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06 12 13 - Galleria:Angelart & Design, via Solferino 3, 20121 Milano -Tel/
INVITO E COMUNICATO STAMPA
MARINA CALAMAI - A cura di Ivan Quaroni

Galleria:Angelart & Design, via Solferino 3, 20121 Milano -Tel/ Fax (+39) 0286915812
info@angelartdesign.it - www. angelartdesign.it

Ufficio stampa: Bianucci Cinelli studio via Lambro, 7 20129 Milano
Tel. 02 29414955 Fax 02 20401644
Francesca Bianucci cell. 335 6178582
Chiara Cinelli cell. 333 4852926

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Date: dal 23 Novembre 2006 al 12 Gennaio 2007
Inaugurazione: 23 Novembre 2006, h. 18.00
Orari: dal lunedì al venerdì; h. 10.00-13.00/15.00-18.00

Catalogo in sede, testo di Ivan Quaroni

La galleria Angelart & Design è lieta di presentare cheEMikal emOTIONAL, mostra personale di Marina Calamai. Per l’occasione, l’artista esporrà una serie di nuovi lavori sulla chimica sensoriale. Oltre ai dolci, che da qualche anno rappresentano il leit motiv dell’opera di Marina Calamai, cheEMikal emOTIONAL illustra il nuovo percorso dell’artista, incentrato sull’indagine dei cromosomi e degli organi di senso. In questo viaggio di riflessione sul nostro “bagaglio genetico” e sulle nuove frontiere della scienza, l’artista illustra, attraverso la pittura,la dimensione estetica della fisiologia umana.

“Quando qualcosa ci colpisce emotivamente – dice Marina Calamai - è interessante addentrarsi e conoscere quanto accade a livello chimico all’interno dei nostri organi”.
Nella chimica del nostro corpo la più piccola unità di misura è in fondo una combinazione di 4 semplici basi azotate. La nostra vita, perciò, può essere letta come un susseguirsi e accavallarsi di reazioni chimiche. La personalissima percezione che ognuno di noi ha di colori forme, odori, sapori, consistenze, suoni e rumori, è qui rappresentata attraverso immagini dipinte di esami diagnostici come la PET e la SPECT, che descrivono cromaticamente la nostra attività cerebrale quando siamo sottoposti a stimoli di vario tipo. I sensi interagiscono tra di loro: aspetto e colore degli alimenti (stimoli visivi), per esempio, fanno scattare un meccanismo di anticipazione della consistenza e del sapore stimolando tatto e gusto, per cui anche la vista di un bel dolce può mettere in moto tutti i sensi.
I cinque organi, dipinti ad olio come un’inconfutabile verità scientifica, diventano una finestra attraverso la quale leggere le emozioni sensoriali che la vita ci propone.
Le molecole dei neurotrasmettitori, che trasferiscono i segnali associati alle emozioni positive alle varie zone del cervello, anch’esse dipinte a olio, fanno invece da cornice ad accattivanti nature morte “dolciarie”.

