Immagini
del "Grande Male"
L’Italia
dedica numerose iniziative, mostre e libri in ricordo del genocidio
del popolo armeno.
Lunghe
colonne di armeni, ridotti allo stremo, marciano verso la morte.
E’ il 24 Aprile del 1915. Si compie il I grande genocidio
del secolo, quello che gli armeni chiamano “Metz Yeghern”,
il Grande Male, per mano del governo dei Giovani Turchi,che, consideravano
la minoranza armena un’alleata della Russia. Muoiono un milione
di persone nell’indifferenza generale. Pochi anni dopo il
massacro, la storia si ripete, questa volta nei confronti del popolo
ebreo da parte della Germania Nazista. Questi tragici esempi dimostrano
come siano più inclini alle stragi gli stati deboli, che
si sentono vulnerabili o pensano di non poter vincere una guerra
senza spingersi fino all’annientamento delle popolazioni civili
.
Il
Parlamento Italiano, oltre 36 comuni, XX municipio e il consiglio
provinciale di Roma, hanno riconosciuto ufficialmente il genocidio
del popolo armeno nel 2000, da allora le iniziative culturali e
umanitarie si moltiplicano. A Livorno, fino al 29 Maggio presso
la Bottega del caffè di Livorno (Viale Caprera 35) sarà
possibile vedere le immagini della mostra dell’artista armena
Sonya Orfalian, autrice anche del libro “Il genocidio armeno:
le testimonianze oculari dei sopravissuti”, con lavori grafici
della curatrice sul tema “dell’ascolto”. Inoltre
l’artista armena sta anche realizzando per la discoteca di
stato una raccolta di interviste a testimoni oculari del genocidio
presenti nella comunità italiana: resoconti di vicende personali
particolarmente rappresentative per la storia dell’integrazione
nella vita sociale, culturale ed economica dell’Italia quale
paese ospitante.Altri libri dedicati al popolo armeno sono: “La
masseria delle allodole” di Atonia Arslan (Rizzoli, 2004,
15 euro);“Voci dall’inferno” dell’americana
Samantha Power (Baldini Castoldi Dalai, 2003, 22,60 euro); l’autrice
ricostruisce l’origine del termine genocidio a partire dalle
memorie dell’ebreo polaccio Raphael Lemkin che lo impose all’attenzione
mondiale. E ancora va segnalato l’operato di Pietro Kuciukian
che cerca coloro che hanno salvato armeni, portando le ceneri dei
discendenti dei “giusti” nel Museo del Genocidio a Erevan
(sito: www.gariwo.net/genocidi/matz.php);
inoltre promuove la mostra itinerante con le fotografie del testimone
del genocidio Armin T. Wegner (catalogo della mostra: Armin T.Wegner
e gli Armeni in Anatolia, Guerini e Associati, 1996). Infine è
in preparazione il libro, per l’editrice Argo “Il processo-
Talaat Pascià, sul processo (Berlino, giugno 1921) contro
lo studente armeno Soghomon Teyloirian, autore dell’assassinio
di Talaat Pascià.
Tutte
queste iniziative dimostrano quanto bisogno ha il popolo armeno
di un risarcimento storico e morale nei confronti della Turchia,
che, non ha ancora riconosciuto il “grande male” armeno.
Un vero proprio scandalo per un paese che vuole entrare in Europa.
Daria
Ronzolani
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