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08. Genn.2025v: la mia storia di infanzia - Hussei un cripto armeno di Tabriz - Tradotta in Armeno
*HUSSEIN ֊UN CRIPTO ARMENO m
Piccola storia di Hussein, cripto armeno, Islamizzato dagli imam della moschea dietro casa, nella mia città natale di Tabriz. Durante gli ultimi massacri dei cristiani-assiri soprattutto armeni tra il 1930-31 nella città di Khoy, ex capitale iraniana e primo osservatorio astronomico, vicino al fiume Araks e al confine nord iraniano con la Turchia, ci furono una quarantina di bambini che rimasero orfani e che vennero poi adottati, uno di questi fu Hussein.
In quel tragico periodo sia la Moschea, l’esercito iraniano, il Patriarcato e alcune parrocchie armene, adottavano i bambini sopravvissuti e senza genitori.
Ricordo che Hussein dormiva sulla strada davanti alla casa di un’altra cripto armena, di cui nessuno allora sapeva niente ma che venne alla luce in seguito, soprannominata Khoyezi ֊ Խօյեցի֊ (cittadina di khoy).

Che Hussein fosse cristiano l’abbiamo scoperto in maniera del tutto imprevista. Era un barbone con vestiti sporchi (mai cambiati in vita sua) ma mia nonna materna di nome Yaghut, approfittando una volta di un suo attimo di distrazione, riuscì a toglierglieli dandogli vestiti puliti e bruciando quelli vecchi.
In quell’occasione, nella fodera del suo unto cappello, scoprì la tipica croce del battesimo armeno "privo della figura di cristo" e di cui lui non era probabilmente a conoscenza. La nonna decise di non rivelargli quello che era stato trovato nella fodera, ovvero la sua origine armena, per non metterlo in difficoltà.
Hussein ha quindi fatalmente vissuto da vero mussulmano nel quartiere armeno ma anche misto.
Quando si flagellava, nel mese sciita Muharram, detto “Ashura e Tasu’a” i miei si arrabbiavano perché a 8/9 anni era troppo giovane per fare quel rito. Io ho conosciuto tutti i riti di flagellazione islamica grazie a lui. Hussein me li voleva far vedere e forse mi voleva far diventare mussulmano, malgrado il dissenso dei miei genitori.
Era affezionato a noi così come Nora, la tata russa di origine ucraina che mi ha allevato.
Nora era scappata dalla Russia, con migliaia di transfughi ed era approdata nel centro di accoglienza di Tabriz città più vicina al confine, ma senza tutela. Fu quindi adottata dalla mia famiglia e divenne mia sorella adottiva ma anche mia tata così come le mie quattro sorelle e altre quattro cristiane di diverse etnie adottate dai miei. Negli anni si sposò con Arsen, anche lui profugo dalla Russia, ma rimase sempre legata a noi.
Quando decisi di andare a studiare in Italia, Nora, rimasta vedova, soffriva troppo senza di me e scelse di andare in Armenia per non sentire il vuoto che avevo lasciato. Per poter emigrare in Armenia a quel tempo, il Patriarca dava la cittadinanza solo se avevi un marito o un figlio/a armeni scappati dai massacri. Così lei adottò una ragazza ventenne dall’orfanotrofio di Tabriz e poté trasferirsi in Armenia.
Hussein invece, il giorno della mia partenza, arrivò a piedi nudi fino all’aeroporto per salutarmi, questo per dire quanto era legato a me.
Mia nonna, la tata e Hussein piansero quando sono partito per l’Italia, ma anche i miei quattro cani non mi volevano lasciare uscire dalla porta del giardino!
Non avendo trovato nessuna foto di Hussein nel quartiere armeno e nemmeno nel patriarcato, ho pensato di disegnare il suo volto per come me lo ricordavo e le mie sorelle mi hanno confermato la rassomiglianza con la sua figura!
Chiesa Apostolica Armena

Ambasciata d'Armenia in Italia Իտալիայում Հայաստանի դեսպանություն
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