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Iniziativa Culturale:

 

 

06 07 2009 - Per Mario Verdone, Sarebbe bello che gli fosse riconosciuta una piazza o una strada, o che fosse presa qualche iniziativa

Una settimana fa circa ci lasciava Mario verdone: il professor Mario Verdone.
Stavamo lavorando insieme ad un progetto di mostra, all’incirca un mese e mezzo fa. Lavorava sempre con gran lena. Aveva novantadue anni, ma lavorava come un quarantenne, citava date, nomi , fatti, tutto era presente e vivo nella sua memoria. Sentirlo parlare affascinava per la ricchezza di aneddoti e la saggezza delle sue considerazioni. Mi diceva però di essere stanco e se non rammentava subito il nome ( impossibile) di un qualche giapponese o di un arabo, non mancava di sottolineare la sua vecchiaia. Ma sui nomi e sulle o poesie armene, no, non gli accadeva di esitare, era sempre immediata la sua memoria.

Mario Verdone amava l’Armenia, la sua storia , la sua cultura, amava l’Armenia nella sua interezza non solo per le sue disgrazie storiche. Quando la nostra Associazione decise un anno di celebrare il 24 aprile , Mario ci indicò un tema vitale, non una mera commemorazione. Ci indicò i grandi registi armeni, quelli che lui stesso aveva scoperto nella sua attività di studioso e di critico del cinema. Tenemmo allora un ciclio ( costoso per le nostre magre finanze) di film armeni al Filmstudio di Roma, un ciclo pregevole, da lui stesso curato e che seguiva tutte le sere con la stessa passione e la stessa attenzione di quando aveva scoperto di quali capacità innovative la cinematografia armena fosse portatrice. Averlo con noi, nella nostra Associazione e come insostituibile voce amica privata, averlo frequentato è stato un onore e una ricchezza. Ci ha arricchito della sua bonomia e della sua disponibilità, dell’essere pronto a sperimentare e dell’equilibrio nei giudizi. E’ stato insomma un maestro. Io non so se a Erevan la notizia della sua scomparsa abbia suscitato il cordoglio che essa merita.



Sarebbe bello che gli fosse riconosciuta una piazza o una strada, o che fosse presa qualche iniziativa ( basterebbe una mostra di suoi scritti) in suo onore.

Zatik si fa promotrice di questa iniziativa , con la speranza che il Ministero dell’Istruzione o qualche istituzione culturale armena voglia raccoglierla .

Promotori della iniziattive
: Associazione ZATIK
Baykar Sivazlian,Unione degli Armeni d'Italia
Gueguel Khachaturian
Gabriella Uluhogian
famiglia Cerutti

Rasegna:
Traduzione della poesia di Yeghische Charenz http://www.zatik.com/newsvisita.asp?id=2378 Avevo scritto per loro
odi armene a coloro che verranno:
Egische Ciarenz.
Dalla prigione
dove aveva incontrato
la morte
era uscito
il suo corpo
Furtivamente
i un furgone
d panettiere.
Ma è venuto il giorno
dl centenario
e della resurrezione.
Ora è lecito
pronunciare il suo nome:
Ciarenz.
Un monumento è sorto
l dove
non era ammesso
che il silenzio.
Il popolo marciava
gioioso
in corteo
verso la statua di basalto.
Ognuno portava in mano
Un garofano
rosso
da depositare
ai piedi di Egioche.
Un prato
di lumi ardenti.
Schiere di giovinetti
in costume
dai colori scarlatti
giallo e blu
avanzano
agitando le braccia
a ghirlanda
sopra la testa
accompagnati
dal ritmo
del tamburo.
Torri umane
Si elevano
Nel cielo.
E’ nel parco
della grande festa popolare
in alto un funambolo
cammina sul filo
equilibrandosi
con una pertica.
La maschera di Colombino
Attraversa la folla
Con lazzi.
Sul balcone
Della casa di Ciarenz
Un dodicenne
Dalla voce fresca
Sicura e tagliente
recita
dall’altoparlante:
“Io mi sono eretto
A monumento
intessuto
di canti oscuri e profondi
di pensieri
nuovi e ardenti
che recano in sé la vita.
E l’esistenza mia
Diventerà leggenda…”
Mario Verdone
Erevan, 26 ottobre 1997

Graziella Falconi