfahan.Molti del component! della comunità armena di Nord-Djulfa si trasferiranno alia nuova capitale.
1800-1900 I Nascita e consolidamento di una notevole scuola di oreficeria, tessitura e manifattura a Nor-Djulfa_
1801/ Galata definitiva dei russi nel Caucaso.
La Georgia e le regioni settentrionali dell’Armenia verranno lasciate da
e ottomani ai nuovi occupanti.
1815-1818 I Carestia in Iran.
1823-1824 / Ondata di emigrazione armena da Nor-Djulfa verso Ia Russia.
1825 / l’Intervento d i Fath-Ali Shah per migliorare le condizioni degli abitanti di Nor-Djulfa e della citta di Isfahan.
1825-1828 / Guerre irano-russe. L'lran cede vasti territori nel Caucaso, Azerbaigian e Georgia.
1831 -1828 / Nuove carestie in Iran e nella citta di Isfahan. Gli abitanti di Nor Djulfa soffrono una decadenza economica e morale. Distruzione definitiva dell'alta borghesia commerciale armena in Iran.
1833 l’inizia le attività Ia scuola " Samiants Amenaprkic Varzatun" di Nor Djulfa.
1840 I Mohammad Shah si reca a Isfahan per sed are alcune rivolte e garantire Ia sicurezza di Nor-Djulfa.
1848 / Nasir ei-D in diventa Shah dell'lran. inizia un periodo di pace e prosperità per Nor-Djulfa.
1856-1857 / I russi conquistano Bukhara e Samarcanda nel Turkestan, centri di grande importanza per Ia cultura iraniana.
1875/ La comun ita armena protestante di Nor-Djulfa con sacra una Chiesa nel quartiere di Kocer.
1880 / Inizia l'attività didattica la scuola " Kendronakan Dprots" di Nor-Ojulfa
1901 / Concessione del monopolio delle ricerche petroliere in Iran agli Inglesi.
Diversi armeni di Nor-Djulfa emigrano verso le regioni meridionali dell'lran
1906 / Una nuova biblioteca conserverà i libri delle biblioteche di Nor-Ojulfa
1909 / Costituzione della Anglo-Persian Oil Company per lo sfruttamento
del petrolio iraniano. L'industria petrolifera apre nuovi spazi per l'emigra
zione degli armeni da Nor-Djulfa.
1922/ Dissoluzione dell’impero ottomano. Nasce Ia Turchia moderna sotto Ia guida di Kemal Ataturk. ll Paese intraprenderà un processo di modernizzazione forzata.
1923 / Estinzione della dinastia del Ghadjar e in izio del regno di Reza Khan Avio del processò di modernizzazione forzata dell'lran.
1941 / I russi e gli inglesi occupano l’Iran. Ondate successive di emigrazione degli armeni di Nor-Djulfa verso II sud dell'lran.
1941•1979/ Regno di Reza Pahlavi. inizio dell'emigrazione da Nor-Djulfa verso Teheran.
1951-1953 / Nazionalizzazione dell’industria petrolifera; aumento dell'influenza americana.
1971 / Un nuovo museo racchiude i tesori sopravvissuti di Nor-Djulfa.
1979 / Caduta di Reza pahlavi. L'lran a seguito della rivoluzione popolare diventa Repubblica islamica dell'lran.



