Il no della Lega alla Turchia in Europa
di
Alessandro Morelli
La
Lega dice no all'entrata in Europa della Turchia e ieri, approfittando
dell'audizione di una delegazione di parlamentari asiatici alla
Camera, ha approfittato per motivarne in una conferenza stampa le
ragioni, aggravate, se possibile, dalle nuove aperture giunte dalla
Commissione europea e in particolare dal commissario all'allargamento,
Guenter Verheugen, che ieri ha affermato: «Dal mio punto di
vista non vi sono più condizioni che la Turchia deve soddisfare
per autorizzare la commissione a fare la sua raccomandazione».
Ulteriori preoccupazioni, da parte della Lega sono giunte dopo le
continue aperture fatte dal premier italiano, Silvio Berlusconi,
e dalla "nuova" posizione su questo tema dell'ex presidente
della commissione Ue, Romano Prodi, che ieri, incontrando il primo
ministro turco, Recep Erdogan, ha affermato che il 6 ottobre presenterà
un rapporto sulla Turchia, affermando di avere con Erdogan «un'amichevole
visione comune del ruolo della Turchia e delle nostre relazioni
bilaterali».
Un vero e proprio campanello di allarme per il Carroccio che la
Lega non ha tardato a segnalare.
CONTROLLO
POLITICO
Durante
la conferenza tenuta dalla Lega, il deputato Dario Galli, ha spiegato
come, «tra soli 25 anni», l'Europa potrebbe essere controllata
da un popolo musulmano. «In Turchia infatti vivono oltre 80
milioni di persone e tra pochi anni si sforerà il tetto dei
100 milioni. Con un'Europa in cui il voto sarà equilibrato
al numero di abitanti, il Paese arabo sarà di gran lunga
il più popoloso e quindi sarà "leader" delle
decisioni europee, battendo persino la Germania e arrivando ad avere
il doppio del peso politico di Italia e Francia messe assieme».
L'assurdo, ha affermato ancora Galli «è che il "Paese
forte" nella Ue sarebbe proprio il nemico storico dell'Occidente.
Dopo 2mila anni i musulmani sarebbero vincitori senza spada ma con
le tessere elettorali».
ASPETTI
GIURIDICI-CULTURALI
«Nonostante
la Turchia sia uno degli Stati musulmani più laici e secolarizzati
permangono forti rigurgiti integralisti, limitazioni delle libertà
religiose e civili. Permangono leggi su adulterio e tortura, indicative
della scarsa vicinanza alla cultura Occidentale. Altrettanto grave
- ha spiegato l'onorevole Francesca Martini "è il ruolo
della donna, ancora subordinata nel matrimonio e vittima di una
legislazione che permette il ripudio e altre vessazioni simili".
COLPE
STORICHE MAI ABIURATE
Durante
il corso della conferenza è intervenuto anche l'onorevole
Giancarlo Pagliarini, che ha spiegato come il Parlamento Europeo,
«già nel 1987 ha enunciato il principio secondo cui
non si potrà neppure parlare di un possibile allargamento
dell'Ue alla Turchia finché non venga riconosciuto lo sterminio
degli armeni compiuto da Ankara agli inizi del secolo scorso».
Altrettanto grave la situazione dei curdi, vittime della persecuzione
turca da decenni».
RISCHI
ECONOMICI
Secondo
il capogruppo leghista alla Camera, Alessandro Cè: «L'allargamento
dell'Unione Europea alla Turchia porterebbe alla creazione di nuove
povertà e di un pericoloso assistenzialismo da parte di Bruxelles.
Tutto questo in un'Europa in cui non è ancora stata firmata
nè votata dai cittadini la Costituzione». "Siamo
all'anno zero dell'Europa a 25" ha affermato ancora Cè,
"e già qualcuno pensa a ulteriori allargamenti. Qualcuno
vuole l'Eurasia, prima di tutti gli Stati Uniti e i poteri forti,
ma noi siamo fortemente contrari a questa visione. Chi dice che
grazie all'entrata della Turchia in Europa si propagherebbe il processo
di democratizzazione in tutto il Medioriente, vuole semplicemente
un'Europa debole. Su questo" - ha affermato ancora Cè
- "la sinistra è schierata fortemente a favore, al fianco
dei "resistenti" iracheni. Noi, chiaramente non possiamo
accettare questa posizione e come noi la pensano il presidente francese,
Jacques Chirac, la Cdu tedesca, uno dei fondatori europei come Helmut
Kohl e parte del Partito popolare europeo tuttora spaccato su questo
argomento. Altra visione - ha detto ancora il presidente leghista
- viene dal premier Silvio Berlusconi che intende mantenere buoni
rapporti con l'amico George W. Bush, ma noi ribadiamo al premier
pacatamente, ma fermamente, la nostra posizione».
COSA
PENSANO I CITTADINI EUROPEI
«Secondo
alcuni sondaggi, ha spiegato Cè durante l'incontro, oltre
il 60% dei cittadini europei è fortemente contrario all'entrata
della Turchia in Europa. Questo, vista l'insistenza di Bruxelles
su questo tema, dimostra come il popolo non venga ascoltato dall'Unione,
causando così un evidente deficit democratico in sede Ue».
LA
POSIZIONE DEL CARROCCIO
«La
Lega - ha affermato ancora Cè - vuole un'Europa laica di
matrice cristiana. Per questo abbiamo sempre ritenuto molto importante
l'inserimento di questo aspetto nel preambolo della Costituzione
Ue». Il capogruppo leghista alla Camera ha poi aggiunto che
«dobbiamo ricordare le parole del Cardinale Biffi che ha spiegato
come «per i musulmani vi è una vera impossibilità
di integrazione» nella nostra cultura. Noi, accogliendo questa
denuncia, diciamo che la cultura europea è compatibile con
un numero limitato di islamici, perché altrimenti le differenze
culturali imporrebbero modelli di vita e giuridici diversi».
«Noi rimaniamo contro la multietnicità perchè
la cultura musulmana non divide assolutamente la sfera politica
da quella religiosa». Per questa ragione il Carroccio, approva
per il futuro «eventualmente» un rapporto «privilegiato
di partenariato strategico, come con Islanda e Norvegia, abolendo
le barriere economiche» ha concluso.
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