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PETIZIONE POPOLARE - PETITION - ENGLISH; ITALIANO, FRANCE , ESPANOL
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European Armenian Federation
for Justice & Democracy
EUROPEAN PARLIAMENT AND THE ARMENIAN GENOCIDE
JOINT STATEMENT OF THE EUROPEAN CIVIL SOCIETY
Signed by 261 associations throughout Europe
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E.A.F.J.D. – Avenue de la Renaissance 10 – 1000 BRUXELLES
Tel. : +32 (0) 2 732 70 26 - Tel. / Fax. : +32 (0) 2 732 70 27
E-mail : contact@eafjd.org - Site Internet : http://www.eafjd.org
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ENGLISH
Please find attached the English, French, German and Italian version of the joint statement.
Dear Members of Parliament,
We, European citizens, follow up with a sustained attention the Union enlargement process and especially the developments relating to Turkey’s controversial candidature.
We took note of the report on “Turkey’s progress towards accession” voted on Monday September 4 by the Committee on Foreign Affairs. We particularly noticed with delight that the European Parliament “reiterates its call on Turkey to acknowledge the Armenian genocide, as called for un the previous European Parliament resolutions of 15 December 2004 and 28 September 2005” and “considers such acknowledgment to be a precondition for European Union accession”.
We were also informed about threatening pressures exerted on you by Turkey and the disinformation campaign in order to remove this mention. As citizens of the Union, we are absolutely indignant that a foreign power with radically anti-European values can thus alter the sovereign appreciation formulated by our European representation on this issue.
This is why we take the liberty of reminding you the following facts:
1. The call for the Armenian genocide acknowledgment as a precondition by the European Parliament does not constitute at all an additional requirement towards Turkey. This requirement was clearly formulated in almost the same wording, less than a year ago, in the resolution on “opening the negotiations with Turkey":
“The European Parliament calls on Turkey to recognise the Armenian genocide; considers this recognition to be a prerequisite for accession to the European Union” (P6_TA(2005)0350, 28/09/2005);
This formulation is in the political line of those written in the preceding resolutions of 18 June 1987 and 15 December 2004. To water down or to remove it would constitute an obvious sign given to Turkey that the European Parliament is on the point of denying its principles,
2. The fact that such a condition was not formally imposed to other Candidate States does not constitute an argument proving its non-admissibility. The application of other States even would not be taken into consideration. The acknowledgement of its crimes by the State who perpetrated it is an accession criteria,
3. the calls reiterated by the European Parliament concerning this issue allowed the beginning of timid debates in Turkey. Weakening these demands would constitute an objective support to nationalists who want to eliminate in Turkey some dissident voices on this matter and to keep Turkey away from our European standards,
4. Turkey, who claims to wish to debate on this question, still has not answered to the Armenian president proposal which consists in establishing an intergovernmental commission in order to examine how to solve all the problems between the two countries and to create diplomatic relations. On the other hand, Turkey continues to deploy its denialist strategy in terms of historians committees and opening of archives in order to extract the genocide question from the political context of its candidature for the Union,
5. The denial policy of Turkey is not only a permanent offence to our European values, it is also the mark of an ultranationalist and racial ideology which constitutes a concrete threat towards our societies and our children.
Communities throughout Europe which are watching with anxiety the negotiating process with Turkey will be terribly disappointed seeing the EP retreat from the very laudable position established by its Foreign Affairs Committee on such a fundamental principle. We urge you to come forward with a proud vote upholding the Parliament's commitment in this matter."
Consequently, we urge you to maintain in plenary session the clear and adequate formulation of the paragraph 49 adopted by the Foreign Affairs Committee.
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ITALIANO
Sig.re e Sig.ri deputati europee.
I cittadini europei quali noi siamo, seguono con grande attenzione il processo di allargamento dell’Unione e particolarmente gli sviluppi della controversa candidatura della Turchia.
Abbiamo preso visione del rapporto sul “progresso della Turchia sulla via dell’adesione” votato lunedì 4 settembre da parte della Com missione degli Affari Esteri. In particolare, abbiamo constatato con grande soddisfazione che il Parlamento europeo ha reiterato la richiesta alla Turchia di riconoscere il genocidio armeno, così come aveva già fatto in passato nelle risoluzioni precedenti il 15 dicembre 2004 e il 28 settembre 2005, e che considera tale riconoscimento una condizione preliminare per l’adesione all’Unione europea.
