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08 05 2008 - Messaggio di Karekin II a Benedetto XVI in occasione dell'Udienza generale
Il Catholicos: fraternità e riconciliazione tra i popoli da l'Osservatore Romano 8/5/08
CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 7 maggio 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il messaggio che Karekin II, Patriarca supremo e Catholicos di tutti
gli Armeni, ha pronunciato questo mercoledì in risposta al saluto di Benedetto XVI, in occasione dell'Udienza generale del mercoledì.
* * *.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Rendiamo grazie al Signore, che, attraverso il cortese invito di Sua Santità, ci ha offerto l'opportunità di visitare ancora una volta la città eterna di Roma e la Santa Sede della Chiesa cattolica. Sono giunto dal centro e dalla sede spirituali della santa Chiesa apostolica armena, la Sede Madre di Santa Etchmiadzin, con i miei alti dignitari ecclesiali e le mie figlie e i miei figli preziosi e pii di tutto il mondo, e mediante l'abbraccio fraterno con Sua Santità, testimonio l'amore divinamente ordinato fra le Chiese cattolica e armena, che «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5).

Caro Fratello in Cristo, oggi, alla vigilia della Festa di Pentecoste, quando uniamo le nostre preghiere a quelle sue, Santità, e dei fedeli, lodiamo e
glorifichiamo lo Spirito Santo, che è fonte di unità e trasforma con la grazia i nostri passi lungo vie di fraternità, passi che vengono fatti per gloria di
Dio e derivano dall'amore di Cristo, per la pace nel mondo e una vita benedetta per l'umanità.
Nonostante nella storia abbiamo percorso diversi cammini e vissuto diverse esperienze, siamo tutti figli dell'unico Dio e siamo tutti fratelli e sorelle nel suo amore santo. Nella nostra diversità sta la nostra
unità di amore, testimonianza autentica del fatto che siamo figli di Dio.

Nella fraternità e nell'amore di Cristo non devono essere ammessi intolleranza e scontro. L'umanità ha già sofferto molto. Anche oggi il Creato, l'ambiente
che ci circonda, è minato da disaccordi fra le religioni, da guerre e terrorismo, dagli effetti della povertà e della negligenza. I nostri fratelli e
le nostre sorelle soffrono in Medio Oriente e in molte altre regioni del mondo, dove donne e bambini, anziani e disabili sono minacciati dal disaccordo e dalla
divisione, dalla concorrenza iniqua e dall'ostilità. Questa non è la volontà di Dio. Questa non è la nostra vocazione. Aneliamo a una vita di pace, di creazione e di creatività, a poter utilizzare le grazie che lo Spirito Santo ci dona, a promuovere l'instaurazione dell'unità e della solidarietà con l'amore di Gesù Cristo e il messaggio del Vangelo poiché «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8, 28).

Noi armeni siamo sopravvissuti al genocidio e conosciamo bene il valore dell'amore, della fraternità, dell'amicizia, della pace e di una vita sicura.
Oggi, molti Paesi del mondo riconoscono e condannano il genocidio commesso contro il popolo armeno dagli ottomani, come ha fatto la Santa Sede con Papa
Giovanni Paolo II di venerata memoria, durante la mia visita fraterna a Roma nel 2000. Offrendo preghiere alla sua luminosa memoria, io, quale Pontefice
degli Armeni, chiedo a tutte le nazioni e a tutti i paesi di condannare universalmente tutti i genocidi che si sono verificati nella storia e quelli che continuano ancora oggi affinché chi detiene il potere e l'autorità comprenda le proprie responsabilità e le conseguenze di quei crimini che sono stati e continuano a essere commessi contro il Creato, e comprenda anche che la negazione di tali crimini è una ingiustizia pari al commetterli.

In questo gioioso momento di preghiera, ci rivolgiamo con sincerità a Nostro Signore nei cieli affinché conservi il nostro pianeta indisturbato in armonia,
fraternità e riconciliazione fra i popoli. Che Dio Onnipotente con il suo sguardo vigile mantenga costante le nostre due Chiese, proteggendo Sua Santità sotto la sua mano destra provvida, accordandogli molti anni di regno benedetto per condurre la Chiesa cattolica con la sua visione e la sua particolare saggezza «su pascoli erbosi... e ad acque tranquille» (Sal 23).

Che l'amore e la grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti noi, ora e sempre.

Amen.

Vahe Vartanian

 
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