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Zatik
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19 02 2007 - Musica e Poesia dedicata a Sayat- Nova
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In occasione dell’apertura del corso di «Cultura armena», la S. V. è cordialmente invitata a partecipare alla manifestazione
SAYAT-NOVA -L’USIGNOLO E LA ROSA
Incontro di poesia e musica dedicato a Sayat-Nova,
trovatore armeno del XVIII secolo
lunedì 5 marzo, ore 11.00, Università di Roma «Tor Vergata»
Facoltà di Lettere e Filosofia, Aula «Sabatino Moscati»
alla presenza di S.E. l'Ambasciatore della Repubblica d’Armenia, Dr. Ruben Shugaryan
con il patrocinio dell’Università Statale di Erevan
PROGRAMMA
Saluto del Preside, Prof. Franco Salvatori
Sayat-Nova: la poesia
Sayat-Nova, poeta armeno e pancaucasico, Anna Sirinian
Sayat-Nova, le poesie d’amore, voce recitante: Sara Pastore
Sayat-Nova: la musica e il canto
«Kamanchà», «Blbulì hit», «Tamàm ashkhàrh», «Qanì vur gian im»
Esegue i canti Valentina Karakhanian
su arrangiamenti di Riccardo Giagni
«Sirùn sirùn» e «Alaghiàs» (canti popolari armeni)
Duettano Valentina Karakhanian e Nariné Jaghatspanyan
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Sayat-Nova, figura tra le più celebri della storia della letteratura e della musica armena, fu, nel XVIII secolo, trovatore (in armeno ashugh) alla corte del sovrano georgiano Erakli II. Per oscuri motivi – forse per essersi innamorato della sorella del re, Anna – fu costretto a lasciare nel 1759 l’ambiente ricco e raffinato da cui aveva ricevuto fama e fortuna, per ritirarsi a vita religiosa nel monastero di Haghbàt. Oltre che in armeno, compose canti anche in georgiano e in turco-azeri. Per questo carattere pancaucasico, Sayat-Nova è stato spesso proposto come simbolo, carico ancora oggi di significato, di fratellanza e convivenza pacifica fra i popoli del Caucaso.
I versi di Sayat Nova attingono a motivi antichi – l’usignolo, e il suo canto d’amore alla rosa – diffusi nella tradizione lirica orientale, in particolare persiana. L’amore è contemplazione estatica della bellezza dell'amata, ma anche potenza sconvolgente che porta alla follia.
V.V
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