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18- 19 Marzo e' l'85 anniversario di TALAAT PASCIA
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Non c’è pace per gli Armeni
Il governo turco ha programmato per il 2006 una campagna di informazione denominata “Great Project 2006 - La menzogna armena attraverso i documenti armeni” dedicata a Talaat Pasha nell’85° anniversario della sua morte.
Taalat Pasha fu l’organizzatore del genocidio armeno, responsabile dell’uccisione di un milione e mezzo di appartenenti a quel popolo negli anni 1915-18 e della deportazione di altre migliaia di persone. Fu ucciso a Berlino nel 1921 da un profugo armeno a cui era stata sterminata la famiglia: il tribunale non si sentì di condannarlo vista l’efferatezza dei crimini commessi dall’ex Ministro degli Interni turco.
L’Unione Europea tra le condizioni poste al governo turco per l’ingresso in Europa ha posto anche quella del riconoscimento del genocidio armeno. I Turchi hanno pensato di aggirare la questione promuovendo una sorta di “negazionismo” armeno. A tal fine è stata istituita un’apposita commissione presieduta da Rauf Denktash (ex presidente della Repubblica di Cipro del Nord), composta da cinquanta membri, tra cui docenti universitari, alti gradi militari e da una ex miss Turchia.
La commissione sostiene di essere in possesso di documenti che comproverebbero l’inesistenza della persecuzione armena.
Suha Bacanakgil, dell'Ambasciata Turca in Italia ha dichiarato a tal proposito: “Esistono due lati di una stessa medaglia: gli Armeni dicono che c'è stato un genocidio, noi sosteniamo che c'è stata una tragedia con forti perdite da ambo le parti: la commissione è il tentativo di arrivare a una verità storica, una base da cui iniziare a parlare”.
Denktash si presenterà ufficialmente il 18 e 19 marzo prossimi a Berlino in occasione dell'85° anniversario della morte di Talaat Pasha.
Le associazioni armene in esilio hanno dato inizio ad una protesta presso la UE e il governo tedesco. “Lo scandalo continua - protesta il “Collectif Van”, associazione armena francese. “Cinque milioni di Turchi - alcuni portati con aerei organizzati per l'occasione - dovranno assistere a queste celebrazioni senza che la Germania apparentemente abbia protestato. La nuova cancelleria ha il diritto, con il suo silenzio, di proteggere quest'omaggio a un criminale di guerra e, quindi, alla politica negazionista che la Turchia porta avanti?”
Di questi giorni è un’altra drammatica notizia che ha per protagonista il popolo armeno: è in atto una sistematica distruzione delle croci medievali, i khatchkar, pietre simbolo, oggetto di culto da parte della comunità armena, nei cimiteri armeni in Azerbaijan.
Il 26 gennaio il Parlamento europeo è intervenuto ufficialmente presso il governo di quel Paese chiedendo di mettere fine a tale distruzione.
Il Collectif Van ha dichiarato che “dal 10 dicembre alcune decine di soldati azeri, armati di pale, martelli e bulldozer, distruggono questi khatchkar e li buttano nel fiume Arax. Forse bisogna spiegare il silenzio assordante di Onu, Unesco e della Comunità internazionale con la presenza dell' oleodotto Baku-Ceyhan?”.
Il collettivo francese ha lanciato una petizione per avvertire il mondo intero di quanto sta accadendo: foto e filmati stanno facendo il giro dei siti delle comunità armene sparse nel mondo.
Ma forse i numeri sono più efficaci. Erano dodicimila le croci: oggi ne restano poche centinaia e in pessimo stato! Per il popolo armeno si tratta di un vero e proprio sacrilegio!
Basti pensare a quanto accadde in occasione della distruzione dell’antica città armena di Giulfa, oggi nell'Azerbaijan, che si dice sia stata fondata da Noè (in Armeno si chiama Nakhichevan, “Colonia di Noè”).
La città si trovava sulle rive del fiume Arax; nel 1605 lo Shah Abbas I costrinse gli Armeni a trasferirsi in Persia. Essi fondarono una nuova città che battezzarono Nuova Giulfa. Nel frattempo lo Shah, per impedire il ritorno degli abitanti, fece distruggere la vecchia città, ma non il cimitero con le sue croci medievali.
Vartan Oskanian, ministro degli Affari Esteri del governo armeno, nella lettera che ha inviato al direttore generale dell'Unesco, dice: “Quest’ area, situata tra l'Armenia e l'Iran, è stata considerata casa per una grande maggioranza di generazioni di Armeni.
Il cimitero in questione conservava più di diecimila croci di pietra – khachkar - e il governo azero ha iniziato la sistematica distruzione di esso fin dal ventesimo secolo, ha continuato a farlo con forza nel 2002 e nel corso di questi ultimi tre giorni ha continuato questo lavoro con una violenza inaudita, per tentare di cancellare le tracce della presenza armena in queste terre”.
Oltre al Parlamento europeo, sono intervenuti presso il governo azero il Congresso degli Stati Uniti e la Camera dei Lord, chiedendo di porre immediatamente fine a questa barbarie.
V.V
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