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06 10 31 - CON L’ARMENIA NEL CUORE
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“Vieni in Armenia? Ci va la nipote di don Giovanni…”: questa domanda non è scivolata via, abbiamo iniziato a pensarci e in pochissimi giorni abbiamo deciso che era una esperienza da non perdere. Così siamo partite, molto emozionate e molto inesperte di viaggi: nessuna di noi aveva visto il mondo che c’è “fuori di casa nostra....”.
Difficile riassumere sei giorni che sono stati pieni di intensità ed emozioni, ma tutte e tre quando siamo tornate avevamo nel cuore il desiderio di raccontare, di far conoscere quello che abbiamo visto.
L’accoglienza di Padre Mario e di una suora lì presente ci ha fatto sentire a casa nostra, ma non ci aspettavamo una accoglienza, calore, riconoscenza così grandi dalla gente armena.
L’ospedale diretto da p.Mario, dove lavorano tutti medici ed infermieri locali, è l’unica speranza: solo lì si può essere curati gratuitamente, negli altri ospedali tutto è a pagamento, il materasso si porta da casa e spesso il personale non è preparato.
Le mamme arrivano all’ospedale disperate, dopo aver percorso a piedi o con mezzi di fortuna chilometri e chilometri dai villaggi vicini… abbiamo visto tante e tante mamme piangere, con una dignità che tocca il cuore…bambini invece non ne abbiamo visti piangere: forse hanno imparato che non serve, non serve ad ottenere nulla, neanche cibo…
Ma la commozione più grande è stata quella di andare per i villaggi (facendo km e km di strada sterrata!!) e incontrare le famiglie che sono sostenute dalle “adozioni a distanza”: baracche di lamiera, freddo, miseria, nulla.. donne sole con i bambini, gli uomini tentano di trovare lavoro in Russia e spesso non tornano…
Quanti “grazie” abbiamo sentito, quanti abbracci e riconoscenza...forse non ce ne rendevamo conto: fare una adozione a distanza vuol dire permettere ad una famiglia di vivere…. E nelle famiglie dove arrivano aiuti le persone iniziano a sperare, acquistano due mucche, riparano il tetto, mandano i bambini a scuola……..Quello che possiamo fare è veramente solo una goccia, ma la nostra goccia è preziosa e può cambiare l’esistenza di molte persone.
Gli armeni: un popolo che è stato massacrato come gli ebrei, che ha subito il terremoto che ha ucciso quasi la metà della popolazione, che ha avuto la dittatura sovietica, che vive in terre fredde(anche -40° d’inverno), che è fuggito, che ha mantenuto la sua fede in Cristo…
Abbiamo conosciuto persone coraggiose,medici e gente comune che stanno dando tutto perché la gente non muoia di fame, di freddo, di infezioni, perché non sia sola….
Siamo tornate, non ci rendevamo conto di quanto abbiamo: tutto… dall’asfalto, alle case, al cibo … è un dono che davamo per scontato…
Abbiamo lasciato un po’ di cuore in Armenia, ma dentro di noi ci sono ora tanti volti, volti e nomi di bambini e di persone che ora abbiamo a cuore e che non possiamo dimenticare… Questo viaggio è stato un dono che ci ha fatto riscoprire il senso dell’esistenza………..
Elisabetta,Martina,Sabrina
Per chi lo desidera, a dicembre p.v. (data da definire) organizziamo una serata, con la dott.ssa Valentina Karakhanian (referente dell’Ospedale “Redemptoris Mater” di Ashotsk) in parrocchia a S.Nicolò (Portogruaro) per raccontarvi e farvi vedere le fotografie del nostro bellissimo viaggio!
Per ulteriori informazioni: camilliani-armenia@hotmail.it
Carissimi Amici dell’Ospedale “Redemptoris Mater”
con piacere vi inoltro una piccola testimonianza di Elisabetta, Martina e Sabrina che hanno passato alcuni giorni in Armenia e avuto modo di conoscere meglio la bella, anche se un po’ difficile realtà del nostro ospedale…
Buona lettura!
Cordiali saluti
Valentina Karakhanian
P. S. Per chi desidera ricevere l’inserto “Armenia e Georgia. Progetto Caucaso” del giornale Missione Salute, puo ancora richiederlo comunicando il proprio recapito postale all’ind.e-mail: camilliani-armenia@hotmail.it
V.V
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