Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

19 Dic - 2018- Prof.Mario Nordio ; Il genocidio degli Armeni - Atti del convegno di Roma del novembre 1996 - IL SIGNIFICATO PROFONDO DEL RICONOSCIMENTO-
Di Prof.Mario Nordio ;
Il genocidio degli Armeni - Atti del convegno di Roma del novembre 1996 - IL SIGNIFICATO PROFONDO DEL RICONOSCIMENTO- della Associazione ITALIARMENIA
(*) Si precisa che il termine genocidio e stato
coniato nel 1944 dal giurista R. Lernkini, consigliere
del Ministro degli Esteri degli U.S.A.,
--------
Non v'è dubbio che Ia sensibilità che ci ha condotto qui sia in se stessa una garanzia di riconosci­ mento di quanta e avvenuto agli armeni sulla !oro terra 81 anni fa. II <> di allora e stato davvero tale: la cancellazione di un popolo da un 'a­ rea che aveva segnata con prese nza, operosita, fede, arte e pensiero per molti secoli ammette quell'appel­lativo, che e misurato sulla tragedia e su quello che e stato spazzato via. Un male, si potrebbe dire, non molto diverse da altri 'grandi mali' che lo hanno seguito fino ai nostri giorni, ma che resta il primo del secolo che si sta chiudendo, della faccia buia della nostra modernità. Per questa il massacro e assiale nella nostra epoca; e non c'e uno Spielberg che rac­colga in un 'opera immane i volti, Ie parole, di chi ha vissuto, visto, sentito. I trent'am1i e più di quegli orrori rispetto all'olocausto rendono ormai quasi Impossibile un'impresa simile.
Questa, pero, non rende i fatti che abbiamo ascol­tato più gravi degli i altri. Il peso umano, culturale e politico peculiare del massacro sta altrove: riconoscere l'inizio costituito dal «grande male» permette alla nostra umanità di non occultare l'origine cultu­rale contemporanea del massacro come arma piena­ mente politica e d'impostare una Lucida azione preventiva c di contrasto; finora ciò non avventuro.
Cosi non risulta per niente singola re che il pili antico dei massacri presenti alla nostra memoria vivente sia quello sui quale più grava il silenzio. Mai come in questa caso Ia restituzione della dignità alle vittime attraverso il riconoscimento del !oro sacrificio e stata
legata a parole che devono essere ancora pronunciare; nella stesso tempo mai è stata legata di più al discernimento rispetto ai colpevoli. Come ricordava Armin Wegner, a massacro ancora in corso, non e responsabile un popolo intero ma un suo governo in una determinata fase storica. Questa è il mio convincimento profondo e che credo qui condiviso. Infatti poi, oltre le testimonianze storiche e oltre il lavoro degli storici , del quale il professore Dadrian ci ha portato un esempio alto, oltre a questo nostro lavoro, a chi ha dirette intenzioni resta sempre il dubbio sulla maggio re o minore Idoneità delle soluzioni che si adottano quando l'Umanità riconosca i suoi crimini. a storia ci ha insegnato, se non altro, a diffidare dai:bagni di sangue e dai processi esemplari.

