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Zatik
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Iniziativa
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050426 - Maria Pia Codato,
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LA CERIMONIA
Un milione e mezzo di armeni uccisi in Turchia, ricordo di un genocidio per lungo tempo taciuto
"Ecco il mio paese dal dolce nome, / il mio paese dal nome solenne / il mio paese tormentato / la mia gloria.... Testimone parlante della strage / e occhi limpidi di pianto estinto / severa corte di giustizia, / fodero di spada, / libro d'amore / sempre antica e nuova, terra mia d'Armenia". In questa lirica Paruyr Sevak (1924-1971) propone suggestive immagini di un paese che porta le ferite di un genocidio a lungo taciuto, dimenticato, negato dal governo turco eppure nel 1915 morirono un milione e mezzo di persone. Domenica, per celebrare il 90esimo anniversario di questa tragedia, nel cortile interno del municipio si è tenuta una cerimonia presieduta dal sindaco Flavio Zanonato, affiancato dall'assessore alla Cultura Monica Balbinot e dal presidente del consiglio comunale Milvia Boselli. «Siamo qui per compiere un atto importante e dovuto da parte di Padova che, per il suo impegno nelle battaglie per la civiltà e la pace, di fronte alle sofferenze, alle atrocità, alla deportazione in massa di un popolo, invoca - ha detto il primo cittadino - la ricostruzione obiettiva dei fatti. Si può perdonare ma non dimenticare». «Quello armeno è stato il primo genocidio del Novecento - definito da qualcuno "il secolo delle idee assassine" - ma c'è un filo che lo unisce agli altri: la capacità dell'uomo di scendere nell'abisso del male con la volontà fanatica di annichilire l'altro - ha detto Vartan Giacomelli, presidente dell'associazione Italiarmenia - e la fraternità che unisce tutte le vittime innocenti trascinate verso un destino di morte senza sapere perchè. Ma queste lasciano in eredità, oltre allo strazio del ricordo, la luce di un martirio affrontato per non rinnegare identità e fede». E ha letto una pagina di "Pietre sul cuore" di Alice Tachdjian, in cui un bambino si chiede perchè Dio ha voluto che lui e altri sfuggissero al massacro «per testimoniare e ricordare ai propri figli la via impervia del perdono». Mentre Gianpaolo Romanato, della nostra Università, ha delineato la storia del popolo armeno, Laura Pisanello ha letto alcuni passi dal libro, scritto con Antonia Arslan, "Hushèr la memoria" (voci italiane di sopravvissuti) e Marina Pasqui, segretaria di "Italiarmenia", una pagina da "La masseria delle allodole". A tutti i presenti, commossi, il libretto "Armeni, un genocidio dimenticato". Non sono più soli a piangere e a ricordare i loro morti.
> Maria Pia Codato -
Il Gazzettino Online il quotidiano del NordEst.htm
V.V
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