Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

Riflessioni sull’incontro dell’8 giugno 2010 alla Regione Lazio. altri doccumenti e iniziative e legge 203 /194
“INCONTRO GRUPPO FOCUS “

Per Un dibattito appeto tra i vari soggetti interessati;
Seguono le pubblicazioni :
INTERVENTI di ZATIK, ALEFBA e FORUM; L'incontro organizzato dal Focus Group per il8 Giugno,è stato una rara occasione di essere ricevuti ed ascoltati dalle Autorità ministeriali e Regionali e non solo. E' servito a trovare le convergenze tra alcuni rappresentanti delle varie organizzazioni italiane per gli Stranieri,
sul tema di “Associazionismo nell’immigrazione”

sul quale molte organizzazioni degli stranieri come quella dei Rifugiati Politici, il FORUM e Lega Internazionale per la difesa dei diritti Civili e Democratici in Iran ( nel Passato ) e, da qualche anno, l’Associazione Culturale Italo Iraniana “Alefba”, sono state impegnate sin dal concepimento della Legge Martelli 30 anni fa.
Per decenni, però, l’Associazionismo straniero . Infatti, di fronte alle ondate d’immigrazione incontrollata, la gestione dell’emergenza ha favorito solo il volontariato religioso e quello civile sotto varie forme. È stata incentivata la proliferazione di “associazioni italiani di assistenza agli stranieri”, sottovalutando il ruolo e l’apporto delle “associazioni degli stranieri” nella gestione del flusso migratorio e la sua integrazione nel tessuto sociale italiano.
Ha, parallelamente, preso piede l’idea, divenuta poi dominante, che dei singoli stranieri scelti da organismi ed enti italiani e collocati nelle istituzioni locali, sindacali e professionali potessero conoscere e rappresentare le istanze dell’immigrazione.
Questo metodo ha mortificato l’associazionismo straniero
Non è in discussione la qualità o la competenza degli individui scelti dalle varie segreterie come rappresentanti delle istanze degli immigrati, ma la mortificazione del ”l’Associazionismo straniero” da parte delle istituzioni che evitano rapportarsi con le vere espressioni democratiche degli immigrati.
Ne è una triste prova la chiusura, nel 1996, della Provincia di Roma sin dal 1996 , ha voluto chiudere la Consulta elettiva delle associazioni straniere, compresi i corsi di madre lingua, istituiti dalla “Lega internazionale per la difesa dei diritti civili e democratici in Iran ” e dagli Eritrei, che si erano impegnati per l'alfabetizzazione dei propri figli e non solo e per non cedere la mano alle loro ambasciate.

Si possono studiare dei bandi mirati ad avviare le nascite di nuove associazioni di immigrati o a sostenere le associazioni di immigrati già costituite ed impegnate o le nuove che inevitabilmente possono nascere .

L'aggregazione degli stranieri intorno alle loro associazioni avviene in modo più naturale anche se sostenuti con scarsi e insufficienti mezzi che non sono affatto competitivi e nemmeno paragonabili alle organizzazioni solidi italiane.
Il tema indicato nell'incontro del giorno 8 Giugno , è la strada maestra ed è l'unica da percorrere considerando l'Associazionismo come l'unico Strumento di Integrazione sociale , così come ribadiva in un certo senso il nostro amico Don Remigio dell' Ucsei da oltre 40 anni.
L'anello debole dell'immigrazione sono i rifugiati Politici , per i quali sarebbe l’ora di concepire, a distanza di 62 anni,la legislazione sulla base dell'art 10 della costituzione italiana. e di modificare la legge regionale che è inapplicabile malgrado alcuni punti di estrema importanza citati all'inizio della legge.
Le scelte degli stranieri con la nuova legge Regionale ,saranno sempre in mano ai circuiti politici italiani e non ci sarà nulla di nuovo , Auspicabile che qualcosa di nuovo lo faccia Pres. Polverini con il suo insediamento alla Guida del governo Regionale, sperando che non segua l'esempio del nostro attuale Sindaco di Roma che ha ereditato i 4 Consiglieri aggiunti dalla precedente giunta
e non ha intenzione di procedere a un' alternativa rispetto ai suoi predecessori confermando che esiste una convertibilità dei politici nel campo dell'immigrazione. Senza regole certe e l’incentivo per l'associazionismo degli stranieri, si rischia inevitabilmente di avallare la situazione che ha dominato da un decennio sopratutto a Roma e nella Regione Lazio ;
Arch. Vahè Vartanianin qualità di:
Pres. Dell' Osservatorio sull'immigrazione per il Comune di Roma,Pres. dell’Associazione dei Rifugiati politici in Italia e coordinatore del sito Zatik
vartanian2000@hotmail.com zatik@zatik.com
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Associazione Italo Iraniana Alefba
CONVEGNO FOCUS GROUP


