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06 11 12 - Verona diventa protagonista di un progetto di scambio culturale con l’Armenia.
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l'ARENA-Domenica 12 Novembre 2006
Strumento privilegiato di relazione tra differenze e affinità l’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Casa di Ramìa e numerosi enti italiani Teatro, protagonista di un legame con l’Armenia Il progetto si articola in tre anni in vista della costituzione di un centro di ricerca permanente.
di Giancarlo Beltrame;
Verona diventa protagonista di un progetto di scambio culturale con l’Armenia.
Lo strumento attraverso cui avverrà è il il teatro, individuato come strumento privilegiato di relazione tra differenze e affinità. Per la parte veronese il progetto è curato dal regista Aurelio Sabatino ed Elena Migliavacca,responsabile della Casa di Ramìa.
Il progetto di scambio culturale tra Verona e Yerevan, capitale dell’Armenia, nasce dalla relazione tra la Casa di Ramìa (in coprogettazione tra l’associazione Ishtar e l’assessorato alla Cultura delle differenza e Pari Opportunità del Comune), il gruppo Teatro dell’alieno e l’Università linguistica statale Brusov di Yerevan, in particolare il dipartimento di Italianistica. Vede inoltre il coinvolgimento dell’Università di Verona, con la quale la Brusov sta siglando un quadro di cooperazione. Altri enti e soggetti coinvolti sono il Conservatorio di Verona, l’ambasciata d’Italia in Armenia, il ministero della Cultura e delle politiche giovanili dell’Armenia e l’associazione Italia-Armenia di Padova.
Piccolo Stato, grande circa come il Piemonte, con poco più di tre milioni di abitanti, l’Armenia era in passato conosciuta come «giardino dell’Eden».
Gli armeni, che oggi vivono anche in Turchia e Iran, conobbero la loro più grande tragedia, un vero e proprio genocidio, nel 1915, quando il governo turco pose fine alla convivenza pacifica e sterminò tutti gli armeni nel suo territorio.
Iniziò la diaspora armena, che disperse i sopravvissuti in varie parti del mondo. Nel 1922 l’Armenia non turca entrò a far parte dell’Unione Sovietica, tornando a essere nel 1991 una repubblica indipendente, che sta avviandosi a una piena democrazia.
«Riteniamo estremamente interessante», spiega Sabatino, «la conoscenza di un Paese come l’Armenia. Il desiderio di un progetto di scambio tra giovani armeni e italiani nasce dalla necessità di proteggere la ricchezza culturale originaria nella nuova generazione armena, facendo loro incontrare uno sguardoche la sappia riconoscere e valorizzare, per contrastare la forza dell’assimilazione che indubbiamente, come già si è dolorosamente visto in altri luoghi, si propagherà rapidamente alla desiderata apertura delle frontiere».
L’idea dello scambio consente di lavorare con le studentesse e gli studenti armeni che hanno scelto l’italiano come prima lingua. E il lavoro avverrà
attraverso il teatro, il viaggio e l’ospitalità.
Il progetto si articola in tre anni, con laboratori teatrali, di cui il primo si è già svolto dal 14 al 20 aprile con 30 studentesse (28 femmine e 2 maschi), c’è stata la massima partecipazione da parte delle giovani e dell’Università di Yerevan. Al secondo laboratorio, dal 24 settembre al 4 ottobre, hanno partecipato anche tre giovani del laboratorio teatrale di Casa di Ramìa,
ospitati nelle case delle studentesse armene.
I laboratori continueranno in vista della costituzione di un centro di ricerca teatrale permanente autonomo.
Mercoledì 15 novembre alle 18 il progetto di scambio «Verona-Yerevan» verràpresentato alla Casa di Ramia in via Mazza 50, dal professor Aldo Ferrari dell’Università di Venezia, con una installazione fotografica e le testimonianze relative al primo viaggio di scambio. Il prossimo è è previsto per il 2007 con un gruppo di una decina partecipanti del laboratorio teatrale0armeno ospitati dai giovani di Casa di Ramìa per la messa in scena di uno spettacolo e la visita di luoghi di interesse artistico in Italia.
Sono previsti inoltre un incontro il 23 gennaio 2007 con la scrittrice AntoniaArslan e una rassegna sulla cinematografia armena. Nel 2007 sarà poi allestito
uno spettacolo prodotto dalla cooperazione dei gruppi di Verona e Yerevan.
V.V
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