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23 04 2007 - Intervista al Rettore della Chiesa Armena Apostolica In Italia Padre Aren Shahinian
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da il Giornale.it
Domani è un giorno di raccoglimento per tutti gli armeni. Il 24 aprile è la data ufficiale per la commemorazione del genocidio perpetrato dai turchi nei
confronti del loro popolo, prima, durante e dopo la prima guerra mondiale. In quest’occasione anche la comunità di Milano è impegnata in una serie di iniziative per ricordare il «Metz Yeghern», il «Grande Male», termine con il quale viene chiamato il genocidio che ha causato la formazione di una vasta diaspora in tutto il mondo. Domani mattina, alle 10.30, l’Archimandrita Aren Shaheenian, rettore della Chiesa Apostolica Armena d’Italia e rappresentante di Sua Santità Karekin II, Catolikos di tutti gli armeni, celebrerà una messa
solenne presso l’Altare Maggiore della Basilica di Sant’Ambrogio. Al termine seguirà la deposizione in piazza di una corona d’alloro al «Khatchkar» (croce di pietra), simbolo dell’identità, delle tragedie ma anche della rinascita del popolo armeno. Abbiamo incontrato Padre Aren presso la Casa Armena in piazza Velasca, 4, punto di riferimento - insieme alla Chiesa Chiesa dei SS. Quaranta Martiri - di tutti gli armeni in città.
Parteciperanno anche i milanesi?
«Certamente, c’è un rapporto di grande amicizia e affinità tra gli armeni e i milanesi. È un legame consolidato che ha radici nel passato. Io stesso mi trovo molto bene in questa città».
Come vivono le nuove generazioni questo giorno della memoria? «Nessun armeno, giovane o vecchio, dimentica il genocidio, una brutta storia che si è svolta in tre fasi: dal 1978 al 1922; dal 1914 al 1915 che è stato il
periodo più critico e dal 1917 al 1922. In 40 anni sono stati uccisi dai 2,5 ai 3 milioni di armeni. Da 92 anni aspettiamo giustizia da parte del mondo che sta in silenzio. Molti Paesi, con modalità diverse e spesso in modo parziale, hanno riconosciuto il genocidio. Ma ci vuole un riconoscimento a livello mondiale, così come è stato fatto per l’Olocausto».
La Turchia nega...
«La Turchia continua a negare il massacro ancora oggi. Ma se vuole entrare in Europa lo deve fare con la coscienza pulita. Ciò significa rivedere la propria storia e cambiare mentalità. Quello che sta succedendo con i musulmani e i nazionalisti anche in questi giorni è sotto gli occhi di tutti. La Turchia non deve riconoscere soltanto il genocidio, ma anche i diritti civili e religiosi».
Quanti sono gli armeni a Milano?
«Circa 300 famiglie, più o meno 1.200 persone. Sono professionisti, medici, avvocati o commercianti. Sono bene organizzati e inseriti nel tessuto cittadino. È una bella comunità, attiva e compatta».
Come è strutturata la Comunità armena nel nostro Paese?
«Oltre alla Chiesa armena in Italia, esiste l’Unione Armeni d’Italia e i Padri michitarsiti che sono i monaci sull'Isola di San Lazzaro degli Armeni
(Venezia). Inoltre ci sono diverse associazioni sparse sul territorio nazionale».
Come si svolgerà la messa di domani mattina?
«Oltre alla liturgia ci sarà il coro “Il Nuovo Miracolo” della Chiesa Armena che ci regalerà momenti suggestivi. Invito tutti a partecipare, per non
dimenticare
V.V
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