L’ Associazione culturale italo-iraniana ALEFBA, ha partecipato al Convegno organizzato dal Focus Group svoltosi il giorno 8 giugno u.s. presso la Regione Lazio Assessorato al lavoro, Politiche sociali e famiglia. (Viale del Caravaggio 99)
In questa riunione, oltre ai rappresentanti del Comune di Roma, della Provincia e della Regione, erano presenti le associazioni ZATIK, FORUM ed altre nonchè ricercatori, consulenti e rappresentanti di forze sindacali.
Su un argomento, che anche a noi di Alefba è sembrato di importanza rilevante, c’è stata, da parte degli intervenuti, una sostanziale unanimità di giudizio.
Sulla effettiva rappresentatività degli immigrati, fino ad oggi i responsabili istituzionali e politici della gestione di tale rappresentività, hanno nominato di ufficio le persone di riferimento dei vari gruppi di stranieri.
Tale situazione, prevalentemente burocratica e paternalistica, ha fatto sì che non fossero quasi mai ascoltate le vere problematiche ed esigenze dei singoli raggruppamenti stranieri.
In pratica, fino ad ora, l’associazionismo è stato interpretato come associazionismo “per” gli stranieri e non “degli”stranieri come sarebbe stato auspicabile.
Il secondo elemento, rilevato un po’ da tutti nel corso dell’incontro, è stata la costatazione della mancanza di una sede ufficiale, dove i vari gruppi di stranieri avrebbero potuto incontrarsi e rapportarsi fra di loro e con le autorità istituzionali.
Si è quindi auspicato che al più presto si provveda a soddisfare questo bisogno da tutti ritenuto assolutamente prioritario.
La soluzione del suddetto problema consentirebbe l’istituzione di uno sportello informativo interno attraverso il quale le varie associazioni ed i singoli cittadini stranieri possano essere messi in condizione di conoscere le varie leggi, regolamenti e norme riguardanti le varie problematiche inerenti alla loro permanenza in Italia.
Sarebbe inoltre possibile accedere, in modo chiaro e trasparente, ai vari finanziamenti europei e nazionali previsti per gli stranieri attraverso gare e bandi di concorso.
Alefba esprime il suo positivo giudizio sull’andamento dell’incontro e auspica che i punti sopra esposti possano essere presi in seria considerazione in ulteriori incontri ed approfondimenti.

Il vice-presidente
Arch. Brunello Berardi
brunello.berardi@gmail.com
Dott. Bijan Taheri ambressan@yahoo.it
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Ai margini della presentazione del focus group relativo alle politiche di integrazione degli stranieri c’è innanzitutto da osservare come a fronte di una serie di interventi che hanno interessato le associazioni finalizzate all’assistenza agli stranieri, nulla è stato fatto per valorizzare l’esperienza dell’associazionismo degli stranieri.
Ciò ha determinato un senso di frustrazione e di accentuata distanza tra la società ospitante e le diverse comunità nazionali presenti sul territorio.
Ancora una volta gli immigrati si sono sentiti assoggettati in modo paternalistico a regole e a una dimensione che non è la propria e per la quale nessuno ha chiesto loro alcuna condivisione partecipativa.
Dal momento che questo percorso è ormai da più di venti anni in auge in Italia il FORUM ritiene che si debba ora andare avanti e sviluppare una serie di riflessioni su taluni fondamentali aspetti dell’associazionismo straniero.
PER UN MANIFESTO DELL’ASSOCIAZIONISMO IMMIGRATO


