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01 02 2007 - Torino II Round: ARMENI OFESI . Utet in Tribunale
Il testo minimizza il genocidio, il giudice invitato a correggerlo ( vedi precedente il 31 01 2007


TORINO-GIORGIO BALLARIO
La richiesta di risarcimento è simbolica: un nuovo volume che rettifichi l’errore e un euro a testa per le 82 persone fisiche che hanno promosso la causa.

Ma il principio che ha spinto l’Unione degli armeni d’Italia ad avviare un procedimento civile contro la casa editrice Utet e il gruppo L’Espresso-Repubblica potrebbe creare un precedente giuridico rivoluzionario.
Almeno in Italia.

È la prima volta, infatti, che nel nostro Paese si chiede a un tribunale di correggere un testo storico che minimizza il genocidio del popolo armeno da
parte dell’impero ottomano e del successivo governo dei «giovani turchi», al potere negli anni della prima guerra mondiale. Il Medz Yeghern («Grande male»,
in lingua armena) provocò circa un milione e mezzo di morti ed è riconosciuto dalla stragrande maggioranza degli storici come il primo esempio novecentesco
di eliminazione pianificata e organizzata di un popolo. Un’interpretazione accolta anche dall’Unione europea, che in una risoluzione del 1987 ha qualificato come genocidio la tragedia degli armeni.

A trascinare davanti al giudice civile Maria Luciana Dughetti i responsabili della casa editrice torinese e del gruppo editoriale è il contenuto dell’enciclopedia La storia, diffusa nel 2004 in abbinamento con La Repubblica.
Nel volume dedicato all’età dell’imperialismo e alla prima guerra mondiale, secondo il presidente dell’Unione degli armeni, Ardavast Serapian, è assente
ogni riferimento al genocidio della popolazione cristiana dell’Anatolia. Anzi, seguendo la tendenza della storiografia ufficiale di Ankara e di buona parte
degli studiosi americani del Medio Oriente, sembra quasi che il massacro sia da addebitare in primo luogo alle stesse vittime e in ogni caso a circostanze
oggettive, come la guerra, la fame e la carestia.

«La ricostruzione fatta dall’enciclopedia è una sintesi piuttosto superficiale delle teorie di Stanford Jay Shaw, uno storico statunitense di origine ebrea molto apprezzato in Turchia - spiega Ezio Visconti,consulente storico dell’Unione - che nega l’esistenza di un vero genocidio e riduce a poche decine di migliaia di morti le vittime armene». Per la stessa ragione, nel 1995, il
Tribunale di Parigi condannò un altro studioso americano, il celebre Bernard Lewis, al risarcimento simbolico del forum delle associazioni armene di Francia.

«Ci siamo sentiti profondamente offesi dalle pagine di quell’enciclopedia, che inoltre è stata diffusa in decine di migliaia di copie - sottolinea Serapian -
e abbiamo chiesto di rimediare all’errore.

Non c’è stata risposta». L’Unione non ha potuto fare altro che rivolgersi al Tribunale di Torino, dove ha sede legale l’Utet e dove è stato stampato il libro incriminato. Il giudice Dughetti ieri ha invitato le parti a raggiungere un’intesa amichevole, si parla di un articolo «riparatore» e della sponsorizzazione di un convegno sul genocidio armeno.

V.V

 
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