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050513- FIGURA DEL DOTT. JOANNES LEPSIUS
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MEMORIA DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, LA MANCANZA DEL SUO RICONOSCIMENTO E LA LUMINOSA FIGURA DEL DOTT. JOANNES LEPSIUS, MISSIONARIO EVANGELICO SPECIALE [ICN-News 28/04/05, 19:00]
> (gfbv.it)I tentativi di dissimulazione della Germania erano rivolti soprattutto ai funzionari e all'opinione pubblica tedeschi. Benché i diplomatici tedeschi, cioè tutta una serie di ambasciatori di Germania in Turchia e una moltitudine di consoli, non avessero mai smesso d'inondare il Ministero degli Esteri e l'ufficio del Cancelliere di dettagli sullo sterminio in corso, le autorità, compreso il Comando Supremo, avevano dato l'ordine di distogliere completamente l'attenzione del pubblico tedesco da quei documenti. Uno storico e missionario protestante, il Dott. Johannes Lepsius, decise di opporsi a questa decisione, raccogliendo segretamente delle informazioni per avvertire l'opinione pubblica, nella speranza che l'indignazione di quest'ultima avrebbe indotto il governo ad intervenire e a fermare la carneficina. Molto probabilmente non era la prima volta che Lepsius s'interessava alla storia dei massacri perpetrati contro gli Armeni.
> Già alla fine del XIX secolo, cioè dopo i massacri perpetrati da Abdul Hamid II, egli aveva condotto un'indagine di due mesi nei luoghi in cui erano state commesse la atrocità e già in quella occasione aveva pubblicato un libro nel 1897, a Berlino, dal titolo "Armenien und Europa". Nel luglio del 1915 il Dott. Lepsius fa un altro viaggio in Turchia, per raccogliere una quantità di documenti impressionanti sul Genocidio degli Armeni, ma prima della sua partenza dalla Germania, nell'atto di rilasciare il suo passaporto, le autorità tedesche manifestarono il loro disappunto. Arrivato a Istanbul Lepsius riuscì a raccogliere segretamente delle prove a carico delle autorità turche grazie alla collaborazione dell'ambasciata degli Stati Uniti, del Patriarcato armeno, di alcuni missionari tedeschi, svizzeri e americani e infine di qualche funzionario turco. Durante un incontro di un'ora con il Ministro della Guerra Enver Pascià, quest'ultimo disse con arroganza che si assumeva la totale responsabilità di ciò che capitava agli Armeni nelle province ottomane.
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> Con un coraggioso ed ammirevole atto, Lepsius preparò allora un "Rapporto segreto" che fu pubblicato sotto forma di un libro di più di trecento pagine, e che fu mandato segretamente ai membri del Reichstag e a un certo numero di Tedeschi (personalità pubbliche, autorità religiose ecc...). Riviste specializzate in materia pubblicate, fino agli anni 1935, forniscono la cifra di ventimila persone tra quelle raggiunte da Lepsius attraverso il suo "Rapporto". L'invio del libro ai deputati del parlamento fu intercettato dal Governo Tedesco. Lepsius cosciente del possibile divieto aveva previsto di distribuire molti esemplari al di fuori del "circuito" istituzionale ma Ibrahim Hakki Pascià (l'ambasciatore di Turchia a Berlino) protestò vigorosamente e invocò gli interessi della "nostra causa comune" per il cui "trionfo" bisognava distruggere quello strumento di propaganda "ignobile". Qualche giorno dopo il Ministro degli Esteri Jagow informò cortesemente l'ambasciatore che le copie in circolazione erano state "confiscate". Inoltre, Lepsius fu sottoposto a molte pressioni da tutte le parti, ma soprattutto dal Ministero degli Esteri, affinché egli cessasse le sue attività e si dimettesse dalle sue funzioni. A volte queste pressioni assunsero la forma di tentativi d'intimidazione e di velate minacce. Con poche eccezioni la storia e soprattutto il riconoscimento del Primo Genocidio del XX secolo, ha purtroppo una tale triste sorte sino ai nostri giorni.
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V.V
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