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050425 - Armenia,in migliaia ricordano genocidio
Lun 25 Apr 2005 , 24 04 ore 22 e 02
> Armenia,in migliaia ricordano genocidio
> Centinaia di migliaia di armeni si sono raccolti nella capitale Erevan davanti al monumento delle vittime del genocidio del 1915, ricordando il massacro perpetrato dai turchi. Molti hanno deposto fiori davanti al monumento eretto nel luogo dove, il 24 aprile 1915, in piena Prima Guerra mondiale, le autorità turche ordinarono l'arresto di 200 leader della comunità armena, dando il segnale d'avvio per eliminare la minoranza armena nell'Impero Ottomano. La Turchia ha sempre negato che si tratti di genocidio.
> Erevan ricorda il genocidio NEL 1915 FURONO STERMINATI 1,5 MILIONI DI ARMENI >Un momento della cerimonia di ieri a Erevan EREVAN - Cittadini provenienti da ogni parte del Paese, figli e nipoti di deportati provenienti dalle più diverse parti del mondo, si sono trovati i eri a Erevan, la capitale dell’Armenia, per ricordare una tragedia di 90 anni fa, l’eccidio di un milione e mezzo di Armeni da parte dell’impero ottomano. Centinaia di migliaia di persone si sono raccolte nei pressi del monumento alle vittime di quel genocidio; moltissime altre hanno scalato la vicina collina per poter simbolicamente guardare le cime del monte Ararat, nella Turchia dell’est, dove i loro antenati furono deportati ed uccisi dall’impero ottomano nel lontano 1915. La montagna rimane tuttoggi un simbolo fortissimo per il Paese cristiano, che si deve limitare ad occhieggiarne la vetta visto che il confine con la Turchia rimane sigillato e protetto da imponenti fortificazioni militari. Migliaia di discendenti delle vittime - ormai da decenni emigrati in Paesi ricchi come gli Stati Uniti o la Francia - hanno affrontato un lungo viaggio per essere presenti ieri ad Erevan, per deporre un fiore sul monumento alle vittime e per non far affievolire la memoria di una strage che ha segnato profondamente il destino di un intero popolo. Una cerimonia sentita e partecipata che ha riaperto con forza la polemica con la vicina Turchia (con la quale non esistono relazioni diplomatiche). Tutto verte su un gesto simbolico che Ankara non vuole compiere: accettare il fatto che gli avvenimenti del 1915 furono un «genocidio» e scusarsi pubblicamente delle atrocità commesse.

V.V

 
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