Breve cronologia storica delle istituzioni pubbliche di Nor-Djulfa

Le tipografie

1636 / Grazie agli sforzi del primate Khacatur Kesaratsi, viene installata Ia prima tipografia del Media Oriente nelle vicinanze del monastero di Surb Amenaprkic.
1638 / Viene stampato II prima libra in armeno: " Salmi di Davide”.
L'inchiostro, Ia carta e i caratteri sono stati prodotti nelle botteghe del monastero.
1641 / inizia Ia stampa dl diversi libri. Khacatur Kesaratsi invia uno del suoi discepoli, Hovhannes vardapet (dottore in teologia), in Italia, per permettergli di conoscere e apprendere tutti i segreti del mestiere di tipografo.
Hovhannes tornerà a Nor-Djulfa nel 1646 portando con se del "moderni" macchinari per tipografia.
1844 / La tipografia viene dotata di nuovi macchinari dono di Manuk Hordananian.
1904 / Vengono nuovamente aggiornati i macchinari. L'ultimo rinnovamento risale al1971 .
1991 / La tipografia continua Ia sua attivita. Aile spalle può vantare una produzione di oltre quattrocento titoli e di altro materiale stampato.

Le scuole

Lnizio del secolo XVII / Nel monastero di Surb Amenaprkic viene inaugurata Ia prima scuola per novizi. In seguito sorgeranno all re scuole presso le chiese di Surb Hakob, Muradents e Stepanos. Diverse case dl pastori ospitano scuole teologiche e civl li.
Meta del secolo XVII / Aicune scuole approfondiscono in modo particolare materie collegate al commercia internazionale: geografia, ragioneria, economia, commercia e politica.
1687/ Kostand dpir(maestro)compila del testi scolastici per l'insegnamento di materie col legate all'economia e ai commercia.
1750 I Aga Petros Voskanian dona una cospicua somma di denaro per l'istituzione di nuove scuole.
1833 / Il commerciante Grigor Samian dona una somma di denaro necessaria all'istituzione di una nuova scuola. Nasce Ia scuola di "Amenaprkic Sam ian" che sarà attiva fino al1856.
1843 / Harutiun Abgarian da vita alia scuola di " Haykakan Hayrenasirakan Dprots". Dal 1856 in questa scuola verrà inaugurata una sezione di canto e musica.
1844 / Nasce una scuola teologica a Nor-Djulfa: resterà attiva per soli tre anni.
1853 I Viene inaugurata una nuova scuola adiacente al ia chiesa di Surb
Minas, contemporaneamente inizia ie sue attività Ia scuola delle chiesa di Surb Stepanos. I due istituti in seguito verranno unificati e prenderanno II nome di "Azgayin Kentronakan Dprots" (Scuole centrali nazionali). Queste scuole sono tutt'ora attive.
1858 I Viene istituita da Manuk Hordananian Ia prima scuola femminile armena di Nor-Djulfa. Unificatasi nei 1892 con Ia scuoia maschile, diverrà Ia prima scuola mista dell' Iran e di Nor-Djulfa.
1900 I Viene istituita Ia scuola "Katarinian" . Questa istituto e tutt'ora operante. .
1901 I Viene istituita Ia scuola " Gevorg Kananian". Questa ist ituto, inseguito trasformato in asilo, e tutt'ora attivo.

L'orfanotrofio

1907 / Viene istituito II prima orfanotrofio di Nor-Djulfa grazie agli sforzi e ai contributi del monaco Bagrat Vardazarian. E composto di due sezioni ,una maschile situata nelle vicinanze della scuola Gevorg Kananian, e una femminile nei pressi del monastero femminile " Kusanats Menastan" .
1957/ Aram Abrahamian dona un grande edificiodel quartiere Kocer all'orfanotrofio.

L'ospizio

1970 I Viene inaugurate II moderno ospizio di Nor-Djulfa. Non e possibile fornire notizie storiche precise riguardo gli antichi ospizi del quartiere armeno di Nor-Djulfa.

L'ospedale

1932 / Viene ‘istituito il moderno ospedale di " Hovsep Poghoskhanian" , che resterà attivo sino al 1975. L'ospedale sostituisce le vecchie " case del malati" di Nor-Djulfa.

Geography I Geografia

DJAVAH ER KALAMA., Zendeh-Rud, (Fiume Zendeh-Rud), Tehran, 1934. SAFGHI S., Djoghrafiyaye Iran, (La geografia dell'lran), Tehran, 1974.

