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15 02 2007 - TARANTO . Mostra Fotografica- Il genocidio degli Armeni e la storia di un popolo senza patria
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I giorni della memoria
Il genocidio degli Armeni e la storia di un popolo senza patria
Sabato 10 febbraio, alle 17.00, nelle sale della Cittadella delle Imprese in Viale Virgilio (ex SUBFOR), si inaugura una splendida mostra fotografica dal titolo: "Tra cultura e memoria. Incontro con il popolo armeno".
Promossa dal Soroptimist Club di Taranto in collaborazione con la Provincia di Taranto, attenta e partecipe ogni volta che i temi lo richiedono e, questa volta, con il personale coinvolgimento ed interessamento dell’Assessore Giuseppe Vinci e con l'Istituto tecnico "Pacinotti" di Taranto, da sempre in prima linea nell’affrontare temi di questa portata e che intorno al quale ha realizzato un percorso formativo di grande interesse, oltre a partecipare fattivamente alla riuscita della mostra, si compone di oltre una ventina di pannelli che ripercorrono la storia di questo popolo spinto ai margini della storia da una vera e propria pulizia etnica, antesignana di quella più recente dei Balcani, attraverso gli occhi di un testimone oculare di quegli avvenimenti: Armin Wegner.
All'inaugurazione della mostra presenzierà Pietro Kuciukian, armeno e fondatore del "Comitato internazionale dei giusti per gli armeni" e sarà l'occasione per riflettere sulla storia di quell'inizio scolo (il 1915) che per troppo tempo è stata occultata, sminuita, fatta passare per un episodio limitato ed ascrivibile alla guerra in corso.
In un periodo come questo, giustamente attento a forme di riconciliazione con il proprio passato, che si tratti di gulag o di campi di sterminio o di foibe, è il caso di riflettere su uno degli episodi più cruenti ed ingiustificati della storia moderna, nascosto negli armadi delle nazioni che a quei fatti parteciparono o dai quali colpevolmente distolsero lo sguardo.
Ora più che mai, visto che il prossimo stato membro della comunità europea, dopo Romania e Bulgaria, è proprio la Turchia. Verso la fine del 1914, Russia, Francia, Inghilterra ed altri Paesi dell'Intesa dichiararono guerra alla Turchia (alleata della Germania) e bombardarono le fortezze turche sui Dardanelli. L'esercito russo penetrò nella regione armena ma, a sterminarne gli abitanti furono prevalentemente i soldati dell'esercito regolare turco e bande armate curde, in una sorta di cruenta resa dei conti all'ombra del conflitto mondiale.
La necessità, per le grandi potenze coinvolte, di smembrare quello che era stato il grande impero ottomano, passava anche attraverso un'ingerenza negli affari interni della Turchia. Così era stato per il passato (i massacri del 1895-1896), così fu anche in occasione della Grande guerra. Gli storici turchi sostengono che gli armeni, d'accordo con la Russia, intendevano attuare una vasta ribellione nelle province da loro abitate, in appoggio all'avanzata dell'esercito russo. Da ciò, la decisione ineluttabile di contrastarla con le armi, in un bagno di sangue ingiustificato ma, si afferma, senza nessun progetto di pulizia etnica. Di tutt'altro avviso e con considerazioni diametralmente opposte, le tesi sostenute da storici filoarmeni secondo i quali non esisteva nei fatti la capacità di organizzare una rivolta di questa portata, ascritta agli armeni. La prudenza, trattandosi di tesi contrapposte, è d'obbligo ma resta l'incontrovertibile dato di fatto che, stando ai dati demografici ufficiali, la popolazione armena, fra il 1914 ed il 1927, passò da 1.800.000 persone a poco più di 123.000! Come si vede, ci sono spunti e motivi di riflessione che si impongono, in un'ottica che vuole fare luce su tutti gli avvenimenti che hanno modificato l'assetto geopolitico dell'Europa e che bandisce il negazionismo in funzione di una riconciliazione postuma ma necessaria se si vuol dare corpo all'idea di Europa unita immaginata da Altiero Spinelli e da tutti quelli che lo hanno seguito e dei quali anche noi siamo figli e con il preciso dovere di non lasciare alcuna zona buia nella storia di questo continente che vuole garantirsi pace e sviluppo.
La mostra e la testimonianza di Pietro Kuciukian forse ci aiuteranno a meglio comprendere anche questi elementi del nostro DNA collettivo sul quale basare il nostro futuro.
Appuntamento dunque a sabato 10 febbraio, alle ore 17.00, presso le sale della Cittadella delle Imprese.
V.V
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