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21 09 2007 /- Giacomo Ciamician "Fu il primo a scoprire che le reazioni chimiche possono essere stimolate se irradiate con la luce"
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Studiosi a convegno in Ateneo: omaggio alla sua ricerca ma anche confronto sulla controversa figura a 150 anni dalla nascita
Giacomo Ciamician
Il profeta dell´energia solare perso in provette, arti, salotti Ilaria Venturi da l'ESPRESSO del 18-9-07
"Fu il primo a scoprire che le reazioni chimiche possono essere stimolate se irradiate con la luce" AL funerale di Giacomo Ciamician tutta la città scese in strada. Non era il chimico topo-da-laboratorio, non era l´accademico rinchiuso nella torre d´avorio. Era più facile vederlo fuori, lo scienziato, magari sui tetti di palazzo Poggi con i suoi flaconi, in attesa di una qualche reazione scatenata dalla luce del sole. Non era neppure bolognese, Giacomo Ciamician, le sue origini erano armene, i natali a Trieste. Eppure qui ha insegnato, qui ha fatto politica e frequentato il salotto buono della signora Cavallari Cantalamessa, dove si incrociavano Pascoli, Carducci, Zanichelli e Panzacchi, qui ha lasciato un segno, nella città dove ha vissuto da professore universitario, e dopo, per i suoi studi la cui importanza è riconosciuta a livello internazionale.
Il padre delle fotochimica, che oggi l´Alma Mater celebra, viene raccontato da un suo allievo a distanza, il professor Vincenzo Balzani. Due vite accademiche simili, entrambi chimici di fama, sempre a un passo dal Nobel e spazi angusti dove fare ricerca in Ateneo (Ciamician si vergognava con gli stranieri del suo piccolo studio, Balzani gode di un soppalco, ma all´estero avrebbe almeno un intero centro di ricerca a disposizione). E quello che è più sorprendente, la stessa domanda, lo stesso assillo scientifico, anche se formulato nei modi del proprio tempo, nei primi anni del Novecento ed oggi: è possibile scindere l´acqua in idrogeno e ossigeno grazie all´energia solare e quindi utilizzare l´idrogeno, ottenuto in modo pulito, per mettere in moto il mondo? Cominciò Ciamician, arrivato a Bologna nel 1879, ad occuparsi di fotochimica e, quindi, del problema che oggi, quando si ricomincia a parlare di petrolio in via di estinzione e (sic!) di nucleare, assilla il mondo. «Ciamician è stato il primo ad accorgersi che le reazioni chimiche possono essere stimolate se irradiate con la luce» racconta Balzani. «Quello che succede in natura, con le piante, lui tentò di riprodurlo in laboratorio. A quel tempo tutte le città erano annerite dalla polvere di carbone, Ciamician si rese conto che si poteva trovare un´altra fonte di energia: perché non usare quella solare, si chiedeva.
Ha fatto un po´ di calcoli e presto ha capito che l´energia che proviene dal sole è di una quantità enorme. Il problema è come utilizzarla per fare un
combustibile artificiale. Non riuscì a rispondere, non ce la poteva fare, non ce l´abbiamo fatta ancora oggi, ma la strada è aperta». Balzani ricorda che quando cominciò a insegnare a Bologna, negli anni ‘60, dopo la laurea, all´istituto di Chimica si respirava l´aria di quanto lasciato da Ciamician con
i suoi studi. «C´era una tradizione importante sulla fotochimica. Poi arrivò la crisi energetica del 1975 e la domanda sulla produzione di energia alternativa
tornò attuale». Balzani ora è capofila di un appello, firmato da 700 scienziati e ricercatori, al governo Prodi in nome di un piano energetico nazionale basato sulle fonti di energia rinnovabili. Con un netto no al nucleare. E qui torna Ciamician, visionario, profetico. Bisogna rileggere il discorso che fece nel 1912 a un congresso a New York, poi pubblicato da Science. «Ciamician - racconta Balzani - ricordava che l´energia solare è diffusa su tutta la terra, anzi ce n´è di più proprio nei paesi equatoriali, i più poveri. Il sole, dunque, che abbatte le disuguaglianze tra i popoli, la civiltà che torna nei paesi da cui si è originata, l´energia solare, che tutti possono farsi, come speranza di pace. Oggi io la penso allo stesso modo».
Ciamician ne era convinto e al congresso americano concluse: «E se giungerà in un lontano avvenire il momento in cui il carbone fossile sarà esaurito, non per questo la civiltà avrà fine: ché la vita e la civiltà dureranno finché splende il sole!». (18 settembre 2007)Torna indietro
V.V
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