Siamo stati ugualmente informati sulle numerose pressioni comminate dalla Turchia affinché il capitolo riguardante la questione del genocidio sia ritirato e della campagna di disinformazione che accompagna queste forzature. In quanto cittadini dell’Unione, siamo assolutamente indignati che una potenza straniera con valori radicalmente anti-europee possa così alterare la valutazione sovrana che la nostra rappresentanza europea debba formulare nei suoi confronti.
Ecco perché ci permettiamo di rammentarVi quanto segue:
1. La richiesta del riconoscimento del genocidio degli armeni in quanto precondizione non costituisce per nulla una pretesa supplementare nei confronti della Turchia. Questa “pretesa” era già stata chiaramente formulata in termini identici, un’ anno fa, nella risoluzione “apertura dei negoziati con la turchia”: Il Parlamento europeo richiede alla Turchia di riconoscere il genocidio degli armeni, e considera questo riconoscimento un preliminare della sua adesione all’unione europea. (P6_TA (2005) 0350, 28/09/2005) .Questa formulazione segue la linea politica già disegnata nelle risoluzioni precedenti del 18 giugno 1987 e del 15 dicembre 2004. l’addolcimento o la soppressione costituirebbero un chiaro segnale alla Turchia che il Parlamento Europeo si appresta a rinnegare i propri principi.
2. Il fatto che una tale condizione non fosse stata formalmente indicata agli altri paesi candidati non costituisce un argomento della sua non accettazione. La candidatura di altri stati che negano altri genocidi non sarebbe nemmeno considerata. Il riconoscimento dei crimini da parte dello Stato che li ha perpetrati è un criterio d’adesione.
3. Le reiterate richieste del Parlamento europeo sulla questione hanno permesso lo sboccio di timidi dibattiti in Turchia. Un indebolimento di queste aperture costituirebbe un sostegno oggettivo ai circoli nazionalistici che, in Turchia, sperano di eliminare una volta per tutte le poche voci dissidenti sull’argomento e che sperano allontanare ancora di più la Turchia dai nostri standard europei.
4. La Turchia che pretende voler discutere questa questione non ha ancora risposto alla proposta del presidente armeno di stabilire una commissione intergovernativa al fine di esplorare i mezzi per risolvere insieme i problemi fra i due paesi e di stabilire relazioni diplomatiche. Di conseguenza la Turchia continua a deplorare la sua strategia negazionista in termini di “comitati di storici” e di “apertura di archivi” al fine di estrarre la questione del genocidio dal contesto politico della sua candidatura all’Unione.
5. La politica negazionista della Turchia non è solo un’insulto permanente ai nostri valori europee, ma è anche un segno di una ideologia ultranazionalista e radicale che costituisce una minaccia concreta verso la nostra società e verso i nostri figli.
L’opinione pubblica europea, che segue con attenzione il processo dei negoziati in corso, non capirebbe qualora il Parlamento europeo ritrattasse una posizione di principio che la sua Com missione degli Affari Esteri ha adottato con una larga maggioranza e cedesse così alle ingiuzioni della Turchia rinnegando i propri principi.
Di conseguenza, siamo a richiederVi fermamente di non voler abolire o cambiare il paragrafo 49 votato dalla Commissione degli Affari Esteri mantenendolo nella sezione plenaria con la formulazione attuale, chiara e adeguata.
Certi che non ci deluderete inviamo cordiali saluti.
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FRANCE
Mesdames et Messieurs les députés européens,
Les citoyens européens que nous sommes suivent avec une attention soutenue le processus d’élargissement de l’Union et tout particulièrement les développements afférents à la candidature controversée de la Turquie.
Nous avons pris connaissance du rapport sur « les progrès de la Turquie sur la voie de l’adhésion » voté le lundi 4 septembre en Commission des Affaires Etrangères. En particulier, nous avons remarqué avec une grande satisfaction que le Parlement européen y « réitère sa demande à la Turquie de reconnaître le génocide arménien, comme demandé déjà dans ses résolutions antérieures des 15 décembre 2004 et 28 septembre 2005 » et qu’il y « considère qu'une telle reconnaissance est une condition préalable à l'adhésion à l'Union européenne ».