Il FORUM delle Comunità Straniere in Italia ha per primo rivendicato l’utilità delle aggregazioni comunitarie e la loro funzione come volano dell’integrazione socio/economica e politica degli immigrati.
La politica dell’immigrazione in Italia non ha finora mai assunto i caratteri di una definita strategia finalizzata all’integrazione, ma ha vissuto sempre come un insieme di espedienti diretti a minimizzare o a enfatizzare gli aspetti più conflittuali della presenza migratoria. Ciò tra l’altro ha impedito di individuare la reale presenza dei migranti , la loro provenienza, le motivazioni del loro viaggio migratorio. Questo è stato di ostacolo alla elaborazione di una politica che affrontasse in modo non paternalistico il tentativo di tanti immigrati di far conoscere la propria identità culturale rafforzata dall’esistenza di un associazionismo, espressione di regole e comportamenti ripresi dal paese d’origine e amalgamati con regole e comportamenti del paese ospitante.
La politica ha inoltre giocato un ruolo basato sulla convinzione dell’incapacità congenita degli immigrati di difendere i propri diritti e i propri interessi ed ha preferito valorizzare tutte le aggregazioni autoctone, sindacali, religiose, partitiche che si candidavano a palatini degli immigrati. Prendeva così forma una inclusione di singoli esponenti delle comunità straniere attraverso la loro cooptazione nell’ambito di queste organizzazioni, escludendo ogni dialogo con le associazioni straniere . Ciò ha acuito, in maggiore o minore misura, le conflittualità interetniche e con la società ospitante.
Oggi, di fronte agli evidenti errori delle politiche di assimilazione, del multiculturalismo e per certi aspetti di una politica di integrazione confusa e pasticciona, l’associazionismo immigrato inizia ad essere considerato essenziale nel percorso di integrazione proprio nel periodo di un suo minore impatto sulle politiche migratorie. L’integrazione infatti presuppone l’utilizzazione di consistenti risorse umane e finanziarie, l’individuazione di uno sviluppo economico e sociale che riesca a inglobare diversità culturali nell’unicità delle regole dell’economia, della liberta e della democrazia, dell’istruzione e della formazione professionale.
Compiti e funzioni dell’associazionismo immigrato sono indicati nella legislazione nazionale ed europea non solo in quanto veicolo di integrazione ma anche per contrastare il crimine e l’emarginazione sociale.
Per evidenziare questi compiti e questa funzioni, tra cui l’esercizio del diritto di dialogo e di associazione e la ricerca di una forma di rappresentanza non dettata da decisioni altrui, ci sembra improrogabile il riconoscimento del ruolo dell’associazionismo straniero che nel rispetto delle regole democratiche della vita associata ridia voce e presenza al mondo dell’immigrazione.
Presentata da Simona Pasqu
FORUM delle Comunità Straniere in Italia
forumcom@hotmail.com
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http://www.clandestinos.it/parereforum.asp Il parere del FORUM delle Comunità Straniere in Italia sull'elezione dei Quattro Consiglieri Aggiunti nel Consiglio Comunale e nel Consiglio Municipale 1.- La ripresa del dibattito sulla rappresentanza degli immigrati a Roma, attivata dall’ Ufficio Immigrazione del Comune di Roma, questa volta non sembra voler applicare agli immigrati per la loro rappresentanza soluzioni precedentemente confezionate come è accaduto in passato in occasione della proposta dei Consiglieri Aggiunti. Questa volta sembra che in un ampio dibattito ad un convegno ad hoc potranno assicurare la diretta partecipazione dell’associazionismo immigrato alla predisposizione degli strumenti della rappresentanza degli immigrati a Roma. Ci auguriamo che questo impegno democratico venga mantenuto. 2.- La questione della partecipazione democratica degli immigrati non è stata posta oggi. Non è la concessione di qualcuno. Il Parlamento italiano ha votato a larga maggioranza la Legge 8 marzo 1994, n. 203 di ratifica della Convenzione Europea per la partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale che prevede la rappresentanza degli immigrati. Gli Immigrati, come si considerano vincolati al rispetto dei loro doveri, così esigono il rispetto dei loro diritti, garantiti dalla legge. 3.