In un bel libro, ormai di quindici anni or sono, di Rne Juvar, fl capro espiatorio, l'autore ci ricorda che Ia vittima innocente non riesce mai a eliminare persecuzione - che, anzi, aumenta con l'evidenza: !a sua innocenza -, ma ci insegna anche quanta sia facile rendere capro espiatorio il colpevole, liberandoci cosi cosi della colpa e soprattutto degli effetti della sua colpa. Credo che trovarci nella sede pili alta della nostra democrazia per discutere del «grande male» significhi una comune rinuncia alia Strada di una catarsi a spese d'altri. Come tutti i cittadini dei par­ l amenti che si sono espressi in proposito, non ci so no qui italiani chc sollecitino iJ !oro parlamcnto ad una presa di posizion'c;:be condanni qualcuno oggi per le colpe di altri allora. L'impegno di chi ha promosso questa iniziativa, anche J'Italia- Armenia, e per un riconoscimento u tTiciale, di significaro umano e politico, di cio che e stato il massacro dcgli armeni. In questa modo, ahime , non si rcstituisce alcu no scettro ad alcun principc, non si leniscono piu le ferite, non si ridistribuiscono piu poteri di alcun genere, si com­ pie invece semmai uno di quegli atti peri quali un'as­ scmblea in piena sovra nita incrementa i s ignificati profondi della sua unita di frontc a! popolo che rap­ presenta, di fronte a! mondo e, solo da ultimo, di fronte a noi che attend iamo con maggior trepidazione un gesto simile.
Mi sono permcsso di insistere un attimo, torse troppo e me ne scuso, su questa aspetto perche l'as­ sociazione che rapprescnto qui ha fra i suoi scapi un rapporto fra Italia ed Armenia che vada al d'Ia delle emergenze, dei terremoti, e delle urgenze: più quotidiano, domestico, effettivo, fattivo, che reciprocamente italiani c armeni ci meritiamo per questa tradizione positiva multi centenari di rapporti, come per !a solidarietà espressa nei momenti tragici. Ricardo qui solo le orfanelle ospitate dopo il massacro e Ia solerzia dopo il terremoto devastante. E non so immaginare pcroun ordito sui quale Infittire Ia trama di questi rapporti diverso dal riconoscimento del fatto più grave e luttuoso che ha mai toccato il popolo Armano. Dal massacro il popolo armeno ripartito per il suo lungo cammino che lo porta oggi , più felicemente di allora, verso Ia fine del secondo millennio Di li, va riconosciuta la sua presenza nella nostra storia , anche quella presenza nella nostra storia che ha portato Ia nuova Repubblica di Armenia senza ricorrere all'invenzione di tradizioni o ad esclusioni su base etnico - culturale, fatto più unico che raro di questi tempi.
Altri passi credo possano esser fatti, nel senso di un rapporto piu torte e vivo proprio con Ia Repubblica di Armenia. Certamente, ad esempio, I'apertu­ra della nostra ambasciata c di un nostro istituto di cultura perché - no - ad Erevan, che molti di noi credo siano concordi a sollecitare, porterebbe a una pienezza di "contatti e al dispiegamento di opportunità all'altezza delle reciproche potenzialità. Di sicuro iniziative culturali di ampio respiro, anche in occasione di commemorazioni millenarie, tra poco, sono vederci im­pegnati insieme al popolo armeno e alla Repubblica di Armenia contribuendo a quella comprensione profonda senza Ia quale non c'e collaborazione durevole. Nello stesso tempo, accanto a questi im­pegni rimane centrale, per me italiano, incontrare il popolo armeno alle sue radici moderne che sono di sofferenza . lo spero che il nostro
parlamento voglia farlo in tempi brevi, anche perché italiani ed armeni sono accomunati con altri dal fatto che mai hanno preteso di derivare dalla propria sof­ferenza come dalla propria Identità altro diritto da quello del suo riconoscimento. In questa, per fortuna, abbiamo saputo essere insieme, abbiamo saputo misurare Ia storia prima che Ia storia misurasse noi . Oggi però , attenzione, Ia nostra storia eurasiatica si pre­senta con un tornante di millennio in cui i rischi geo economici e geopolitici gravano sui più deboli in forme che nel massacro degli armeni hanno il !oro archetipo concettuale e operativo, saturo di possibili e prospettate riedizioni. Anche per questi motivi noi dobbiamo agli armeni e all'Armenia un solerte, limpido, pacato e fermo riconoscimento del massacro. Credo che nessuno possa giudicare ragionevole o tollerabile un silenzio politico sul «grande male» che valichi Ia soglia del secondo millennio.
---'
NOTA DI Minas Lourian
Nordio, brillante professore di Storia delle Istituzioni politiche del Vicino e Medio Oriente a Ca' Foscari, fondatore dell'Associazione ItaliArmenia che aveva lo scopo principale di avvicinare personalità del mondo politico italiano al mondo armeno e all'Armenia all'indomani dell'indipendenza. Le finalità erano state illustrate al pres. Levon Ter Petrosyan (in quanto presidente del Coniglio Supremo dell'Armenia non del tutto indipendente) durante la sua primissima visita ufficiale all'estero, organizzata dalla Regione Veneto (non esistevano ancora rapporti bilaterali tra l'Italia e l'Armenia ancora Sovietica) per volontà dell'allora Ministro dei Trasporti Bernini, ex presidente della Regione Veneto. Dalla fondazione alla data di scomparsa del prof. Nordio, le attività di ItaliArmenia erano ospitate presso la sede del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena di Venezia.
https://plus.google.com/u/1/105888027568807427851/posts/51k6vY9vCoP

