Ingresso della Turchia in Europa
di
Giulio Ferrari
Non
è solo una questione di facciata: per quanto la Turchia tenti
di accreditarsi un’improbabile immagine occidentale, deve
fare i conti con il proprio retroterra culturale islamico e con
gli orrori del suo recente passato. A cominciare dall’olocausto
della minoranza cristiana armena. Una pregiudiziale sostenuta con
forza dall’On. Giancarlo Pagliarini.
«Anche se la Turchia riformasse il suo codice penale non potrebbe
comunque far parte dell’Europa se prima non ammette il genocidio
del popolo armeno che l’impero Ottomano ha compiuto nel 1915»,
afferma il parlamentare leghista intervenendo nella discussione
sulla possibilità che la Commissione europea chieda l'apertura
dei negoziati di adesione della Turchia all’Ue.
«Mi sembra di capire -prosegue Pagliarini - che la Commissione
faccia qualche resistenza sull'inizio dei negoziati. Ma ritengo
che bisogna affrontare la questione da un altro punto di vista.
Alla commissione vorrei chiedere come reagirebbe se la Germania,
faccio un esempio, a un certo punto dicesse: ma cosa vogliono gli
ebrei? Noi non gli abbiamo fatto nulla. Credo che un’affermazione
del genere sconvolgerebbe, giustamente, le coscienze eppure è
esattamente quello che la Turchia afferma nei confronti del popolo
armeno che ha massacrato».
Per tutte queste ragioni, conclude Pagliarini, «noi e i nostri
colleghi, membri dei Parlamenti degli altri 24 paesi che fanno parte
dell’Unione europea, abbiamo il dovere di interrompere questo
silenzio delle coscienze e di dare il nostro contributo affinchè
tutti i paesi membri dell’Unione europea proclamino con forza
e ricordino questa verità storica».
Una questione che, probabilmente, Romano Prodi considera un dettaglio
trascurabile. Lo screditatissimo commissario uscente della Ue, in
procinto di tornarsene a casa con un pesante fardello di stroncature,
sogna di chiudere in bellezza il suo disastroso capitolo europeo
mettendo in qualche modo il proprio sigillo all’accesso della
Turchia in Europa. Un ingresso che, è bene ricordarlo, comporterebbe
la possibilità di libera circolazione in tutti i Paesi dell’Unione
a circa 70 milioni di mussulmani.
L’ipotesi peraltro comincia a suscitare seri ripensamenti
tra i partners europei, anche per l’impossibilità dimostrata
dal governo turco di elaborare una legislazione che si discosti
troppo dai principi islamici. E anche dalla Chiesa giungono segnali
di contrarietà , come la presa di posizione del cardinale
Joseph Ratzinger, il quale ha sottolineato che la Turchia non ha
nulla a che vedere con l’Europa, tanto dal punto di vista
storico-culturale quanto da quello strettamente geografico. Recentemente
proprio il vescovo cattolico di Smirne, che bene conosce la realtà
turca, aveva messo in guardia gli europei. Secondo mons. Bernardini,
infatti, «gli ambienti islamici turchi perseguono un chiaro
programma di espansione e riconquista».
Ma il giudizio più pesante sull’apertura alla Turchia
è arrivato dal presidente designato della Commissione europea,
il portoghese Josè Manuel Durao Barroso. In un’intervista
al quotidiano francese Le Monde, il successore di Romano Prodi,
ha detto chiaro e tondo che Ankara non è pronta e non soddisfa
tutte le condizioni necessarie. Non solo, Barroso ha voluto sgomberare
il campo dall’ambigua attitudine al compromesso che ha contrassegnato
la politica dell’ Ue durante il mandato del suo predecessore:
«E’ la Turchia - ha dichiarato - che deve adeguarsi
alle regole dell’ Europa, non l’Europa alle regole della
Turchia».
Parole che suonano come un monito contro i tentativi di Prodi di
mettere il suo successore di fronte al fatto compiuto, magari anticipandone
le scelte con qualche impegnativa dichiarazione. Barroso entrerà
in carica dal primo novembre prossimo e sarà la sua Commissione
a gestire la decisione politica sull'apertura o meno di negoziati
di adesione, che sarà presa dai leader europei nel vertice
del 17 dicembre prossimo.
Ma Prodi, che sta lavorando al rapporto sull’attuazione delle
riforme in Turchia, relazione prevista per il 6 ottobre e da cui
dovrebbe scaturire una raccomandazione al Consiglio, potrebbe tentare
un colpo di mano...
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