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11 01 2007- Il Natale Armeno
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http://www.expatclic.com/eofi/article.php3?id_article=628
Sono nato il 1943 a Valenza, da genitori immigrati. La migrazione degli armeni dipendeva dalla disponibilità finanziaria al momento dell’espatrio. Dunque, per coloro per i quali la Francia era il paese più accessibile, l’istallazione è avvenuta in base alle possibilità di lavoro. La guerra del 14/18 era appena terminata, e la valle del Reno, come pure la regione parigina, rappresentavano un ricco bacino di impiego.
E’ per questo che si trovano grandi comunità di armeni a Marsiglia, Valenza, Lione e Parigi. L’emigrazione si è prodotta qualche decina d’anni più tardi.
Mi ricordo dei Natali estremamente colorati della mia gioventù perchè, senza parlare di ghettizzazione, le famiglie di ritrovavano e riproducevano tra loro "l’aria del paese".
Giraire
La Festa di Natale tra gli Armeni della Diaspora.
L’Armenia è un paese situato sulle pendici sud della catena del Caucaso, tra il Mar Nero e il Mar Caspio. Confina con la Georgia ad ovest e la Russia al nord, due paesi cristiani. L’Azerbaïdjan si trova ad est e la Turchia a sud, entrambi sono paesi musulmani.
La sua posizione geografica l’ha resa un punto di passaggio per numerosi invasori e popoli migranti, ma ha anche permesso una cristianizzazione precoce, già dal primo secolo.
E’ sotto l’impulso di San Gregorio l’Illuminato che il cristianesimo diventa religione di Stato nel 301. Nel 551, in disaccordo con alcuni dogmi, dopo il Concilio di Dwin, la Chiesa Armena si separa dalla Chiesa di Roma. Nasce la Chiesta Apostolica Armena.
In reazione alle invasioni, San Mesrop Machtotz crea nell’anno 400 l’alfabeto armeno e comincia la traduzione della Bibbia. Ciò permette di federare la popolazione e anche di consolidare e dar continuità alla nazione.
I rituali pratici sono dunque molto vicini a quelli del cattolicesimo.
Per la Chiesa Armena la Nascita ha avuto luogo il 6 gennaio, giorno dell’Epifania.
La «leggenda» narra che i Re Magi hanno visto la Stella Cometa brillare al solstizio d’inverno. Si sono dunque messi in cammino per arrivare a Betlemme al momento della nascita, il 6 gennario, con oro, incenso e mirra come regali.
Dato che dopo la diaspora gli armeni si sono istallati maggiormente nei paesi occidentali a forte componente cattolica e protestante, la festa di Natale ha luogo la notte del 24 dicembre.
Ci sono poche differenze tra gli usi e costumi metropolitani, l’integrazione è stata molto rapida, grazie giustamente agli stessi riferimenti religiosi.
Agli inizi dell’immigrazione alcune famiglie si riunivano in un grande gruppo e questa era l’occasione per ritrovare i canti e le danze del proprio paese. Man mano che arrivavano i figli e i nipoti il circolo si è ristretto per diventare più famigliare.
Il pasto natalizio, più copioso del solito, si svolge in famiglia con uno scambio di regali.
Naturalmente è Garante Baba, stessa figura del Babbo Natale della tradizione cattolica, che li distribuisce. Non è raro interrompere la serata per andare alla messa di mezzanotte alla chiesa cattolica più vicina.
Il pasto comincia con dei mézés, che corrispondono all’aperitivo.
La tavola si riempie di una moltitudine di piatti: soudjour (salsicce speziate)), pasterma (fette di carne molto fini rivestite di pasta speziata), dolma (foglie di vite al riso), tourchi (verdure all’aceto), beurég (calzone al formaggio), uova sode, sardine all’olio, insalata di fagioli bianchi, formaggio bianco(féta)...
Il piatto forte può essere composto da keuftés (polpettine di carne fritte) accompagnate da verdure (bamia) e da boulghour e ornate con capelli d’angelo. Sulla tavola si può trovare anche una faraona o un tacchino al posto dei keuftés, (il costume locale lo esige).
Poi arrivano i dolci. Il più tipico è il gatnabour, specie di riso al latte cosparso di cannella. Il pakhlava (sfoglia di noci) è il grande classico riservato ai giorni di festa, dato che la sua preparazione è molto lunga.
A fine pasto la tavola è invasa da frutta secca, arancie e mandarini, che restano a disposizione fino alla fine della festa.
Il caffè è servito con il dolce.
Traduzione dal francese di Claudiaexpat
V.V.
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