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050513 - Turchia nell'Unione europea?
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Turchia nell'Unione europea? Svizzera prudente
Il periodo di «idillio» fra Svizzera e Turchia è durato poco. A riaccendere le tensioni è ancora una volta la questione armena, in merito alla quale i due Paesi hanno opinioni divergenti.
Il «casus belli» in questo caso è un'inchiesta preliminare avviata dalla magistratura di Winterthur - nel Canton Zurigo - contro lo storico Yusuf Halacoglu per presunta negazione del genocidio armeno.
Irritato, il ministero degli esteri turco ha convocato l'ambasciatore svizzero, mentre l'ambasciatore turco a Berna ha protestato presso il Consiglio federale
Le assicurazioni elvetiche sembrano però aver calmato le acque.
Opinioni divergenti

I primi dissapori diplomatici fra Berna e Ankara erano nati nel 2003, quando la Camera bassa del Parlamento svizzero aveva riconosciuto il genocidio armeno. A livello cantonale, anche Ginevra e il Canton Vaud hanno riconosciuto il genocidio. Decisioni che il governo turco aveva giudicato «inadeguate».
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> Durante il viaggio ufficiale che la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha effettuato lo scorso mese di marzo in Turchia, le tensioni si erano però allentate. Pur rimanendo fermi sulle loro posizioni divergenti, la ministra degli esteri elvetica e il suo omologo turco Abdullah Gül erano riusciti a trovare un accordo sulla necessità di affrontare una ricerca storica per appurare cosa sia realmente accaduto fra il 1915 e il 1918.
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> Ma la decisione del Procuratore di Winterthur, Adrej Gnehm, di avviare un'indagine in seguito a una relazione tenuta da Halacoglu il 2 maggio 2004 nella vecchia caserma cittadina davanti a un'associazione turca, ha fatto rinascere le tensioni fra i due Paesi.
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> Durante il suo pubblico intervento, lo storico turco avrebbe nuovamente negato il genocidio armeno.
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> Discriminazione razziale o libertà d'opinione?
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> Halacoglu è uno dei più illustri difensori delle tesi turche sui fatti accaduti fra il 1915 e il 1918. A lui il governo di Ankara ha recentemente fatto capo nell'ambito di un dibattito parlamentare sulla questione.
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> Secondo lo storico non c'è stato genocidio degli armeni, ma soltanto deportazioni, che a loro volta sono state una reazione delle autorità alla ribellione di questo popolo durante la Prima guerra mondiale.
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> Causa principale di morte fra gli armeni, a suo avviso, sarebbe stata la precaria situazione dei rifornimenti durante il conflitto. Lo storico sostiene d'altro canto che ci furono anche molti musulmani uccisi da armeni (di religione cristiana).
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> Il procuratore zurighese ha ricordato che disconoscere, minimizzare o giustificare un genocidio è un reato che il codice penale svizzero prevede di perseguire d'ufficio, ragione per cui ha dovuto promuovere un'indagine.
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> Dopo aver chiesto informazioni su Halacoglu, Gnehm vorrebbe interrogarlo, direttamente o per iscritto, in modo che possa prendere posizione. Solo in seguito deciderà se formalizzare il procedimento per discriminazione razziale o archiviare il caso.
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> Numerose proteste
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> L'ambasciata svizzera ad Ankara ha smentito le notizie apparse sulla stampa turca secondo cui la magistratura elvetica avrebbe spiccato un mandato di cattura internazionale contro Halacoglu.
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> Secondo la missione diplomatica, la procura della Svizzera tedesca ha semplicemente chiesto via Interpol maggiori informazioni sullo storico. L'informazione è stata poi confermata a Berna da Folco Galli, portavoce dell'Ufficio federale di giustizia.
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> Il ministro degli esteri turco Abdullah Gül, come pure storici e personalità di spicco della comunità armena in Turchia, hanno manifestato via stampa la loro disapprovazione.
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> «Protestiamo. Le autorità elvetiche stanno facendo un grave errore», ha detto il ministro degli esteri turco al quotidiano «Hürriyet», accusando la Svizzera di violare, con questo mancato rispetto dalla libertà di opinione, i valori fondamentali europei.
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> Anche il noto giornalista turco-armeno Hrant Dink ha deplorato l'azione giudiziaria elvetica. Lo stesso hanno fatto altri giornalisti e storici che si sono occupati dei massacri commessi dai turchi contro gli armeni durante la Prima guerra mondiale.
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> Turchia rassicurata
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> Già la scorsa settimana, il ministero degli esteri turco ha indicato di aver convocato l'ambasciatore elvetico Walter Gyger mentre l'omologo turco è intervenuto a Berna presso il governo svizzero.
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> «Le autorità elvetiche si sono mostrate pienamente disposte a cooperare», ha detto un portavoce del ministero ad Ankara.
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> «Il governo turco - ha aggiunto il portavoce - si è tranquillizzato dopo le spiegazioni svizzere sulla semplice inchiesta preliminare e sull'assenza di un mandato di cattura internazionale contro Halacoglu, di modo che lo studioso, presidente della Società turca di storia, rimane libero di viaggiare all'estero».
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> In conclusione, il portavoce turco ha sottolineato che sugli sviluppi del caso e per «risolvere il problema» è stata decisa una stretta cooperazione tra i due Stati.
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> swissinfo e agenzie
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> Fatti & Cifre
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> - In Svizzera vivono ca. 80'000 cittadini turchi e ca. 6000 persone di origine armena.
> - Nel 2003, la Camera bassa del parlamento svizzero ha riconosciuto il genocidio degli armeni da parte della Turchia.
> - A livello cantonale, Ginevra e Vaud hanno compiuto lo stesso passo.
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> In sintesi
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> Nel 2004, le esportazioni svizzere verso la Turchia hanno raggiunto 1,9 miliardi di franchi (17% in più rispetto al 2002.
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> Alla fine del 2003, gli investimenti elvetici in Turchia raggiungevano 1,1 miliardi di franchi (84 milioni in più rispetto al 2002).
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> La Svizzera si situa così al 6° posto fra i Paesi investitori in Turchia.
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> Tra la metà del 2003 e la metà del 2004, si sono installate in Turchia 42 società elvetiche. Tra queste: Novartis, Nestlé, ABB, Ciba, Roche, Givaudan e Syngenta. In totale, queste società occupano 9000 persone.
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Siti correlati - Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE)
> - Relazioni economiche Svizzera-Turchia sul sito del seco
> - Associazione Svizzera - Armenia
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V.V

 
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