Presentato
da LibrAvit quello che Antonia Arslan ha definito "un prezioso
libretto"
Una prospettiva sull’Armenia
"Dove
si posò l’arca" con testi della Randi e disegni
di Luginbühl
di
Natascha Baratto
L’Armenia
e il suo genocidio mai riconosciuto ufficialmente. L'Armenia e le
sue tradizioni, le sue ricette, la sua storia ed il monte Ararat
su cui si posò, secondo il mito, l'arca di Noè dopo
il diluvio universale. Ed è proprio da questo racconto della
Genesi che Flavia Randi ha preso spunto per il titolo del suo libro
«Dove si posò l'arca: l'Armenia», presentato
di recente da LibrAvit a Vicenza. L'argomento, già ampiamente
approfondito nelle pubblicazioni di Antonia Arslan, è stato
scelto dall'autrice e dal marito disegnatore, Sirio Luginbühl,
dopo un convegno tenuto a Padova quattro anni fa in cui intervenne
anche la scrittrice che ha reso famoso il territorio e il popolo
armeno.
Alla presentazione in libreria era presente anche Ugo Brusaporco,
critico e storico di cinema, che ha introdotto il libro: «Antonia
Arslan l'ha definito un prezioso libretto. Non è un testo
che tenta di dire tutto sull'Armenia, e non è nemmeno un
testo che tenta di dire le cose in modo enciclopedico od universitario,
è semplicemente un testo che cerca con molta umiltà
e saggezza di spiegare cos'è l'Armenia ad un pubblico che
va ad affrontare questo tema. È un libro rivolto a tutti,
da cui si esce più ricchi, più meditabondi e più
incuriositi. È un libro importante grazie anche ai disegni
di Sirio Luginbühl, che riescono, al contrario delle fotografie,
a rendere i testi più fantasiosi e ricchi».
Un'immagine colorata a pennelli ed un testo vicino, una leggenda,
un pezzo di storia, un po' di cronaca, tutto diviso in capitoletti
per rendere leggibile il libro anche agli alunni, per i quali Flavia
Randi aveva scritto la prima bozza, raccolta in un fascicolo, poi
ampliata nel libro. Insegnante in pensione, Randi si occupa ora
di didattica, producendo materiali per gli alunni della scuola.
Arrivata ormai a una decina di pubblicazioni, è riuscita
a mettere nel suo libro tutte le tracce di armeni in giro per il
mondo: «Ho cercato materiale in modo capillare - ha spiegato
la stessa autrice - e ho trovato le tracce armene a Venezia, in
S. Lazzaro, a Roma, Padova, Parigi e in tante altre città.
Il popolo armeno si conta in milioni: 3,5 in Armenia, 1,4 in America.
Ce ne sono 400 mila in Francia e duemila in Italia. Volevo far sapere
agli studenti dov'è l'Armenia, una nazione soffocata ma importante».
Brusaporco, appassionato dell'argomento armeno, ha concluso: «Qualcuno
ha detto che finché non si riconoscerà il genocidio
degli armeni non si potrà capire fino in fondo il genocidio
degli ebrei. Qualcun altro ha detto che se le nazioni avessero riconosciuto
il genocidio degli armeni non ci sarebbe stato il genocidio degli
ebrei».
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