Travellers' diaries / Diari dei viaggiatori

CARTWRIGHT J., The Preachers Travels to the East Indies, through Syria, Mesopotamia, Armenia, Media, Hircania, and Parthia ..., London, 1611.
CHARDIN J., The Travels of Sir John Chardin into Persia and the East Indies, London, 1686. Idem in francese, Amsterdam, 1686.
DAULIER DESLANDES A., Les Beautez de Ia Perse, ou Ia Description de ce qu'il y a de plus curieux dans ce royaume, enrichie de Ia carte du pais et de plusieurs estampes dessignees sur les lieux, Paris, 1673.
DEBRUYN C., Travels into Moscovy, Persia and part
of the East Indies, London, 1737.
DE CHI NON G., Relations nouvelles du Levant, ou Traites de Ia religion, du government, et des cout Umes des Perses, des Armeniens et des Gaures ... s.l., 1671.
DELLA VALLE P., Delle condizioni di Abbas, Re d! Persia, Venezia, 1628. DELLA VALLE P. (1586-1652), Viaggi di Pietro Della Valle il Pellegrino descritti da lui medesimo in lettere familiari al suo dotto amico Tommaso Schipani. La Persia, Parte 1., In: " II Nuovo Ramusio", VI , tomo I, Roma 1972.
FIGUEROA G. de S.y, L 'Ambassade de D.G. de Silva y Figueroa en Perse ... traduit de I'Espagnol par Monsieur de Wicqfort, Paris, 1667.
HAKOBIAN H., Ughegrutiunner, (Diari dei viaggiatori) Erevan, 1932.
HERBERTTH., Some Years Travels into divers part of Asia and Afrique. Describing especially the two famous Empires, the Persian and the great Mogul/ .. , London, 1677.
KAEMPFER E., Alia corte del Grande Re, 1864-1865, Tubingen-Baile, 1977.
LOTI P., Vers lspahan, Paris, s.d., circa 1904.
OLEAR IUS S., (1603-1671) Relation du voyage en Moscovie, Tartarie, et Perse d'Oiearius et du Chavalier de Mendeslo, Paris, 1656, see also: The travels of Olear!
us in seventeenth-century Russia, California, 1967.
SHERE LEY A., His relation of his travels into Persia ... , London, 1613.
TAVERNIER J. B., Les six voyages de Jean Baptiste Tavernieren Turquie, en Perse et aux lndes, Paris, 1679.
THEVENOT M., Relations de divers voyages curieux, vol. IV, Paris, 1866.
TOURNEFORT P., de., Relation d'un voyage du Levant, T. II, Paris, 1718, Lettre XX.

