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051215 - «Non č Orhan Pamuk che sarą sotto processo domani, ma la Turchia.
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(ANSA) - BRUXELLES, 15 DIC - Il processo allo scrittore turco
Orhan Pamuk sarà un «test decisivo» per la Turchia. È il commento del commissario Ue per l'allargamento Olli Rehn alla vigilia della prima udienza, prevista per domani.
«Non è Orhan Pamuk che sarà sotto processo domani, ma la Turchia. Si tratta di un test decisivo per capire se la Turchia si impegna concretamente per la libertà di espressione e nelle riforme che rafforzano lo stato di diritto e della quali beneficiano tutti i cittadini turchi», ha osservato Rehn in un comunicato diffuso oggi a Bruxelles.
Il commissario ha inoltre sottolineato che il nuovo Codice penale adottato dalla autorità di Ankara «non garantisce una tutela sufficiente per la libertà di espressione».
«Ci aspettiamo - ha aggiunto - che il governo colmi le lacune nel Codice che permettono interpretazioni così restrittive sulla libertà di espressione».
Pamuk, noto a livello internazionale per numerosi romanzi tra cui 'Nevè, rischia tra i sei mesi e i tre anni di prigione per un intervista ad un giornale svizzero in cui ha affermato che in Turchia erano stati uccisi in passato «un milione di armeni e 30 mila curdi».
Il parlamento europeo ha inviato due delegazioni per osservare il processo, una in rappresentanza dell'Assemblea, guidata dall'eurodeputato olandese Camiel Eurlings (Ppe), e una composta soltanto da parlamentari verdi, tra i quali anche il presidente del gruppo all'Europarlamento, Daniel Cohn-Bendit.
La magistratura turca ha deciso recentemente di applicare al caso Pamuk il precedente Codice penale turco che prevede l'autorizzazione del ministro della giustizia per avviare un processo per «offesa all'identità turca», il reato del quale lo scrittore è accusato. (ANSA).
Procedimento potrebbe essere bloccato all'ultimo minuto
Bruxelles, 15 dic. (Apcom) - Si avvicina la data della prima udienza del processo contro lo scrittore Orhan Pamuk, incriminato da un tribunale di Istanbul per aver parlato del genocidio degli armeni nel 1915. In una nota diffusa a Bruxelles, il commissario Ue all'Allargamento, Olli Rehn, ricorda alla Turchia che il procedimento sarà «un test chiave per verificare se la Turchia è seriamente impegnata alla libertà di espressione e alle riforme che rafforzano lo stato di diritto». Ma secondo alcune indiscrezioni, il governo di Ankara starebbe provando di tutto per evitare l'imbarazzo del caso, bloccando l'inizio del processo.
«Mi aspetto che la Turchia rispetti la Carta europea dei Diritti dell'uomo e i criteri politici di Copenhagen fissati dall'Unione europea», ha dichiarato Rehn. «Questa è un'opportunità per stabilire un precedente positivo per tutti gli altri casi sulla libertà di espressione in attesa di processo». Il commissario, proprio sulla base dei numerosi procedimento aperti dalla magistratura per reati di opinione, si auspica che «il governo turco chiarisca ai procuratori e ai giudici del Paese che l'articolo 301 del nuovo codice penale deve essere interpretato pienamente in linea con la Convenzione europea dei diritti dell'Uomo. Allo stesso tempo - continua Rehn - ci aspettiamo che il governo intervenga sui punti del Codice che permettono un'interpretazione così restrittiva della libertò di espressione».
La ripercussioni negative di un'eventuale condanna sul cammino di Ankara verso Bruxelles sono molto chiare. Il processo, secondo Rehn, è infatti «un'ombra sui negoziati di adesione tra la Turchia e l'Ue». Per questo motivo, da diversi giorni circolano indiscrezioni - riportate oggi dal quotidiano tedesco Die Welt - secondo cui il ministro della Giustizia, Cemil Cicek, sarebbe impegnato in trattative dell'ultimo minuto con la magistratura per scongiurare l'inizio del processo. Una strada possibile potrebbe essere l'applicazione del vecchio codice penale, che ovviamente non include l'articolo 301 sulla base di cui Pamuk è stato incriminato. In ogni caso, oggi parte per Istanbul una delegazione del Parlamento europeo guidata dall'olandese Camiel Eurlings (Ppe), con lo scopo di osservare i procedimenti.
«PROCEDIMENTO GETTA UN' OMBRA SUI NEGOZIATI DI ADESIONE»
Bruxelles, 15 dic. - (Adnkronos/Aki) - Al processo che si apre domani a Istanbul contro lo scrittore Orhan Pamuk sotto esame non è lo scrittore, ma la Turchia stessa. Ha mandato un messaggio molto chiaro ad Ankara il commissario europeo all'Allargamento Olli Rehn, commentando il procedimento contro l'autore di «Neve», accusato di aver «offeso l'identità» turca parlando del genocidio degli armeni, tema tabù nel Paese. Il processo, nel quale lo scrittore rischia da sei mesi a tre anni di carcere, sarà oggetto di osservazione da parte di una delegazione del Parlamento Europeo.
«Sotto processo domani non sarà Orhan Pamuk, ma la Turchia - afferma Rehn in una nota - Si tratta di una cartina di tornasole per vedere se la Turchia è seriamente impegnata nella libertà di espressione e nelle riforme che migliorino lo stato di diritto e il beneficio di tutti i cittadini turchi». Il commissario ha avvertito di attendersi che «la Turchia rispetti la Convenzione europea sui diritti umani e i criteri politici di Copenaghen (necessari per l'adesione all'Ue ndr) dell'Unione Europea. È un opportunità per segnare un precedente positivo per i numerosi altri casi riguardanti la libertà di espressione in attesa di processo».
Rehn avverte che «il processo a uno scrittore che ha espresso un'opinione non violenta (sui massacri di curdi e armeni durante l'Impero ottomano, ndr) getta un'ombra sui negoziati di adesione tra la Turchia e l'Ue. La piena attuazione delle riforme sarà il fondamento cruciale per facilitare il progresso sui negoziati di adesione».
Il commissario infine ammonisce Ankara che, «considerando il numero delle recenti imputazioni, appare chiaro che il nuovo Codice penale non fornisce sufficiente protezione alla libertà di parola. La Commissione si attende che il governo turco chiarisca ai procuratori e ai giudici del paese che l'Articolo 301 del nuovo codice penale (che riguarda la tutela della nazione turca, ndr) deve essere pienamente interpretato in linea con la Convenzione europea dei diritti umani».
Parallelamente, prosegue Rehn, «ci attendiamo che il governo colmi le lacune nel Codice che consentono tali interpretazioni restrittive sulla libertà di espressione».
Bruxelles / Turchia per processo PAMUK. 15/12/2005 (Ansa - Apcom - Adnkronos - Aki)
COMMISSARIO ALLARGAMENTO, GOVERNO COLMI LACUNE IN CODICE PENALE
V.V
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