- Al Comune di Roma dove risiede la maggiore concentrazione di immigrati d’Italia, non esiste nessuna forma di rappresentanza degli immigrati. A Roma i problemi dell’immigrazione sono piu grave che altrove e sono preoccupanti le tensioni che frequentemente si manifestano in numerosi quartieri tra cittadini e immigrati.La presenza degli immigrati è largamente frammentata e gli elementi di coesione tendono a manifestarsi prevalentemente all’interno delle differenti comunità nazionali. A Roma, al Comune, alla Provincia e alla Regione Lazio le strutture amministrative competenti non dispongono di strumentazioni adeguate ad acquisire gli elementi conoscitivi necessari ad un efficace coordinamento degli interventi per l’immigrazione. In questo contesto la rappresentanza degli immigrati non può essere puramente simbolica, né ridotta a poche unità.La gravità degli specifici problemi dell’immigrazione esclude di considerare la rappresentanza in modo omologo e con le stesse competenze della rappresentanza dei cittadini negli enti locali perchè le questioni ed i bisogno degli immigrati non sono conosciuti allo stesso modo dai cittadini e dalle comunità immigrate. L’ipotesi di quattro consiglieri aggiunti senza diritto di voto nel consiglio Comunale non risolve ma agrava il problema della rappresentanza immigrata. 4.- perché quattro consiglierei aggiunti senza diritto di voto non risolvono ma agravano i problemi degli immigrati? a) perché le complesse differenze dell’immigrazione a Roma non possono essere espresse da 4 persone. b) perché l’assenza del diritto di voto riduce l’interesse alle posizioni che i consiglieri aggiunti potrebbero esprimere ed il loro diritto di parola non risulta garantito da nessun obbligo all’ascolto; c) perché pur avendo diritto di parola, i consiglieri aggiunti non dispongono degli strumenti per incidere sull’ordine dei lavori del Consiglio Comunale. d) perché le condizioni di estrema minoranza nel Consiglio indurrà facilmente i consiglieri aggiunti a schierarsi tra i partiti italiani, riducendo così la propria rappresentatività nei confronti degli immigrati, che possono trovare unità non sulle differenti opzioni politiche, ideologiche e culturali, ma sulla difesa dei propri diritti, costantemente vanificati, e dei propri interessi. L'intento di asservire i consiglieri aggiunti ai partiti Italiani risulta confermato dalle previste necessità delle firma di cittadini Italiani per la presentazione delle candidature. In assenza di queste firme l'immingrati non avrebbero diritto a nessuna rappresentanza. 5.- Il FORUM delle Comunità Straniere in Italia che comprende associazioni d’immigrati presenti nel Comune di Roma non ha appoggiato la proposta dei 4 consiglieri aggiunti ed ha invece sostenuto la necessità di una Assemblea Consultiva degli Immigrati, formata selettivamente attraverso la partecipazione dell’associazionismo immigrato, con competenze specifiche sull’immigrazione, obbligatoriamente consultata dal Consiglio e della Giunta Comunale su tutte le questione riguardanti l’immigrazione. 6.- Alla simbolica discriminazione dei consiglieri senza diritto di voto il FORUM delle Comunità Straniere in Italia ha proposto per Roma un organismo consultivo, un “parlamentino” per l’immigrazione in cui le differenti componenti dell’immigrazione potranno dialogare e ricercare la necessaria unità, aiutando i poteri locali ad acquisire le necessarie conoscenze per operare costruttivamente. Nella consapevolezza della necessità di allargare quanto piu possibile la partecipazione degli immigrati residenti a Roma alle scelte sulla propria rappresentanza il Forum delle Comunità Straniere in Italia ha promosso una consultazione referendaria degli immigrati residenti a Roma con volantini tradotti in undici lingue, e seggi elettorali nei vari quartieri cittadini; alla consultazione che si è svolta in tre giorni hanno partecipato oltre 12mila immigrati che per oltre l’80 % hanno manifestato la preferenza per una Consulta cittadina dell’immigrazione. 7.- Oggi il FORUM delle Comunità Straniere in Italia intende riproporre quella soluzione del problema della rappresentanza a Roma, riproporre cioè la costituzione di un “parlamentino” degli immigrati a Roma. Abbiamo già formulato alcune proposte organizzative. Intendiamo però attivare un dibattito tra tutti gli immigrati per migliorare le nostre proposte. FORUM delle COMUNITA’ STRANIERE IN ITALIA
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http://www.extraonline.it/notiziedallacapitale.asp?id=143 16 07 2007 - “UN REFFERENDUM PER GLI IMMIGRATI” OSSERVATORIO INTERETNICO PER IL CONTROLLO DEMOCRATICO INTRODUCE: Arch. Vahè Vartanian Presidente dell’OSSERVATORIO ; Comunicato Stampa ; “UN REFFERENDUM PER GLI IMMIGRATI” Il giorno 19 Luglio 2007 ( Giovedì) alleore 11.30 a Roma Nella sede del FORUM delle Comunità Straniere i Italia , in Via Santa Croce in Gerusalemme al N° 106° - 00185 Roma – Roma si terrà una Conferenza sul Tema IL REFFERENDUM PER GLI IMMIGRATI: UNO STRUMENTO PER IL DIALOGO CON IL COMUNE DI ROMA ;“ La proposta di istituire un referendum per gli immigrati e rifugiati residenti intende attivare un dialogo costruttivo tra il Comune e le comunità immigrate…. dichiara Vahè Vartanian, presidente dell’Osservatyorio – e necessario superare l’ottica dell’emergenza sulle gravi questioni dell’migrazione. Gli Immigrati chiedono diritto di parola”Roma, il 16- 07- 2007 Il Presidente arch. Vahe M. Vartanian 347 753 9508 Fx 06 7001745 vartanian2000@hotmail.com www.zatik.com www.extraonline.it “***********************“