Historical sources I Fonti storiche

ABGARIAN G. , I testamenti (manoscritto), Nor-Djulfa, 1926.
ABRAHAM EREVANTSI., Patmutiun paterazmats, (Storia delle guerre), Erevan, 1938.
ABRAHAM KRETATS I, Patmutiun antsitsn iyurots yev NadirSahin pars its, (La storia del re iraniano Nadir Sah compilato nella meta del XVIII secolo), Calcutta, 1779, vagharsapat, 1870.
ALISAN G., Ayrarat, Venezia, 1890.
ARAKEL DAVRIZETSI, Patmutiun, (Storia • compila•ta nel 1651-1662), Amsterdam, 1699.
AVETISIAN TER S., Tsutsak hayeren dzeragrats NorDjughayi Amenaprkitc vanki, (Catalogo dei manoscritti del monastero diS. Salvatore di Nuova-Djulta), Vienna, vol. I, 1970, monogratia.
BERCHET G., La Repubblica di Venezia e Ia Persia, Tori no, 1865.
CHAM ClAN M., Patmutiun hayots, (Storia armena), Venezia, vol. Ill, 1786.
EREMIA CELEBI KYOMURDJIAN, Stampolo patmutiun (Storia di Costantinopoli), vol. I, Vienna 1913, vol. II, 1922, vol. Ill , 1939.
GILANENTZ P., Chronicles, Lisboa, 1959.
GRIGOR DARANAGHTSI, Zamanakagrutiun, (Cronologia), Gerusalemme, 1915.
HAKOBIAN V., HOYHANNISIAN A., Hayeren dzeragre• ri hisatakaranner ze dar, (I colophon dei manoscritti armeni del XVIII sec.), Erevan, vol.l, 1974, vol.l l, 1978.
HAKOB SHAMAKH ETSI, Nadir sa hi arsavanknere, (Le guerre di Nadir shah -compilato nel XVIII secolo), Erevan, 1940.
HOVHANIAN TER H., Patmutiun Nor-Djhughayi, (Storia di Nor-Djulfa), Nor-Djulfa, vol. I, 1880, vol.ll, 1881 .
KHATCHATUR DJUGHAYETSI, Patmutiun parsits, (Storia iraniana compilata nel 1779), Vagharsapat, 1905.
KHATCHIKIAN H., Gavazanagirk Nord-Djughayi arradjnordneri, (Cronologia storia dei primati di NorDjulfa), Calcutta, 1816.
KHATCHIKIAN L.S., PAPAZIAN H.D., Hovhannes Ter•Davtian Djughayetsy hasvetumare, (Libro mastro del Hovhannes Ter-Davtian di Djulfa), Erevan, 1984.
MALKOM J. (Sir)(1796-1833), History of Persia, II vol. 1815. '
MATEOS URHA YETSI , Zamanakagrutiun, (Cronolo•g1a), Vagharsapat, 1898.
MINASIAN L.G., Tsutsak dzeragrats Nor-Djhughayi S. Amenaprkic Vanats tangarani, (Catalogo dei manoscnttl del museo del monastero di S. Salvatore di Nor-Djulfa), Vienna, vol. II , 1972, monografia.
MINASIAN L.G., Divan S.Amenaprkic vanki 1606-1960, (Archivio del monastero S. Salvatore di Nor-Djulfa 1606•1960), Nor-Djulfa, 1983, monografia.
PETROS GILANENTS, Zamanakagrufiun, (Cronologia),
Tillis, 1863. •
SAMUEL ANETSI, Havakumn I grots patmagrats, (An•tologia delle fonti storiche), Vagharsapat, 1893.
SANDJIAN A., A catalogue of medieval Armenian Manuscripts in the United States, Los Angeles, 1976.
SIMEON DPIR LEHATSI, Ughegrutiun, Teghagrutiun yevhisatakarank, (Diario dei viaggi, annotazioni e descrizioni), Vienna, 1936.
SIMEON KATOGHIKOS EREVANTSI, Djambr, Vagharsapat, 1873.
STEPAN OS ORBELIAN, Patmutiun nahangin Sisakan (Storia della regione di Sis), Till is, 1910.
TAGHIADIANTS M., Azgaser, vol. I, Calcutta, 1845.
TER-AVETISIAN S., Tsutsak hayeren dzeragrats Nor Djiughayi Amenaprkic vanki, (Catalogo dei manoscritti del monastero diS. Salvatore di Nor-Dj ulfa), vol. I, Vienna 1970.
TER HOVNANIANTS H., Patmutiun Nor-Djhughayu vor Haspahan, (Storia del Nor-Djulfa di Isfahan), vol.I, Nor-Djulfa, 1880.
TOVMA METSOPTSI, Patmutiun Lank-Tamura yev hadcordats iyurots, (S toria di Tamerlano e i suoi discendenti), Paris, 1860.
ZAKARIA AGULETSI, Oragrutiun, (Diario), Erevan, 1938.
ZAKARIA SARKAVAG KANAKERTSI, Patmutiun, (Storia), vo l. 1-11 1, Vagharsapat, 1870.