Nous avons également été informés des pressions comminatoires dont vous faites l’objet de la part de la Turquie afin de retirer cette mention et de la campagne de désinformation qui les accompagnent. En tant que citoyens de l’Union, nous sommes absolument indignés qu’une puissance étrangère aux valeurs radicalement anti-européennes puisse ainsi altérer l’appréciation souveraine que souhaite formuler à son sujet notre représentation européenne.
C’est pourquoi nous nous permettons les quelques rappels suivants :
1. La demande de reconnaissance du génocide des Arméniens en tant que précondition par la Parlement européen ne constitue nullement une exigence supplémentaire vis-à-vis de la Turquie. Cette exigence a été clairement formulée en des termes quasiment identiques, il y a moins d’un an, dans la résolution « d’ouverture des négociations avec la Turquie » :
« Le Parlement européen appelle la Turquie à reconnaître le génocide des Arméniens; considère cette reconnaissance comme un préalable à l'adhésion à l'Union européenne » (P6_TA(2005)0350, 28/09/2005) ;
Cette formulation se situe dans la droite ligne politique de celles inscrites dans les résolutions précédentes du 18 juin 1987 au 15 décembre 2004. L’édulcorer ou la supprimer constituerait un signal clair donné à la Turquie que le Parlement européen s’apprête à renier ses principes,
2. Le fait qu’une telle condition n’ait pas été formellement opposée aux autres pays candidats ne constitue pas un argument de sa non recevabilité. La candidature d’autres Etats niant d’autres génocides ne serait pas même considérée. La reconnaissance de ses crimes par l’Etat qui les a perpétrés est un critère d’adhésion,
3. Les demandes réitérées du Parlement européen sur cette question ont permis l’éclosion de très timides débats à ce sujet en Turquie. Un affaiblissement de ces exigences constituerait un soutien objectif aux cercles nationalistes qui, en Turquie, souhaitent éliminer une bonne fois pour toutes les quelques voix dissidentes à ce sujet et qui souhaitent éloigner plus encore la Turquie de nos standards européens,
4. La Turquie qui prétend vouloir discuter de cette question n’a toujours pas répondu à la proposition du président arménien d’établir une commission intergouvernementale afin d'explorer les moyens de résoudre l'ensemble des problèmes entre les deux pays et d’établir des relations diplomatiques. En revanche la Turquie continue de déployer sa stratégie négationniste en terme de comités d’historiens et d’ouverture d’archives afin d’extraire la question de génocide du contexte politique de sa candidature à l’Union,
5. La politique du déni de la Turquie n’est pas seulement une insulte permanente à nos valeurs européennes, c’est aussi le stigmate d’une idéologie ultranationaliste et raciale qui constitue une menace concrète envers nos sociétés et nos enfants.
L’opinion publique européenne – qui suit attentivement le processus de négociation en cours – ne comprendrait pas que le Parlement européen désavoue une position de principe que sa Commission des Affaires Etrangères a adoptée par une très large majorité et qu’il cède ainsi aux injonctions de la Turquie en reniant l’une de ses exigences les plus anciennes et les plus fondamentales.
En conséquence, nous vous demandons instamment de maintenir en session plénière la formulation claire et adéquate du paragraphe 49 voté par la Commission des Affaires Etrangères.
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GERMAN
Sehr geehrte Mitglieder des Parlaments,
als europäische Bürger verfolgen wir mit steter Aufmerksamkeit den Erweiterungsprozess der Union und insbesondere die Entwicklung im Zusammenhang mit der Kandidatur der Türkei.
Wir haben den „Bericht über die Fortschritte der Türkei auf dem Weg zum Beitritt“, über den der Ausschuss für auswärtige Angelegenheiten am 4. September abgestimmt hat, zur Kenntnis genommen.
Vor allem haben wir mit Freude zur Kenntnis genommen, dass das Europäische Parlament seinen Aufruf an die Türkei, den Völkermord an den Armeniern anzuerkennen, wiederholt hat. Das Europäische Parlament hatte sowohl am 15. Dezember 2004 als auch am 28. September Resolutionen angenommen, in denen die Anerkennung des Völkermords an den Armeniern als „Vorbedingung für einen Beitritt in die EU“ bezeichnet wurde.
