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29 02 2008 - Le relazioni Turco-Armene -
giovedì 28 febbraio 2008 -Agenzia radicale
di GRAZIELLA MOSCHELLA
Si é tenuto mercoledì 27 febbraio 2008, alla Camera dei Deputati (Palazzo Marini, Sala delle Colonne), il convegno promosso da Quaderni Radicali e dall'Unione di Amicizia Italia-Turchia sul tema "Le relazioni Turco-Armene", seconda tappa di un percorso di analisi e comprensione iniziato il 22 novembre 2007 con il primo convegno dedicato a "La questione armena e l'Europa".

"Un progetto ambizioso, un incontro significativo per ricostruire, insieme, una giusta rilettura ed una nuova traiettoria futura, perché non si lasci spazio a strumentalizzazioni politiche di fatti ed interpretazioni". Nelle parole introduttive del Direttore di Quaderni Radicali Giuseppe Rippa, si comprende
quanto sia necessario un profondo ripensamento affinchè si possa dare vita ad un "ricongiungimento" politico tra i due attori sul campo.

Ed è il dialogo, l'elemento centrale di questo percorso, così come sottolinea nel suo intervento Omer Engin As, vicepresidente dell'Unione di Amicizia
Italia-Turchia: "è necessario superare le incomprensioni del tempo pregresso per ricercare una nuova pagina storica. E nel dialogo va indirizzato tutto il nostro impegno per poter costruire la strada verso la pace, così come ci indicava il nostro fondatore Ataturk: Pace in Patria - Pace nel Mondo".

Per far questo, è necessaria una seria ricostruzione storica delle relazioni tra le due comunità, ed in questo senso sono orientati gli interventi del Prof.
Feroz Ahmed, storico e scrittore, e del Prof. Turkkaya Atatöv, professore e giornalista, che ripropongono una rilettura di eventi e fatti, né dal punto di visto turco né armeno, perché entrambi possono essere parziali e controversi.

Occorre una ricerca approfondita che non destabilizzi l'opinione pubblica, come a volte è stato fatto da una parte della storiografia armena, rea di aver omesso fatti cruciali per enfatizzarne degli altri, ad uso e consumo solo della propria verità.

Per questo, la costituzione di una commissione di "revisione storica", composta da studiosi turchi e studiosi armeni, sarebbe il passo avanti necessario a normalizzare, finalmente, le dinamiche dei due paesi. Dello stesso parere anche l'On. Umberto Ranieri, che ribadisce la necessità di un'indagine cosciente, perché la Turchia deve guardare all'Europa con la serenità delle proprie azioni.

S.E. l'ambasciatore Faruk Logoglu, presidente del Centro di ricerche strategiche EURASIA, ha ribadito questo principio sottolineando la presenza nel
territorio turco di numerosi rappresentanti armeni, e che la Turchia è stata uno dei primi paesi a riconoscerne l'indipendeza. Inoltre, Logoglu ha ricordato che molto spesso è stata l'Armenia ad escludere se stessa da eventuali cooperazioni interegionali, perché la questione del genocidio riemerge sempre preponderante dai discorsi dei politici di turno, e di conseguenza, si crea una spaccatura che non si riesce a ricucire.

"L'intervento dell'Europa, in questo senso, potrebbe fornire gli strumenti necessari al superamento di una debacle storica e politica che dura ormai da troppi anni", riferisce l'On. Dario Rivolta, forte sostenitore dell'ingresso della Turchia nell'Unione europea. Perchè esiste un'altra metà della stessa moneta e per far questo occorre superare i forti nazionalismi ancora presenti all'interno dell'Unione europea.

Il percorso così segnato si concluderà in estate con un terzo convegno alla presenza di entrambi gli attori politici: Turchia ed Armenia si impegneranno nel cercare di superare, ed insieme rileggere, l'annosa questione del genocidio armeno.



H.D,

 
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