History / Storia

AA.VV., Hay iogovrdi patmutiun, (Storia del popolo armeno),Erevan, vol. IV, 1972.
ABGARIAN T., Nor-Djhughayi dprotsnere, (Le scuole di Nor-Djulfa), Nor-Djulfa,191 4. 20
ABRAHAMIAN A. G., Hamarrot urvagitzhaygaghtavayrer patmutian, (Profilo storico essenziale della diaspora armena), Erevan, vol. I, 1964, vol. II , 1967.
AGHASSIAN M., KEVONIAN K. , Le commerce armenien dans /'Ocean lndien aux 11' et 1Ef siecles, In: " Marchands et hommes d'affairs asiatiques, Paris,1987.
ANDREASIAN V., Carmahal gavare, (La provincia di Carmahal), Nor-Djulfa, 1977.
ARAKELIAN H., Parskastani hayere, nrants antsyale, nerkan yev apagan, (Passato, presentee futuro degli armeni dell' lran), Vienna, 1911.
AVETISIAN K. E A., Hayrenagitakan etiudner, (Studi armenologic i), Erevan, 1979.
BAUSANI A., I Persian!, Firenze, 1962.
BAYBURDIAN V.A., Nor-Djhughayi haykakan gaghute yev katolik misyonerneri kazmakerputiunnere, (La cornu nita armena di Nor-Djulfa e le organizzazioni dei missionari cattol ici), In: " Teghekagir" SSH GA, Erevan, 1964, no. 9.
BELLAN 1., Chah Abbas I, Paris, 1932.
BERCHET G., La Repubblica di Venezia e Ia Persia, Torino, 1865.
CERCEAU DU J.A., The History of the Revolution of Persia, 1728 s.l.
GOROIAN N., Parskastani hayere, (Gii armeni dell’Iran), Tehran, (manoscritto del 1898), 1968.
HOSTER E., Iran dar yeksadosinzdah sate pis, (Iran centotredici anni fa), Teh ran, 1976.
HOVASAPIAN A., Irani hay avetaranakan yekeghetsin, (La chiesa adventista dell'lran}, Tehran, 1976.
HOVSEPIAN G., Khaghbakiank kam Prrosiank Hayots patmutian medch, (Khaghbakiank o Prrosiank nella storia armena), Vagharsapat, 1928.
KEVONIAN K., Marchands Armeniens au XV/1 ° siecle - A propos d'un livre armenien pub/ie a Amssterdam en 1699, In: "Cahiers du Monde russe et sovietique, XVI (2), Avrii-Juin 1975.
KIURDIAN H., Djhughayi Khodja Nazar yev Khodja Safar, (I Khodja di Djulfa: Nazare Safar), In: " Pazmavep",Venezia, vol. 1-2, 1976.
KRUINSKI P., Histoire de Ia Derniere Revolution de Perse The Hague, 1728.
LEO., Hayots Patmutiun, (Storia armena), Erevan, vol.Ill, 1946, vol. IV, 1972.
LOCKHART L., The Fall of Safavi Dynasty and the Afghan Occupation of Persia, Cambridge, 1958.
MINASIAN L.G., Patmutiun Perio hayeri, (Storia degli armeni di Peria), Antelias, 1971.
MORSE H. B., The chronicles of the East India company trading to China, vol. I, Oxford, 1926.
NADJARIAN H., Turk-iranakan haraberutiunnere XVI darum ou XVII dari aradjin kesin yev Hayastane, (L' Armenia e le relazioni irano-ottomane nella prima meta del XVI e nel XVII secolo), Erevan, 1961.
RAVANDI M., Tarikhe edjtemayiye Iran, (Storia sociale dell'lran), vol. Ill, Tehran, 1979.
SAFA Z.A., Kholaseye tarikhe siyasi, edjtemayi va farhangiye Iran, (Concisa storia socio-culturale e politica dell' Iran), Teheran, 1977.
SERMAZANIAN G., Niuter azgayin patmutian hamar.Yereveli haykazunki Parskastan, (Materiali per Ia storia armena; gli armeni dell'lran), Rostov, 1890, (monografia)
SETH M., The Armenians in India, Calcutta, 1937.
TER-AVETISIAN S.V., /sotorija Novoj Dzulfy, (Storia di Nuova Djulfa), Tbilisi, 1927, monografia.
TER•HOVHANIAN H., Patmutiun Nor-Djhughayi, (Storia di Nor-Djulfa), vol. I, II, Nor-Djulfa, (manoscritto), 1880-81.
WALKER J. CH. , Armenia. The Survival of a Nation,Lqndon-New-York, 1980.

