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17 10 2007 - erdogan: «Quali che siano i danni che patirą il paese, i suoi avversari ne subiranno 10 volte di pił»
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CORRIERE della Sera 16-10-07
erdogan: «Quali che siano i danni che patirà il paese, i suoi avversari ne subiranno 10 volte di più»
Armeni, la Turchia minaccia gli Stati Uniti
Promesse rappresaglie se sarà confermata la mozione che riconosce come genocidio i massacri del 1915-16
ANKARA - Nuove minacce agli Stati Uniti da parte di Tayyip Erdogan. Il premier turco ha promesso rappresaglie nel caso in cui il Congresso di Washington in seduta plenaria confermi la mozione già approvata in Commissione esteri che riconosce come «genocidio» i massacri di armeni del 1915-16. «Quali che siano i
danni che patirà la Turchia, i suoi avversari ne subiranno 10 volte di più.
Siamo arrivati al punto di prendere in considerazioni nuovi metodi e vie (di rappresaglia, ndr). I limiti della nostra tolleranza sono stati superati» - ha
affermato il premier turco davanti al gruppo parlamentare del suo partito. Già nei giorni scorsi il vicepremier turco Egemen Bagis aveva minacciato
l'interruzione dell'appoggio logistico che la Turchia fornisce agli Usa con la base di Incirlik (Turchia meridionale mediterranea), essenziale per i
rifornimenti alle truppe americane in Iraq ed in Afghanistan.
CIFRE CONTRASTANTI - La Turchia respinge la versione armena secondo cui nei massacri del 1915-16 rimasero uccisi 1,5 milioni di cristiani armeni ed afferma
che i morti furono «da 300 a 500 mila» e respinge con sdegno la definizione di genocidio per quei massacri. Erdogan ha anche affermato che la mozione potrebbe bloccare il processo di normalizzazione delle relazioni turco-armene, interrotte nel 1993 quando Ankara chiuse la frontiera con l'Armenia per solidarietà con l'Azerbaigian nella guerra con l'Armenia per il
Nagorno-Karabakh.
TENSIONI SULL'IRAQ - Le tensioni turco-americane per la mozione sul genocidio armeno si sommano in questi giorni a quelle per la minaccia di Ankara di
compiere un'incursione militare in Nord Iraq, a cui gli Stati Uniti sono contrari, in quanto essa potrebbe destabilizzare ulteriormente l'Iraq e le alleanze degli Usa con i curdi nordiracheni e con lo stesso governo di Baghdad.
16 ottobre 2007
V.V
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