-----------------------------

“ LA NUOVA FRONTIERA – international Human Rights and Security Review Anno II - num 7 . 1006 -97 all’autuno
L'immagine può contenere: 1 persona, testo
10Tu, Larisa Sargsyan, German Sartori e altri 7
Commenti: 13Condivisioni: 4
Mi piace
Commenta
Condividi
Commenti

Minas Lourian
Minas Lourian Nordio, brillante professore di Storia delle Istituzioni politiche del Vicino e Medio Oriente a Ca' Foscari, fondatore dell'Associazione ItaliArmenia che aveva lo scopo principale di avvicinare personalità del mondo politico italiano al mondo armeno e …Altro...
1

Mi piace

· Rispondi · 23 h

Vahè Massihi Vartanian
Vahè Massihi Vartanian Strano che armeni di oggi vivono così distanti da ciò che noi avevamo iniziato fare egregiamente con i risultati ottenuti e no a chiacchiere, grazie Minas Lourian e la Unione Degli armeni vorrà copiare il materiale del nostro Archivio, sto ri pubblicando pezzo alla volta .
2

Mi piace

· Rispondi · 23 h

Gagik Baghdassarian
Gagik Baghdassarian Era una bravissima persona e un grande amico del popolo armeno.
1

Mi piace

· Rispondi · 18 h

Vahè Massihi Vartanian
Vahè Massihi Vartanian CARO Gaghik Gagik Baghdassarian, con te abbiamo le cose cpmmemoabili, ora si fa poco o quasi nulla , alcuni al nord r alcuni a Bari e qualche cosa a Roma Facciamo, ma gli armeni tra loro hanno dei rapporti molto limitati ; io sto mettendo , i contenuti delle due iniziative . Del 1996 e del 2000 , per rinfrescare la memoria ;
2

Mi piace

· Rispondi · 18 h

Gagik Baghdassarian
Gagik Baghdassarian Ma dove sei, in Iran o in Italia?

Mi piace

· Rispondi · 18 h

Vahè Massihi Vartanian
Vahè Massihi Vartanian Sto a Roma , sono blockers pure aeri pe l' embargo , puryroppo;

Mi piace

· Rispondi · 18 h · Modificato

Vahè Massihi VartanianVahè Massihi Vartanian ha risposto
· 3 risposte 11 h
Gagik Baghdassarian
Gagik Baghdassarian Ciao carissimo. Hai ragione, qualcosa ci siamo riusciti a fare. Erano tempi belissimi che ricordo con tanta nostalgia.
2

Mi piace

· Rispondi · 18 h

Carlo Coppola
Carlo Coppola Un grande saluto al caro Gagik Baghdassarian tra i più tenaci e determinati rappresentati che la nostra Repubblica amatissima abbia mai avuto! Forza e onore!
1

Mi piace

· Rispondi · 18 h · Modificato

Rupen Timurian
Rupen Timurian Gagik Baghassarian grande seminatore di pace e Amore
1

Mi piace

· Rispondi · 17 h

Vahè Massihi Vartanian
Vahè Massihi Vartanian Che bella sorpresa di avere Gaghik Gagik Baghdassarian ed essere in contatto
con noi ;
1

Mi piace

· Rispondi · 17 h

Vahè Massihi Vartanian
Scrivi un commento...

Vartanian