Ethnography, Litterature, Sciences / Etnografia, letteratura, scienza

ABGARIANTS T.T. , Nor-Djhughayi entanekian bark ou havatk, (Le credenze e Ia vita famig liare di Nor•Djulfa), Tehran, 1912 (manosc ritto inedito).
ABGARIANTS T.T., Nor-Djhughayi angir grakanutiun, (La prosa e poesia orale di Nor-Djulfa), Tehran, 1966.
EREM IAN A., Psranknerdjhughahay yev hndkahay ba• nahiusutiunits (XVII-XIX dd.), (Frammenti dalle tradi zioni orali di Nor-Djulfa e degli armeni dell'lndia dei secoli XVII-XIX), Vienna, 1930.
MINASIAN L., Nor Djhughayi tangarane, (II museo di Nor-Djulfa), Djulfa, 1968, monografia.
TUMAN IAN B., Hay astghagitutian patmutiun, (Storia dell 'astronomia armena), Erevan, 1964.
SAHAKIAN H., Hay asughner, (I cantautori armeni), Erevan , 1961.

Architecture, Archaeology / Architettura, archeologia

AGHANIAN V., Nor-Djhughayi yekeghetsi-ukhtateghi yekeghetsinere, (Le chiese di Nor-Dju lfa), Nor-D julfa, 1924, monografia.
ARAKELIAN H., Patkeragirk S. Betghehem yekeghetsu, (Album sulla Chiesa diS. Betlemme), Tehran, 1980.
BARKHUDARIAN S. Midchnadarian haydchartarapetner yev kargordz varpetner, (Maestri costruttori earchitetti medievali armeni), Erevan, 1963.
CARSWELLJ., New Ju/fa, The Armenian Churches and other Buildings, Oxford, 1968; m•onografia.
GODARD A., Kunst der Iran, Berli n, 1964.
COSTE P., Monuments modernes de Ia Prese, Paris, 1867 (non consultato).
HAIG T.W., Graves of Europeans in the Armenian cemetery at Isfahan', In: "Journal of the Royal Asiatic Society", London, vol. XI, 1919.
HARUTIUNIAN V., Midchnadarian Hayastani Karavanatnern ou kamurdchnere, (I caravan-serragli e i ponti dell' Armenia medievale), Erevan 1960.
HONAR-FAR L., Gandjineyeasare tarikhiye Esfahan, (I tesori d'arte della c itta di Isfahan), Isfahan, 1965.
HONAR-FAR L., Ganjineye asare tarikhiye Esfahan, (Tesori dell 'arte di Isfahan), Tehran, 1973.
KARAPETIAN K., Isfahan, New Julfa: The houses of the Armenians, Roma, 1974, monografia.
MINASIAN L., Irani haykakan vankere, (I monasteri armeni dell'l ran), Tehran , 1971.
MINASIAN L., Irani haykakan yekeghetsinere, (Le chie•se armene dell'lran), Nor-Djolfa, 1983.
MINASIAN L., Nor-Djhughayi gerezmanatune, (II cimetero armeno d i Nor-Djulfa), Nor-Djulfa, 1985.
POPE A.U., A Survey of Persian Art, vol. l l, Oxford, 1939.
RAFII M EH R-ABADI A., As are Melliye Esfahan, (I monumenti nazionali della citta di Isfahan), Tehran, 1974.
YUZKH KDJIAN V., Nkaragrutiun parskastani yereveli sinvtsots, (Descrizione dei monumenti sig nificat ivi dell'lran), Costantinopol i, 1854.
Arts I Le arti

