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La centrale nucleare armena di Metsamor, una bomba innescata nel Caucaso
LIVORNO. Nel Caucaso la tragedia nucleare di Fukushima ha riportato alla luce il fantasma nucleare dimenticato di Metsamor (Oktemberyan o Medzamor) e si intreccia con antiche e sanguinose rivalità etniche e geopolitiche che dividono una delle aree più sismiche del pianeta. I turchi hanno ritirato fuori l'affare radioattivo proprio mentre a Bruxelles il primo ministro armeno Tigran Sarkissian diceva alla Commissione affari esteri del Parlemento europeo che la realizzazione di una base militaire russa nel suo Paese deriva da una scelta cosciente e ben ponderata da Erevan e che «La Russia, partner strategico dell'Armenia, gioca un ruolo importante in questo Paese. Ancora meglio, l'Armenia ha ospitato delle forze armate russe. Si tratta di un gesto cosciente e consapevolmente riflessivo, perché visti i problemi non regolati con i nostri vicini le cui possibilità militari ed economiche superano quelle della piccola Armenia di decine di volte, abbiamo bisogno di una forza in grado di garantire la sicurezza fisica del nostro popolo. La necessità della presenza
militare straniera diminuirà nel momento in cui i rischi geopolitici nella regione saranno sostanzialmente ridotti. Questa riduzione avverrà attraverso delle riforme operate per via democratica. Se otterremo un successo in questo campo, un'atmosfera dio fiducia si creerà nella regione e la presenza delle forze armate non sarà più necessaria».

La centoduesima base militare russa, dotata di missili terra-aria S-300, di caccia Mig-29 e con 5.000 militari, sorge a Gumri, nel nord-ovest dell'Armenia, in base ad un accordo russo-armeno del 1995, che fa parte del Sistema aereo unificato della Comunità degli Stati indipendenti (Csi) e che nell'agosto 2010 Mosca ed Erevan hanno prorogato fino al 2046. Una proroga che ha fatto arrabbiare moltissimo l'Azerbaigian, che rivendica la sovranità sul Nagorno Karabakh, la repubblica autoproclamatasi indipendente e "liberata" dagli armeni con la sanguinosa guerra del 1991, e i nemici "storici" georgiani e turchi.

Sono proprio i turchi quelli che Sarkissian definisce «I nostri vicini le cui possibilità militari ed economiche superano quelle della piccola Armenia di decine di volte» e proprio dalla Turchia arriva l'attacco e l'allarme sul nucleare armeno. Sinan Oran, direttore del Centro turco per le relazioni internazionali e l'analisi strategica (T.rksam) e presidente del Società della comunità turco-azera (Tad) scrive su Trend.az che la centrale nucleare di Metsamor «E' una vera bomba atomica che può esplodere in ogni momento».

La prima e per ora unica centrale nucleare armena (400 MW ) è stata costruita nel 1976 a 30 km da Erevan, in una zona sismica. Progettata dai sovietici per restare in vita fino al 2001, dopo 10 anni dal termine della sua vita ufficiale, resterà in servizio fino al 2017 perché fornisce il 40% (i turchi e
gli azeri dicono l'80%) dell'elettricità dell'Armenia. L'impianto è gestito dal 2003 dalla società russa Inter Rao Ues, come parte di un accordo per pagare il debito estero dell'Armenia. Anche un esperto di nucleare azero, Adil Garibov, attacca gli armeni e i russi : «La centrale costituisce una minaccia per tutta la regione ed i Paesi interessati devono chiederne la chiusura con una voce sola».

Nonostante i sentimenti antiarmeni è difficile dare torto a turchi ed azeri, anche per gli esperti Metsamor, basata sulla tecnologia nucleare di prima generazione, situata in una zona sismicamente attivissima, rappresenta una grande minaccia per l'Armenia e i paesi vicini. Dopo il devastante terremoto che ha colpito l'Armenia nel 1988, che fece 50 mila morti, il governo sovietico di Erevan decise di chiudere Metsamor ma poi la crisi economica e la carenza di energia hanno costretto l'Armenia indipendente (e in guerra con l'Azerbaigian petrolifero) a riavviare la centrale 1993. Anche Hakob Sanasaryan, di Green union of Armenia, dice fin dal 2003 che Metsamor non rispetta i nuclear safety standards internazionali, visto che non ha un "guscio" di contenimento protettivo»

