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06 11 14 - Il lavoro di ricerca vede insieme studenti dei licei classico Ariosto e scientifico Roiti
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Il lavoro di ricerca vede insieme studenti dei licei classico Ariosto e scientifico Roiti “La storia del popolo armeno”, progetto per un dialogo interculturale

03-11-2006
Il genocidio armeno è una pagina di storia che a fatica trova il dovuto spazio e che rimane ancora oggi oscuro a molti. Il tema, divenuto particolarmente attuale in questi giorni dopo l’attribuzione del premio Nobel a Orhan Pamuk e a seguito di alcuni provvedimenti adottati in Francia, è stato in questi mesi al centro di un percorso di ricerca e di approfondimento confluito in un vero e proprio progetto didattico con protagonisti gli allievi delle ultime classi dei due licei cittadini scientifico “A. Roiti” e classico “L. Ariosto”. Filo conduttore della ricerca, che si avvale del patrocinio e della collaborazione della Provincia e del Comune di Ferrara, è stato il desiderio di approfondire la questione armena nell’ambito della storia europea del Novecento e di conoscerne le dolorose vicissitudini. Ne è seguita una lunga riflessione attraverso lo studio della letteratura, dell’arte e delle tradizioni di quel popolo che per il liceo Roiti ha preso il titolo ‘Gli Armeni tra Oriente e Occidente: la sfida di una sopravvivenza’ e per il Liceo Ariosto ‘Il popolo armeno nella storia, nella cultura, nella memoria’. Il lavoro ha impegnato con finalità e obiettivi comuni insegnanti e scolaresche dei due istituiti e dato vita a un programma di attività complementari che prevedono incontri con gli autori, conferenze, dibattiti, una mostra, proiezioni di film e concerti alcuni dei quali aperti anche alla cittadinanza.
“Questa iniziativa – ha affermato l’assessore Alessandra Chiappini nel salutare in municipio una folta rappresentanza di insegnanti e studenti – è una promozione straordinaria della cultura dei diritti in un momento in cui da più parti vengono ancora violati e sottovalutati e un modo concreto di educare alla pace e al dialogo interculturale. E’ certo poi – ha aggiunto l’assessore – un progetto che fa un gran bene alla nostra comunità perché ci permette insieme, passando dalla scuola alla società civile, di recuperare un importante pezzo di storia sulla quale occorre ancora profondamente riflettere”.
Sono in particolare due i momenti, entrambi in programma sabato 11 novembre, che vedranno insieme i ragazzi dei due istituti e saranno aperti al pubblico. Alle 10,15 alla sala Estense gli studenti del liceo Scientifico e del liceo Classico incontreranno Pietro Kuciukian, fondatore del “Comitato Internazionale dei Giusti per gli Armeni”, la curatrice dell’edizione italiana della mostra su “Armin T. Wegner” Anna Maria Samuelli e Antonia Arslan, autrice del romanzo La masseria delle allodole. Nel pomeriggio, alle 15 alla sala Alfonso I d’Este (Castello Estense) sarà inaugurata la mostra fotografica del testimone oculare del genocidio degli Armeni Armin Theophil Wegner dal titolo “Gli Armeni in Anatolia, 1915. Immagini e testimonianze”. Alla cerimonia inaugurale saranno presenti Pietro Kuciukian e Anna Maria Samuelli.
L’attività dei due istituti proseguirà poi con un intenso ruolino di marcia. All’Ariosto dibattiti e incontri con protagonisti e storici culmineranno sabato 25 novembre (alla presenza del sindaco Gaetano Sateriale, di Pietro Kuciukian e V. Pambakian rappresentanti del Comitato dei giusti) con l’inaugurazione del Giardino degli Armeni - costituito da alcuni alberelli di melograno pianta simbolo degli Armeni -, l’apposizione di una targa in ricordo del genocidio con alcuni versi del poeta Daniel Varujan e con la lettura di una risoluzione del Consiglio Comunale di Ferrara di riconoscimento del genocidio del popolo armeno. Numerose anche le iniziative programmate al liceo Roiti che chiuderà il 5 dicembre il progetto con una visita guidata degli studenti al monastero di San Lazzaro degli Armeni a Venezia e con l’allestimento, all’interno dell’istituto, di un piccolo spazio di raccolta di volumi denominato “Biblioteca degli Armeni”. Sarà inoltre realizzato un fascicolo monografico sul tema con la collaborazione di Massimo Valpiana, direttore del giornale “Azione non violenta”, sul quale verrà pubblicato.
La mostra “Armin T. Wegner - Gli Armeni in Anatolia, 1915. Immagini e testimonianze” allestita alla sala Alfonso I in Castello, sarà aperta con ingresso libero dal 12 al 25 novembre dalle ore 9.30 alle ore 17.

LA SCHEDA - Armin Theophil Wegner è nato a Wuppertal, in Germania, nel 1886. Scrittore, poeta, profondamente colpito dalla tragedia del popolo armeno di cui è stato testimone oculare nella Turchia Ottomana, ha dedicato la sua esistenza alla battaglia per i diritti umani. Allo scoppio della Prima guerra mondiale è in Medio Oriente come membro del servizio sanitario tedesco, nella campagna mesopotamica del 1915-1916. Attraversando l’Asia Minore, è testimone del genocidio del popolo armeno, la prima pulizia etnica del XX secolo. Eludendo le ferree ordinanze delle autorità turche e tedesche, scatta fotografie nei campi dei deportati, raccoglie suppliche e lettere che farà pervenire all’ambasciata degli Stati Uniti di Costantinopoli. Scoperta la sua attività clandestina, è espulso dalla Turchia e richiamato in Germania, dove si impegna per dare diffusione alla conoscenza della tragedia degli armeni. Nel 1919 invia una lettera al presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson per chiedere una patria agli armeni. Nel 1933, indirizza ad Adolf Hitler una lettera di protesta contro i comportamenti antiebraici del regime. Viene arrestato dalla Gestapo, torturato e incarcerato. Liberato, si rifugia tra il 1936-37 in Italia, a Positano. Vivrà in Italia fino alla morte (1978). Solo nel 1965, in occasione della commemorazione del 50° anniversario del genocidio degli armeni, la stampa scopre la sua documentazione fotografica. Nel 1968 viene insignito del titolo “Giusto” dallo Yad Vashem in Israele e dell’ordine di S. Gregorio, a Yerevan, capitale dell’Armenia, dove una strada porta il suo nome.

V.V

 
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