Wir sind auch darüber informiert, dass die Türkei durch Drohungen, Druckausübung und Desinformationskampagnen versucht hat, eine Erwähnung des Völkermordes an den Armeniern zu verhindern. Als Bürger der Union sind wir entrüstet darüber, dass eine ausländischer Macht mit radikal anti-europäischen Werten auf diese Weise versucht, die souveräne Beurteilung unserer europäischen Vertretung in dieser Angelegenheit zu ändern.
Deshalb möchten wir Sie an folgende Fakten erinnern:
1. Der Aufruf zur Anerkennung des Völkermordes an den Armeniern als Vorbedingung des Europäischen Parlaments ist keine zusätzliche Forderung an die Türkei. Bereits vor weniger als einem Jahr wurde in der Resolution über die „Aufnahme von Verhandlungen mit der Türkei“ fast mit gleichen Wortlaut eine solche Forderung formuliert: „Das Europäische Parlament ruft die Türkei dazu auf, den Völkermord an den Armeniern anzuerkennen und betrachtet eine solche Anerkennung als Voraussetzung für einen Beitritt in die EU.“ (P6_TA(2005)0350,28/09/2005)
Diese Formulierung liegt ganz in der politischen Linie wie sie in den vorherigen Resolutionen vom 18. Juni 1987 und 15. Dezember 2004 festgelegt wurde. Diese Position zu verwässern oder aufzugeben würde der Türkei signalisieren, dass das Europäische Parlament seine eigenen Prinzipen verleugnet.
2. Die Tatsache, dass eine solche Vorbedingung formell nicht an andere Beitrittskandidaten gestellt wurde, bildet kein Argument für seine Unzulässigkeit. Die Anerkennung eines Verbrechens durch den Staat, der sie begangen hat, ist ein Beitrittskriterium.
3. Die wiederholten Aufrufe des Europäischen Parlaments in dieser Frage haben dazu geführt, dass in der Türkei eine zaghafte Debatte begonnen hat. Eine Abschwächung dieser Forderung würde objektiv die Nationalisten unterstützen, die für eine Beseitigung der bisher durchgesetzten demokratischen Errungenschaften und gegen die Durchsetzung von europäischen Standards in der Türkei sind.
4. Obwohl die Türkei behauptet, sie wünsche eine Debatte über diese Frage, hat sie bislang nicht auf den Vorschlag des armenischen Präsidenten, dass beide Regierungen eine bilaterale Kommission gründen, um Wege für eine Lösung aller bestehenden Fragen zwischen den beiden Ländern zu suchen und diplomatische Beziehungen aufzunehmen, reagiert. Zugleich entwickelt die Türkei ihre Leugnungsstrategie fort und schlägt vor, eine Historikerkommission zu schaffen und die Archive zu öffnen. Diese Strategie zielt darauf ab, die Völkermordfrage aus dem Zusammenhang der Beitrittsverhandlung mit der EU auszuschließen.
5. Die Leugnungspolitik der Türkei ist nicht nur eine ständige Missachtung unserer europäischen Werte, sie ist zugleich Zeichen einer ultranationalistischen und rassistischen Ideologie, dass eine Bedrohung unserer Gesellschaft und Kinder darstellt.
Deshalb appellieren wir an Sie, in Ihren Sitzungen die klare und angemessene Formulierung, die vom auswärtigen Ausschuss angenommen wurde, beizubehalten.
Wir werden in dieser Angelegenheit, die für die Bevölkerung Ihres Bezirks, Ihres Landes und der gesamten Europäischen Union von großer Bedeutung ist, sehr wachsam sein und dabei mitwirken, eine breite Öffentlichkeit zu schaffen.
