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26 11 2008 - Ue/ 'Partenariato Est': pił soldi e visti per i vicini orientali
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Bruxelles vuole triplicare aiuti procapite da qui al 2020
bielorussia/ commissione ue loda…
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Bruxelles, 24 nov. (Apcom - Nuova Europa) - Creare un'area di libero scambio sul modello di quella già esistente con i Paesi scandinavi; facilitare la concessione dei visti, andando verso la loro abolizione a lungo termine;
triplicare gli aiuti dell'Ue da qui al 2020; siglare patti energetici che estendano la mano dell'Ue sulle rotte di approvvigionamento energetico. Sono questi i principali cardini del 'Partenariato per l'Est' che la Commissione europea presenterà il 3 dicembre, anticipati dal sito Euobserver. L'iniziativa
- diventata più urgente dopo la guerra di agosto nel Caucaso - riguarda i sei Paesi del vicinato orientale dell'Ue: Ucraina, Georgia, Moldova, Azerbaigian, Armenia e Bielorussia.
Bruxelles vuole creare "un'unica area di libero scambio approfondita, che fornisca le basi per lo sviluppo di un mercato comune interno, come l'Area economica europea", che attualmente unisce l'Ue con l'Islanda, la Norvegia ed il Liechtenstein. Ma il passaggio non sarebbe indolore, e certamente non immediato: i sei Paesi dovrebbero "adottare l'intero acquis communitaire" e
accettare la giurisdizione della Corte di giustizia europea per partecipare al mercato unico con l'Ue.
Sui visti, oltre ad estendere lo sconto da 60 a 35 euro già in vigore per Ucraina e Moldova a tutti i Paesi della regione, la Commissione propone di creare 'sportelli unici' di tutti i Paesi Ue per facilitare le procedure di ottenimento del 'visto Schengen'. Per quanto riguarda l'aspetto finanziario,
Bruxelles vuole aumentare i finanziamenti per i vicini dell'Est dagli attuali 6 euro procapite a 12 euro procapite nel 2013, fino a 20 euro procapite nel 2020.
Nei Balcani, in confronto, l'Ue spende 30 euro procapite. L'allargamento dei cordoni della borsa costerebbe 2,1 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere 75 milioni di euro l'anno di ricavi perduti con l'abbassamento del prezzo dei visti.
Il 'Partenariato per l'Est' propone anche di siglare protocolli d'intesa con i Paesi partner allo scopo di rafforzare la sicurezza energetica dell'Ue, nella speranza di arrivare alla "gestione, e perfino alla proprietà, comune delle pipeline tra le aziende dei Paesi fornitori, di transito e di consumo". Nella bozza viene chiesto all'Armenia di chiudere la centrale nucleare di Medzamor,
sulla falsariga di quanto è già stato richiesto a Lituania e Bulgaria per motivi di sicurezza, e si esprime "preoccupazione" per le infrastrutture energetiche che passano attraverso zone di conflitto.
"Il conflitto in Georgia nell'agosto 2008 e le sue ripercussioni più ampie hanno provocato una maggiore consapevolezza della vulnerabilità dei partner orientali", si legge nel testo. "Gli Stati membri ritengono urgente migliorare i rapporti con i nostri vicini orientali per avvicinarli all'Ue" continua il documento, in cui si propone di firmare 'Accordi di associazione' che "riconoscano l'identità e le aspirazioni europee di questi Paesi". Un'intesa del genere - che non comporta alcun impegno dell'Ue sull'adesione - è già stata offerta all'Ucraina a settembre.
Secondo Euobserver i rapporti tra l'Ue ed il suo vicinato orientale continueranno a dipendere da quelli con la Russia, il principale fornitore energetico dell'Ue a cui Bruxelles riserva già un trattamento privilegiato rispetto agli altri Stati post-sovietici. "Il Partenariato per l'Est (...)
dovrebbe essere inteso come uno strumento complementare ai rapporti tra l'Ue e la Russia", si legge nel preambolo della proposta della Commissione.
Il 'Partenariato per l'Est' è stato proposto a maggio da Polonia e Svezia. Il documento della Commissione dovrebbe essere approvato al Consiglio europeo di marzo, portando al lancio del primo summit Ue-vicinato est a giugno 2009. La partecipazione della Bielorussia è in sospeso: a ottobre i ministri degli Esteri Ue hanno deciso di mettere Minsk alla prova sospendendo l'embargo sui visti contro i suoi dirigenti per sei mesi. Se a marzo fosse confermata, si porrebbero le condizioni per il primo vertice Ue con il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, fino a poco tempo fa bollato come 'l'ultimo dittatore d'Europa'. Ma anche l'azero Ilham Aliyev e l'armeno Serzh Sarkisian sarebbero commensali perlomeno discutibili sul fronte dei diritti umani.
H.D
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