Secondo Ogan «Le esplosioni avvenute nelle centrali nucleari in Giappone, dovrebbero servire da lezione a tutti, e la comunità mondiale deve riflettere su quali conseguenze potrebbero derivare in Armenia da un terremoto di magnitudo di almeno 7 punti. In Giappone, una centrale nucleare viene costruita sulla base di tecnologia nucleare di terza generazione, mentre la centrale nucleare di Metsamor è stata costruita secondo la tecnologia nucleare di prima generazione, e questo aggiunge un particolare pericolo per la regione.
Considerato il fatto che l'Armenia è uno Stato non democratico, la popolazione del Paese non può protestare contro il funzionamento di questo impianto». Al di la del fatto che anche l'Azerbaigian non brilla certo per la sua democrazia e che la Turchia è passata per infinite dittature (e il genocidio degli armeni) per arrivare all'attuale democrazia "controllata" che non riconosce i diritti dei curdi... Ogan dice di non aver rilanciato l'allarme sulla centrale-bomba di Metsamor, per spirito anti-armeno o perché è antinucleare (anzi è un fiero sostenitore del nucleare turco che realizzeranno gli stessi russi che hanno costruito la centrale armena), ma perché il vecchissimo impianto è a solo 16 km dal confine con la Turchia ed è considerata sia dall'International atomic energy agency (Iaea) e dall'Ue come l'impianto nucleare più pericoloso del mondo e ne chiedono la chiusura nel più breve tempo possibile. I turchi ricordano che gli effetti del terribile incidente di Chernobyl, una centrale
con la stessa tecnologia di Metsamor, sulla popolazione del Mar Nero orientale «Si sono cominciati a vedere, ma 18 anni dopo, nessuno sa quale impatto posso aver subito le persone che vivono da molti anni ad Igdir e nelle aree circostanti per le perdite della centrale elettro-nucleare di Metsamor, perché nessuno sa come e se ha subito un impatto».

T.rksam dice di aver fatto delle ricerche nella regione di confine con l'Armenia, nelle province di Igdir, Kars e Ardahan e nel sud-est dell'Anatolia, che evidenziano la presenza di vaste aree di erba secca, malattie negli animali e negli uomini, una forte incidenza (in crescita) di cancro e di bambini malformati alla nascita o nati morti e di morti infantili.
«Un incidente nella centrale di Metsamor avrebbe anche gravi conseguenze su chi vive in Azerbaijan, Iran, Nakhichevan, e Georgia, nonché sulla migrazione della popolazione che potrebbe essere un disastro per il popolo armeno».

La centrale di Metsamor potrebbe subire in ogni momento un terremoto come quello del 1988 che ne provocò la temporanea e prolungata chiusura. Con un terremoto di magnitudo 9 come quello del Giappone, la centrale di Metsamor, che sorge su una linea di faglia, verrebbe completamente rasa al suolo. I turchi, gli azeri e i georgiani temono una nuove e ancora più incontrollabile Chernobyl alle porte di casa. E non hanno tutti i torti, visto che L'Ue ha definito i reattori armeni Vver 440 modello V230 i «Più vecchi e meno affidabili» dei 66 reattori sovietici costruiti in Europa orientale e nell'ex Unione Sovietica.
Nel 1999 l'Armenia e l'Ue firmarono un accordo per la chiusura entro il 2004 della centrale e che l'Armenia del 2001 al 2004 lavorò insieme al Consiglio d'Europa per chiudere l'impianto e che nel 2007 accettarono un accordo con Usa ed Ue per la chiusura della centrale. Il 29 novembre 2007 il governo armeno approvò un piano per chiudere la centrale nucleare, ma senza nessuna data
specifica. Secondo il ministro dell'energia la chiusura potrebbe costare fino a 280 milioni di dollari. Nel dicembre 2008, lo stesso armeno governo annunciò che i progressi fatti nella gestione avevano portato la centrale a soddisfare gli standard di sicurezza internazionali per quanto riguarda l'utilizzo
dell'energia nucleare nella centrale di Metsamor. Infatti, l'Armenia a corto di energia elettrica non ha mai iniziato la chiusura della centrale, ma ha addirittura potenziato la produzione di questo pericolosissimo ferrovecchio sovietico, nonostante l'Ue sia disposta a fornire all'Armenia 100 milioni di euro per sviluppare fonti alternative di energia, un importo giudicato insufficiente da Erevan che ha chiesto all'Ue almeno un miliardo di euro. Così
siamo allo stallo: l'Ue non ha assunto la dismissione di Metsamor, l'Armenia non ci pensa nemmeno a chiuderla e forse la sostituirà con un'altra costruita dai soliti amici russi che intanto forniscono l'uranio necessario a far funzionare la pericolosa Metsamor. L'Armenia sta attualmente discutendo della costruzione, che potrebbe addirittura iniziare entro quest'anno ed entrare in funzione del 2017, di una nuova centrale nucleare da 1.000 o 1200 MW, con un costo che varia da rispettivamente dai 4 ai 5,2 - 7,2 miliardi di dollari.

Gli armeni dicono che non possono chiudere la centrale di Metsamor se non terminerà l'embargo energetico, se non arriverà in Armenia il gasdotto dall'Iran e se Azerbaigian e Turchia non apriranno i loro confini. I turchi definiscono questa posizione «Un elemento di ricatto con l'Armenia che su Metsamor presenta condizioni non hanno nulla a che fare con la centrale».


G.C

 
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