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1. Mechitaristen Kongregation, AUSTRIA
2. Armenische Studentenvereinigung (ASV) und Östereich-Armenisches Sportkomitee (ÖASK) Ararat, AUSTRIA
3. Armenischer Allgemeiner Sport- und Pfadfinder Verein Wien (H.M.E.M) , AUSTRIA
4. Verein für die Betreuung von Migranten und Asylanten (HUYS-SPES) , AUSTRIA
5. Europäische Armenische Föderation für Justiz und Demokratie in Österreich, AUSTRIA
6. Armenisch-Apostolische Kirchengemeinde Österreichs St. Hripsime (Kirchengemeinde), AUSTRIA
7. Comité des Arméniens de Belgique, BELGIUM
8. FRA Tashnagtsoutioun, BELGIUM
9. Armenian youth cultural centre, BELGIUM
10. ASSOCIATION DES ARMENIENS DEMOCRATES DE BELGIQUE, BELGIUM
11. Assemblée des Représentants Arméniens de Belgique, BELGIUM
12. CCAF Centre-France, FRANCE
13. AACG Grenoble
14. ACA Vienne
15. ACA Lyon
16. ACS Villefranche
17. ADL
18. AMASC
19. ANA Grenoble
20. APECLE
21. Association Culturelle de Kharpert
22. Badanis Décines
23. C 24 Valence
24. CBAF Décines
25. CBAF Grenoble
26. CBAF Lyon-Villeuranne
27. CBAF St Maurice de Beynost
28. CBAF Vienne
29. Comité de Défense de la Cause Arménienne
30. CEDIA
31. Eglise catholique arménienne de Lyon
32. Eglise évangélique arménienne de Décines
33. Eglise évangélique arménienne de Lyon
34. FRA Décines
35. FRA Grenoble
36. FRA Lyon –Villeurbanne
37. FRA Vienne
38. France Karabagh
39. France Arménie
40. MCA Charvieu
41. MCA Chasse-sur-Rhône
42. MCA Décines, MCA Grenoble
43. MCA Vienne
44. MCA Villeurbanne
45. Nor Seround Décines
46. Nor Seround Lyon
47. Radio Arménie
48. Terre et Culture
49. UCFAF
50. Union Des Associations Arméniennes de St-Etienne et St-Chamond
51. UGAB Lyon
52. UGAB Vienne
53. UNEAA Lyon et environs
54. UNEA Pont de Chéruy
55. UMAF
56. CCAF Ile-de France, FRANCE
57. A.A. Ecole TEBROTZASSERE
58. AAAG (Ecole St Mesrop)
59. AAAS
60. ACEERF (Eglise Evangélique)
61. ADL Ramgavar
62. AFAJA
63. 63. AFAV
64. Aide pour l'Arménie
65. ANACRA
66. ARMENIE Villages
67. ASK (Soutien Kharabagh)
68. ASPA
69. Ass Sainte Croix (Eglise Catholique)
70. Association Arménie/Kharabagh
71. AYP FM
72. CBAF
73. CDCA
74. CHENE
75. Collectif VAN
76. COPEA
77. Eglise Apostolique
78. FRA Dachnaktsoutioun
79. FRA Nor Seround
80. G2 IA
81. HAMASKAINE
82. HOMENETMEN
83. JAF
84. MAFP
85. Maison de la Culture de Paris
86. NAZARPEK
87. Nouvelles d'Arménie Magazine
88. SD Hentchakian
89. SFA
90. UCAM (Arméniens de Montreuil)
91. UCFAF
92. UCIA
93. UGAB
94. UMAF
95. CCAF Sud France, FRANCE (25 associations signatrices)
96. Zentralrat der Armenier in Deutschland e.V., GERMANY
97. Armenische Gemeinde zu Berlin e.V. , GERMANY
98. Armenischer Kulturverein Hamburg e.V. , GERMANY
99. Armenische Kirche – München, GERMANY
100. Armenische Landsmannschaft zu Bayern e.V. , GERMANY
101. Armenisches Hilfswerk in Deutschland e.V. , GERMANY
102. Armenisch-Akademischer Verein 1860 e.V. , GERMANY
103. Norserunt-Deutschland, GERMANY
104. German-Armenian Studentsclub Haik, GERMANY
105. Institut für Armenische Fragen e.V. , GERMANY
106. Armenian National Committee of Greece, GREECE
107. Armenian Prelacy and National Committee of Orthodox in Greece, GREECE
108. Greek Armenian Forum, GREECE
109. Greek Armenian Friendship League, GREECE