Biografia

Marina Calamai inizia a dipingere torte durante la gravidanza, proprio quando un’iperglicemia le impedisce di assumere zuccheri. Protagoniste delle sue tele sono i dolci appetitosi di cui si può cogliere – per citare un neologismo pubblicitario – la scioglievolezza, quell’abbandono della fetta di panna cotta, sotto un velo di gelatina di frutti di bosco. Il suo lavoro (nella serie dedicata ai grafici con il battito cardiaco inciso su plexiglas e sovrapposto su tela), s’incentra anche sul ritmo del cuore come indicatore di una condizione di vita, termometro di una realtà stressante da una parte e diagramma spirituale della vita interiore dall’altra. Le sequenze di torte che via via spariscono, fetta dopo fetta, fino a lasciare solo briciole (che ricordano le tavole post-prandiali di Spoerri) catapultano lo spettatore in un’atmosfera di sospensione quasi onirica, una specie di sequenza ritmica che divide il tempo in fotogrammi e in scene che impongono una pausa tra un’immagine e l’altra. Il ritmo del divorare e dell’assaporare, la pausa dell’attesa, il finale d’assenza sono gli elementi di una scansione temporale che si converte in spartito pittorico. Nei lavori nei quali sono protagonisti personaggi nell’atto di tuffarsi, il tuffo appunto, rappresenta insieme il desiderio puro di inabissarsi nel gusto e una spinta al cambiamento. Nei lavori recenti, l’utilizzo di grandi tavole sagomate che riprendono il profilo dell’immagine stessa dice della necessità di rendere ancora più radicale la mistificazione, prefigurando un passaggio dalla pittura all’oggetto, forse alla terza dimensione ed alla “cosa” in sé. Ma è certo che si tratta di un ulteriore falso avvicinamento alla verità, e che ancora una volta Marina Calamai si prepara a smentire la sua “sindrome del pasticciere”. La verità, lei lo sa bene, come la vita, sarà sempre “altrove”.
Marina Calamai vive e lavora a Firenze.

Nata il 14 ottobre 1962 ad Arezzo, la sua prima passione è la musica: a 12 anni inizia a studiare il pianoforte. Frequenta a 18 anni il corso di musica e pittura presso la scuola Martenot di Firenze (nel 1982 un suo dipinto viene scelto per essere esposto in una mostra collettiva presso lo stesso centro a Parigi). Dopo la maturità classica ed un esame di quinto anno di pianoforte in conservatorio si trasferisce a Parigi dove studia presso lo stilista Alain Lalou ed in seguito presso la Paris American Academy per iniziare successivamente a lavorare come designer di moda (1983/85).
Tornata a Firenze inizia un’attività frenetica ed appassionante nel campo della moda a cui si dedica per tredici anni. Gli studi più propriamente artistici proseguono nel 1998 a New York presso la Art Student League con il pittore Peter Cox ed in seguito a Firenze alla Lorenzo de’ Medici, sotto la guida delle artiste Rose Shakinovsky e Claire Gavronsky.
Inizia poi ad esporre in spazi pubblici e privati.
Nel giugno 2001 la sua prima personale Pace Maker, nello spazio di LUISA VIA ROMA a Firenze.
A settembre dello stesso anno partecipa alla collettiva Calamai, Loohuis, Praet, Voeten, alla Galleria d’Arte Senso a Panzano in Chianti, Firenze.
A novembre presenta una nuova selezione di opere presso l’Enoteca Barni di Prato. La rassegna personale si intitola Bio feed-back.
Ad aprile 2002 inaugura Hyperglicemia, la personale a Milano presso la galleria Maria Cilena Arte Contemporanea.
In maggio, nella sede seicentesca dei Bottini dell’olio di Livorno, partecipa alla collettiva Un giorno, curata da Emma Gravagnuolo, Paola Magni, Paola Noè. Sempre in maggio è presente al Miart di Milano nello stand della galleria Maria Cilena Arte Contemporanea di Milano.
A ottobre tiene un’altra personale M. S. T. S. (Mille Sublimi Torte Sublimate), presso la galleria Pananti di Firenze.
A novembre partecipa a Roma alla fiera Riparte come artista della galleria Maria Cilena.
Nel Febbraio 2003 inaugura a Milano la personale Dolcissima Via Lattea presso la pasticceria Sissi e successivamente presso lo Studio Zeta per la presentazione alla stampa della collezione Panepinto Knit and Cake.
Luglio 2003 la rassegna personale La FRETTA, presso lo spazio STORAGE Orsa Maggiore di Forte dei Marmi.
Novembre 2003, organizzata dal Comune di Livorno, in seno al Festival Mangiarsi le Parole, presenta la personale SPLASH presso la sala del Gadì.
Nell'Aprile 2004 a San Gimignano inaugura, Ceci n'est pas un gateau, personale presso la Galleria L'Albero Celeste.

V.V

 
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