EREMIAN A., Nor-Djhughayi ZE daru vormnankarcakan husardzannere, (Le miniature e le pitture mu rali del XVII secolo di Nor-Djulfa), New-York, 1942.
GHAZARIAN M., Hay kerparvesteZE-ZE darerum, (Le arti applicate armene nei secoli XVI I-XVIII), Erevan, 1974.
MINASIAN L., Yergasats Ter Karapet, (II canzoniere Karapet), Tehran, 1967.
MINASIAN L , Voskercutiune Nor-Djhughayum, (L'oreficeria del Nor-Djulfa), Nor-Djulfa, 1983, monografia.
MARTI KlAN Y., Haykakan kerparvesti patmutiun, (Sto•
ria delle arti appl icate armene), vol. I, Erevan, 1971. 21





II complesso conventuale e Ia chiesa relativa si trovano nel quartiere Metz Meydan di Nor-Djulfa. Esso venne consacrato no! 1664al termine dei lavori di costruzione durati 9anni. Venne dedicata a S. Salvatore in ricordo dell'omonima chiesa che era Ia cattedrale di Hin-Djhuga (in Armenia); questa era stata costruita sui resti di un precedente luogo di culto edificato nel 1606 quando Ia prima ondata di immigrazione armena, proveniente da Isfahan verso le sponde del fiume Zayende-Rud, aveva avuto bisogno di una Chiesa per farne il centro della propria vita spirituale. Promotore dell'edificazione del monastero fu il vescovo Davit (Davide) che raccolse Ira Ia popolazione armena gli ingenti mezzi finanziari necessari all'opera. In breve tempo S. Salvatore assurse a lran go dl arcivescovado con una giurisdizione che si estendeva a tutte le cornuta armene della Persia nonché a quelle insediatesi in India.
II complesso architettonico appare oggi notevolmente modificato rispetto alia struttura originaria e dispone di tre ingressi, uno principale (1) e due secondari (2) sul lato ovest, mentre un quarto si apre sul lato sud (2). L'ingresso principale e costituito da un vano molto allungato, affiancato da due sale d'attesa peri visitatori (5), sui quale si innalza un campanile a tre piani (6) costruito nel 1931. Esso immette in un vasto cortile (3) mentre un altro cortile secondario (4) delimita il monastero sul lato orientale. Numerosi edifici di un certo interesse architettonico si aprono sui cortile principale:
nell' angola nord-ovest sorge attualmente Ia tipografia (7), costruita nel 1930 in sostituzione di quella antica che rimontava al XVII secolo; quindi Ia nuova biblioteca (8) edificata nel1905-19061addove un tempo sorgevano le celle dei monaci. Più verso est, a dividere il primo dal secondo cortile, un notevole edificio (9) risalente al1915 e adibito a funzioni amministrative;
Contigui una serie di locali (10) che costituivano Ia residenza dell'abate e dell'arcivescovo e furono costruiti attorno al1860 sui rest! di un'ala più antica. Lungo il perimetro si aprono poi vari ambienti di servizio e abitazioni (11) nonché Ia sala del ricevimento (12).
Nell'angolo nord-est del complesso nel1971 e stato collocato un edificio moderno destinate a museo del monastero, che non viene riportato nella pianta per permettere una migliore lettura della struttura architettonica originaria.
Da segnalare infine che II cortile, lastricato di mattoni secondo l'uso locale, ospita numerose tombe.
II nucleo più antico del monastero e con tutta probabilità rappresentato dalla chiesa (15), dedicata a San Giuseppe e costruita tra 1655 e 1664. Le facciate est e ovest sono libere, quella a meridionale e in comune con altri edifici residenziali mentre quella settentrionale si apre su un lungo corridoio che si conclude verso ovest con una minuscola cappella. Sull'altro Iato del corridoio due gavit (13) che si aprono su un unico at rio e risalgono probabilmente al XVIII secolo. A ovest della chiesa rna staccato da essa e situato in fine il campanile a Ire pi ani (14); quattro colonne reggono degli archi di mattoni sui quali poggia una cappella sopraelevata dedicata agli Arcangeli Gabriele e Michele; una cupola ottagonale di ridotte dimensioni costituisce in fine il terzo livello del campanile.