110. Armenia Blue Cross of Greece, GREECE
111. Armenia Youth Federation, GREECE
112. Hamaskaïne Cultural Association, GREECE
113. Homenetmen, GREECE
114. Athletic Scout Organisation, GREECE
115. Armenian Charity Cross of Macedonia and Greece, GREECE
116. Azad Or : Armenian Daily Newspapers, GREECE
117. Djenazian Armenian High School, GREECE
118. Hagopian School, GREECE
119. Zavarian Armenian School, GREECE
120. Italian Civil Society Associations and Personalities, ITALY
121. AZAT
122. Redazione di ''La Voce Armena''
123. Communita Armenia
124. Consiglio per la comunità armena di roma
125. Redaction de www.comunitaarmena.it
126. Redaction de "Akhtamar On Line"
127. Ettore Musco
128. Massimiliano De Sire
129. Gassia Manoukian
130. Tizzi Corrado
131. Mechitarian, Iganzia Maria Lucia
132. Patrizia Manduchi
133 Michelguglielmo Torri
134. Tosatti Marco
135. Aldo Baldini
136. Gloria Ruth Calfayan
137. Norberto Poggio
138. Gloria Calfayan [
139. Norberto Poggio
140. don Riccardo Pane
141. Tiziano Villa
142. rech
143. Flavia Randi
144. Deir Ghazarian
145. H.RIAN
146. flora khaciatrian
147. Rodolfo Caroselli
148. Anais Dilsizian
149. Raffi Kassapian
150. Hovsep Kassapian
151. Clara Kurkdjian
152. Angele Berberian
153. Yervant Berberian
154. Levon Balian
155. May Balian
156. Magda Balian
157. Nubar Kassapian
158. Araxi Kassapian
159. Anias Kassapian
160. Haig Kassapian
161. Yacoub Artine Hayatian
162. Barbara Faes
163. Vahan Shahbazians
164. Marilde Andreano
165. Daniela Chiappetti
166. Rodolfo Caroselli
167. Andrea Cramarossa
168. Canetta Nemo
169. Armen Gurekian
170. Tiziano Villa
171. Storia Libera
172. Pietro Salvatori
173. Dott. Matteo Compareti
174. Massimiliano De Sire
175. Michelguglielmo Torri
176. Avedis Naroyan
177. Enrico Potukian
178. GALEANDRO Angela
179. Marco Rossi
180. Anahid Zerunian
181. Wartanusch Zerunian
182. Paola Della Rosa
183. Sarkis Zerunian
184 Corrado Miceli
185. Marzia Chini
186. Simonetta Pandolfi
187. Luciano Desocio
188. Bruno, Marta
189.
190. Il Presidente Gen. Ennio Reggiani
191. Cristina Gervasi
192. Mary Avakian
193. Manuela Avakian
194. Francesco Castelli
195. Noemi Antranikian
196. Lia Avakian
197. Linda Avakian
198. Umberto Codeleoncini
199. Zekiyan Boghos
200. Nevart Cricorian
201. Arà Zarian
202. Andrea Malavolti
203. Maria Giovanna Stasolla
204. Tchakmichian Karina
205. morelli derberiaviano
206. Guido Grosso
207. Antranik Balian
208. Elisa Giunchi
209. Saro Lerner
210. Khodaveerdi Saro
211. Khodaveerdi Boranian Siranusch
212. Khodaveerdi Savadians Marò
213. Khodaveerdi Gayané
214. Boranian Gedik Alis
215. Beatrice Paccani
216. Paola Barbara Conti
217. Faticato Camillo
218. Mirco Medici
219. Giovannamr Rizzi
220. Lucia Menichelli
221. Gaetano Tursi
222. Emanuele Aliprandi
223. Aldo Ferrari
224. Roberta Aluffi
225. Edoardo De Giovanni
226. Beatrice Paccani
227. Federica Mancinelli
228. Arnaldo Peretta
229. Mildonian Paola
230. Francesca Giovannoni
231. Heratch Abdalian
232. Abdalian Armine
233. Nederlandse Armeense comité voor Rechtvaardigheid en Democratie(Haytad), NETHERLANDS
234. Armenian Cultural –Sport Union Almelo (Homentmen), NETHERLANDS
235. ANI Cultureel huis, NETHERLANDS
236. ARF Dashnaksoutyoun – Holland, NETHERLANDS
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