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25 08 2008 - Chiese Armene in Calabria offera da Club Cirella
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http://www.telediamante.com/
http://www.telediamante.com/informa-chiesearmenecalabria.asp
Carissimi Fratelli Armeni, pace di Gesù il Cristo sopra noi tutti.
Mi chiamo Sebastiano Stranges, sono Ispettore Onorario per il Ministero Dei Beni Culturali, mi occupo di archerologia. Nel 1992 ho pubblicato di alcune chiese rupestri con croce e pavone incisi, e dei toponimi come Rocca Armena e Discesa dell'Armeno. In provincia di Reggio Calabria, se vi interessa approfondire per le vostre ricerche, resistono cognomi come Armeno ed Armeni.
La croce Giustinianea
Il prof.Orlando Sculli nella sua ricerca sugli antichi palmenti presenti nel territorio di Ferruzzano ha scoperto che sulla roccia di due palmenti è impressa la croce cosiddetta giustinianea.
Il disegno è costituito dalla croce potenziata poggiante su una sfera o un cerchio tipica del VI sec. d.c. che firma la destinazione a coltura vinicola del territorio durante l'impero di Giustiniano.
Ci permettiamo di pensare che ad attendere a questa attività agricola possano essere stati coloni provenienti dall'Armenia, già da allora specialisti nella coltivazione della vite, e che la croce giustinianea possa invece essere un simbolo più specificatamente armeno in quanto, sia il cerchio che il triangolo equilatero, sono segni specifici della spiritualità armena.
Tutto ciò può far pensare ad un nucleo armeno già presente nel territorio che, nel VII sec. sotto l'impero di Eraclio, accresciuto da altri emigrati, forse provenienti dal Medio Oriente a causa dellíarrivo degli arabi in quelle zone, ha dato origine ad un insediamento stabile.
Rocca armena a Bruzzano
Approfondendo l'indagine troviamo, sempre con più facilità, nella vallata di Bruzzano, tracce ed espressioni di cultura spirituale e materiale armena. Primo fra tutti lo sperone di arenaria al centro della valle, da sempre chiamato Armenia o, in gergo dialettale, Armegna.
Su una parete inclinata dello sperone, ci ricorda il prof. Piero Celona, era impressa un'incisione rupestre, oggi scomparsa, dove si leggeva in greco antico: Ricca Armenia, dalla parte di levante, ricca di gran tesori.
La grotta neolitica (Rocca Armena)
Alla base di questo sperone esiste una grotta scavata nell'arenaria che porta impressi i segni degli stipiti ai lati dellíingresso, ricavato a nord-est su una delle due pareti in verticale.
Sempre all'esterno della grotta è possibile vedere i resti di gocciolatoi, un riquadro - forse destinato a contenere una icona - sedili e buche dove erano appoggiati dei pali.
L'interno invece è disadorno e affumicato (forse per l'uso prolungato delle candele) con la volta a botte ed il pavimento ricoperto di terriccio e di sterco di mucca.
Sulla parete occidentale è stata ricavata una piccola grotta con giaciglio e mensolette, servita forse da abitazione a qualche eremita.
La Chiesa bizantina nella Rocca
Sul lato sud della rocca si legge la presenza di una chiesetta d'ispirazione bizantina sulla cui parete ovest resistono tracce di affreschi della stessa cultura.
Ovunque risultano, ricavate dall'arenaria, cisterne per la raccolta dellíacqua.
Nella parte più occidentale, a ridosso di un precipizio, è presente un altare sacrificale, di epoca antecedente la cristianizzazione, alla cui base due muri semidiroccati delimitano l'ingresso ad un cunicolo; forse una via di fuga in caso di pericolo.
Gli affreschi nella Chiesa Bizantina
Si ipotizza che la Rocca degli Armeni sia stato un centro importante e prosperoso nel corso dellíVIII e della prima metà del IX sec. fino a quando nellí827 gli arabi non iniziarono la conquista della Sicilia e tutta la Calabria, specialmente quella meridionale, cominciò a subire continui assalti dagli eserciti saraceni.
Proprio in una di queste scorrerie, nellí862, il Wali di Sicilia Abd-allah-Ibn-Al Abbas dilagò con i suoi eserciti anche in Calabria ed occupò molte roccaforti bizantine. Tra queste conquistò e distrusse la rocca degli Armeni, indicata nella cronaca araba di Al-Aktir con il nome di Qalat-Al-Armain. L'insediamento venne abbandonato e gli abitanti superstiti si rifugiarono all'interno in aree più difendibili.
Alla fine dellí800 gli eserciti imperiali cacciarono gli arabi dalla Calabria meridionale assieme ai croati e agli sloveni, loro mercenari, che si erano costituiti in piccole colonie.
I superstiti della Rocca Armena rifondarono un nuovo insediamento, a circa un km. a nord-ovest della rocca in località S. Ciriaca (più conosciuta oggi come S.Domenica).
Le scorrerie arabe non erano ancora finite e il borgo fu di nuovo assalito e distrutto.
Facilmente gli abitanti si dispersero formando coesioni diverse se, passato il pericolo, tornarono e rioccuparono alcuni, il sito precedentemente abbandonato - Bruzzano - altri nuove località più collinari come Precacore o Samo, San Salvatore, Motticella, Ferruzzano e Staiti.
I segni della presenza armena nella zona di Ferruzzano sono rimasti ancora leggibili e, grazie anche alle ricerche del prof. Enzo Spanò, sono stati documentati in vari palmenti e nei resti di una chiesetta, nota come Santa Maria degli Armeni.
Posta a circa 400 mt. di quota - in una zona che sovrasta la valle si presenta come un tempietto di foggia siriaco-armena a forma pagodeggiante, simile ad altri templi che si trovano nella penisola anatolica.
In contrada S.Pietro invece, troviamo un palmento che porta impressa una bellissima croce armena trilobata poggiante su un triangolo equilatero. Dal centro della base del triangolo si diparte una freccia che si sviluppa verso il basso per circa 10 cm.
Spostandoci nella parte opposta della collina di Ferruzzano-nel cuore del borgo abbandonato di Brancaleone Superiore- abbiamo una chiesa rupestre armena scavata nel conglomerato naturale, a forma circolare con al centro una colonna anch'essa ricavata dalla roccia.
Fino al 1940 era dotata da tracce di affreschi, perduti quando la chiesetta venne usata dalla gente del luogo, in un primo momento come prigione e successivamente come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale.
Conosciuta appunto come una prigione, tale è rimasta fino a circa dieci anni fa quando l'ispettore onorario Sebastiano Stranges capì di essere di fronte ad una chiesa rupestre armena riconoscendo, ricavato nella roccia, un piccolo altare orientato. Impreziosito da una croce e da un pavone graffito prostrato in segno di adorazione, tipico della cultura e della simbologia persiana ed armena.
In una località di Staiti, un altro borgo sulle colline che fanno da corona alla Rocca degli Armeni, l'ing. Felice Medici ci ha segnalato un antico mulino ad acqua accanto alla cui opera di presa c'è una vasca per uso irriguo, posta accanto ad un grande masso dove è scolpita una bella croce armena.
Club Cirella
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