La chiesa di San Giuseppe La chiesa ha Ia classica struttura di " sala a cupola" pur nelle ridotte dimensioni.
Due semi pilastri imponenti dividono con nettezza lo spazio interna in due aree distinte: quella a ovest, coperta da una piccola cupola, era riservata ai fed eli mentre quella più a est (aperta esclusivamente al clero) e sovrastata da una grande cupola con relativo tamburo. A est Ia chiesa e chi usa da un abside a pianta pentagonale affiancato da due cappelle d'angolo; quella meridionale ingloba anche un altro ambiente ed era adibita, al pari degli altri ambienti adiacenti alla parete sud (cui si accedeva dalia chiesa stessa) alla conservazione dei paramenti sacri. L'interno e illuminato dalle finestre che si aprono nell'abside e sui muri perimetrali rna Ia quanti Ia maggiore di luce proviene indubbiamente dalie otto aperture paste sui tamburo della cupola.
Nei primi anni del XVIl l secolo internamente e stato posato uno zoccolo decorativo(alto m 1 .65), costituito da piastrelli e di ceramica decorate a motivi floreali, i cui colori predominanti! so no il giallo e il blu, che costituisce un tipico esempio dell'arte decorativa dell'epoca. AI di Ia dello zoccolo l’interno della chiesa e coperto di affreschi e decorazioni in maiolica ed e adornato con oggetti e paramenti sacri. Gli stili adoperati sono assai diversi:
da quello persiano locale a quello armeno-persiano, dall'armeno occidentale a uno stile schiettamente europeo. Le ragioni di queste influenze occidentali van no ricercate nei frequenti contatti dei mercanti armeni con !'Europa (e più in particolare con Venezia e con Amsterdam) tanto che non era Infrequente il caso di artisti che, provenienti da citta dell'Europa, operassero a Isfahan per lunghi periodi o che addirittura vi soggiornassero per tutta Ia vita. I temi della decorazione interna si rifanno a scene delia Bibbia (Paradiso e Inferno sulla parete nord-ovest) oppure alia vita dei santi (le pene di San Gregorio l'illuminatore sulla parete sud-ovest). Vi sono poi varie scene di episodi sacri, figure di angeli ed arcangeli, immagini della Vergine che sono opera di maestri armeni molto noti quali Simon, Minas, Ter Stepanos e Hovhannes Tiyezerluys.
Particolare menzione meritano alcuni elementi dell'arredo: l'altare, che reca una finissima decorazione e risale alia meta del secolo scorso, il pressappoco coevo trono vescovile, e Ia tenda di divisione dell'altare, elemento tipico del rito armeno, arricchita d i ricami di notevole finezza che e di provenienza cinese e risale all'inizio del XIX secolo.
L'esterno della chiesa di San Giuseppe, dominato dalla sagoma inconfondibile della cupola, ripropone le forme slanciate dell'interno scandite da un piccolo campanile del XVIII secolo. Le pareti sono interamente di mattoni a vista, impreziosite dall'inserimento di tasselli d i ceramica che formano motivi decorativi tipici del gusto ecclesiastico.
https://plus.google.com/u/0/105888027568807427851/posts/KNPF8CtWZNe http://www.zatik.com/iniziativesvis.asp?id=165

vahe