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03 10 2007 - Dalla croce al mandala-Seire di documentari di Werner Weick
Troverete annessa la presentazione di una serie di documentari del ciclo "Il filo d'oro", di Werner Weick, che sarà mandata in onda dalla seconda rete della Televisione svizzera di lingua italiana la sera di mercoledì 10 ottobre 2007.
Il primo dei due tratta della trasmissione del trauma del genocidio degli Armeni alla nuove generazioni.
Vi auguro buona visione.
Sarkis Shahinian
Associazione Svizzera-Armenia
Co-presidente
Per il ciclo “Il filo d’oro”
La Televisione svizzera di lingua italiana presenta:

DALLA CROCE AL MANDALA
Mercoledì 10 ottobre 2007, TSI 2
ARMENIA, FERITA APERTA (in onda alle 21) è basato sulla testimonianza di un ticinese di origine armena, Sarkis Shahinian, co-presidente dell'Associazione Svizzera-Armenia, che da anni si batte per il riconoscimento del genocidio del suo popolo.
La realtà del genocidio continua a essere negata dalle autorità politiche di Ankara. Tale ostinazione genera in molti discendenti delle vittime un'ossessionante sete di giustizia e verità.

Il documentario ripercorre un viaggio alla ricerca del significato e delle conseguenze di un trauma difficile da cancellare da ciò che ormai fa parte del codice genetico di generazioni di questo popolo, anche se non hanno vissuto in prima persona il genocidio del 1915. La memoria di Sarkis è fortemente influenzata dalla negazione e dunque dalla perpetuazione di tale crimine; egli si è dedicato fin dall'adolescenza alla ricerca di un riconoscimento che rompesse l'omertà manifestatasi paradossalmente all'interno del suo stesso nucleo familiare. L'intreccio del documentario si sviluppa lungo le esperienze di ricercatori, storiografi, scrittori, etnografi, architetti, psicologi e, non da ultimo, Komitas, compositore ineguagliabile, che si presume perse l'equilibrio psichico a causa della deportazione. Anche la croce, gli stupendi Khatchkar (steli di pietra a forma di croce) che sono il motivo conduttore del documentario, segnano questa volontà di perpetuare la propria esistenza, nata dalla costante sensazione del pericolo di scomparire.

Il secondo documentario del Filo d'oro verrà diffuso verso le 22, ed è intitolato PRIGIONIERI DI PECHINO E SHANGRI-LA. Nel filmato si rievoca la tragedia dei tibetani oppressi dal 1951 e da allora in attesa di una solidarietà internazionale che tarda a manifestarsi, nonostante il Dalai Lama, leader spirituale del suo popolo, goda di una vasta popolarità. Filo conduttore è Tashi, una donna tibetana giunta in Svizzera insieme al fratello nel 1961, dopo l'insurrezione contro l'occupazione cinese a Lhasa nel 1959. La vita di Tashi è segnata dalla continua ricerca della propria identità e del senso di appartenenza. Per vent'anni aveva perso i contatti con la propria madre, rifugiata in Nepal. Il documentario la riaccompagna mentre riprende contatto con la propria famiglia, imparentata con il Dalai Lama, e con la cultura e il buddismo tibetano ormai fortemente radicati nella valle di Kathmandu. Attraverso Tashi, attiva in campo umanitario nell'Associazione Ticino-Tibet, conosceremo la precarietà dei rifugiati tibetani e la difficile situazione dei diritti umani in Tibet.

Due simboli - la croce e il mandala - rappresentano il nucleo culturale e religioso dei due popoli. Il bisogno di giustizia degli Armeni trae energia dal senso più profondo della croce, mentre l'identità tibetana si alimenta col mandala, al centro di molte cerimonie religiose buddiste e simbolo dell'impermanenza e dell'interdipendenza dell'esistenza.

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"Fin dai tempi più antichi, il filo d’oro è il simbolo di un sapere che nasce dall’esperienza personale e che è libero dai condizionamenti istituzionali. È un filo perché rappresenta la continuità di un’esperienza sempre antica e sempre nuova ed è esile perché in ogni generazione questa consapevolezza viene mantenuta da una minoranza di individui. Questo filo è d’oro perché è immortale: resta sempre, anche nei periodi più caotici e oscuri; a volte più apparente, a volte più nascosto."

Con la descrizione riportata qui sopra, Werner Weick ha deciso di aprire la maggior parte dei suoi documentari del ciclo intitolato, appunto, Il filo d'oro. Il regista ha realizzato splendidi ritratti di personaggi, saggi, mistici e filosofi, che ha sapientemente e pazientemente composto nel corso degli anni della sua brillante carriera di documentarista, seppur poco esposta ai riflettori. Werner Weick li ha incontrati, studiandoli, a volte riscoprendoli ma sempre ascoltandoli in giro per il mondo. Un viaggio dunque attraverso molte regioni del nostro pianeta, ma soprattutto attraverso le molte regioni dello spirito, dell'anima e della mente.

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Autore Werner Weick - fotografia Angelo D'Auria - suono Luca Maccanetti

Montaggio Gabi Weick - sonorizzazione Mauro Pessina.

La prima puntata, ARMENIA-FERITA APERTA, sarà presentata giovedì 4 ottobre 2007 alle 20.30 al Cinestar di Lugano, alla presenza del regista e di Sarkis Shahinian. L'entrata è libera fino a esaurimento dei posti.

Nella seconda parte della serata, dopo un rinfresco, verrà proiettata la riedizione di ARMENIA, PATRIA NEGATA, documentario di W. Weick diffuso dalla TSI nel 1980.

PRIGIONIERI DI PECHINO E SHANGRI-LA verrà presentato alle 20.30 di venerdì 5 ottobre 2007 nell'Auditorium del Monte Verità, alla presenza del regista e di Tashi. Entrata libera. La proiezione sarà seguita da una conferenza sulla situazione attuale della causa tibetana.

Il cofanetto con i tre documentari verrà messo in vendita dalla TSI (homevideo@rtsi.ch) dopo la diffusione,

V.V

 
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