OSSERVATORIO INTERETNICO PER IL CONTROLLO DEMOCRATICO Invito alla Conferenza Stampa ; Il giorno 19 Luglio 2007 ( Giovedì) alleore 11.30 a Roma Nella sede del FORUM delle Comunità Straniere i Italia , in Via Santa Croce in Gerusalemme al N° 106° 00185 Roma – Roma si terrà una Conferenza stampa promossa dall’OSSERVATORIO sul tema “Il REFFERENDUM PER GLI IMMIGRATI “ un strumento per il dialogo con il Comune di Roma: Roma, il 16 07 2007IL Presidente arch. Vahe M. Vartanian 347 753 9508 Fx 06 96038734 vartanian2000@hotmail.com www.zatik.com www.extraonline.it LA PROPOSTA: Considerando le persistenti difficoltà dell’associazionismo immigrato, alimentate dall’oggettiva disparità di trattamento nei confronti dell’associazionismo immigrato e la conseguente carenza di strumenti di collegamento tra i rappresentanti degli stranieri residenti nel Comune e le loro Comunità; Al fine di fornire al Consiglio Comunale e agli organismi rappresentativi degli stranieri residenti nel Comune utili indicazioni delle effettive necessità delle comunità straniere residenti; Per assicurare ai rappresentanti degli stranieri residenti direttew conoscenze degli orientamenti e delle volontà dei propri rappresentati; per rendere costruttivo il dialogo tra il Comune e le Comunità immigrate, è conferito agli stranieri residenti nel Comune di Roma che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età il diritto di partecipare ai referendum consultivi in materia di immigrazione. Art.1 I cittadini stranieri residenti nel Comune che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età possono promuovere referendum popolari relativi ad atti di competenza del Consiglio Comunale riguardanti problemi dell’immigrazione, delle comunità straniere residenti nel territorio comunale, dei rapporti tra stranieri residenti e cittadini. Art. 2 I cittadini stranieri esercitano l’iniziativa dei referendum popolari mediante una richiesta recante non meno di cinquecento sottoscrizioni di cittadini stranieri residenti nel Comune raccolte nei quattro mesi precedenti al deposito. Art. 3 Il quesito deve essere formulato in modo chiaro ed univoco e non riguardare: a) provvedimenti concerenenti tributi, tariffe, rette, contributi ed altri prelievi b) provvedimenti relativi ad acquisti e alienazione di immobili, permute, appalti e concessioni c) provvedimenti inerenti l’assunzione di mutui o l’emissione di prestiti. Art.4 Al referendum potranno partecipare tutti gli stranieri residenti nel territorio del Comune che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Art. 5 La richiesta di referendum accompagnata da non meno di cinquanta sottoscrizioni di stranieri residenti nel Comune è presentata per il giudizio di ammissibilità ad un organo collegiale composto da tre professori ordinari di diritto amministrativo o costituzionale o pubblico, dal Difensore Civico e dal Segretario Generale. Il medesimo organo giudica della regolarità delle sottoscrizioni ai sensi dell’art.2. Art. 6 Se prima dello svolgimento del referendum di iniziativa popolare il Consiglio Comunale abbia deliberato nel senso richiesto dal Comitato promotore, il referendum non ha più corso. Art. 7 Il Presidente del Consiglio Comunale provvede ad assicurare l’informazione degli stranieri residenti nel territorio del Comune sul referendum e sulle modalità di svolgimento della campagna referendaria e delle votazioni. Art.8 Non possono essere presentati quesiti referendari su materie che abbiano già formato oggetto di referendum negli ultimi tre anni. Art. 9 Se il quesito referendario otterrà la maggioranza dei votanti esso sarà pubblicato nel “Bollettino” del Comune e trasmesso dal Presidente del Consiglio Comunale a tutti i consiglieri comunali, al Sindaco e alla Giunta Comunale, alla Consulta per l’immigrazione. “***********************“

http://www.comune.pisa.it/doc/palla/anagrafe/leggi-circolari/legge203.htm L 08-03-1994, n. 203 Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, fatta a Strasburgo il 5 febbraio 1992, limitatamente ai capitoli A e B

Vahè Vartanian