Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

02 12 2008 - Nella splendida cornice di Palazzo Zenobio a Venezia, sede del Collegio Armeno Moorat Rapahel
http://www.bluarte.it/Content/495/di_pianto_eloquente.aspx

Tra tradizione e avanguardia la storia lascia il suo segno indelebile sulla pelle della società, la cultura ne avverte i sintomi e ne traduce gli effetti in composizioni strutturate di sensazioni e contenuti. Sono eventi per comunicare, attraverso l’espressività artistica, situazioni che appartengono all’intera società
Nella splendida cornice di Palazzo Zenobio a Venezia, sede del Collegio Armeno Moorat Rapahel, sino al 1997, ma che tutt’oggi appartiene alla Congregazione dei Padri Armeni Mechitaristi, è stato presentato il libro Di pianto eloquente, dedicato all’omonima rassegna dell’artista di arte contemporanea Marco Agostinelli.
Un libro – catalogo, che nel rapporto arte – memoria trova il suo senso più autentico, una presentazione sfociata in conferenza sul tema “Arte digitale e Spiritualità”, - che ha visto anche la partecipazione di Padre Abate Elia Kilaghbian - un interessante connubio connesso alla percezione sensoriale, una performance della parola che va a costituire lo scenario ideale per l’arte di Agostinelli. Il testo con grande impeto riscrive il pensiero contemporaneo sul passato, un passato particolare che ha segnato la vita di un’intera comunità quella armena colpita dall’olocausto, per mano dei Turchi tra il 1915 e il 1918.
A scatenare il “disordine razionale”, dal quale nasce il gesto artistico di Agostinelli, la vita deturpata dalla sua dignità morale. La sua sensibilità trapela in modo molto evidente in questa occasione, non solo una mostra dal carattere anche antologico, ma soprattutto presentazione dell’opera dedicata al popolo armeno “Di pianto eloquente” una colonna di anfore in vetro di Murano, donata dall’artista al Collegio Armeno e che rimarrà permanentemente esposta a Palazzo Zenobio. Il dolore plasmato nei versi del poeta Daniel Varujan è stato per Agostinelli un viaggio spirituale che porta nel grande cuore armeno, come nella propria terra custodita dentro le fibre della propria carne.
Un dolore lancinante vive nella profondità di ogni armeno, ma dall’anima si eleva un canto silenzioso; sulla nuda roccia traccia una croce spoglia, priva del corpo di Cristo, di ogni sagoma umana, ma intrisa di vitalità, di rinascita, di fede corroborata dal tormento. Questo simbolo sembra abitare, con pacata riservatezza, ogni pagina del libro, mentre gli intensi interventi della curatrice Roberta Semeraro, del filosofo Massimo Donà e del direttore di Palzzo Zenobio Samuel Baghdassarian, sono una rivelazione, una vocazione forte e leale nei confronti delle opere di Marco Agostinelli che ha puntato i suoi chiodi non sulla croce ma nel tessuto artistico che riveste l’esistenza sempre e perennemente viva tra le macerie della storia e le costruzioni razionaliste del domani, una sintetica realtà che fuoriesce dal digitale per incontrare il suo vero volto dentro noi stessi. E non bisogna andare molto lontano da Venezia per ritrovare il sapore della tradizione, il fascino della cultura, l’intimità della fede, la spiritualità ci conduce a San Lazzaro degli Armeni, una piccola isola nella laguna veneziana, completamente occupata dal monastero dell'ordine dei Mekhitaristi. L'isola è uno dei primi centri del mondo di cultura armena. La Chiesa infatti, ospita una biblioteca di circa 200.000 volumi, un museo con oltre 4.000 manoscritti armeni e molti manufatti arabi, indiani ed egiziani, tra cui la curiosa mummia di Nehmeke del 1000 a.C., raccolti dai monaci o ricevuti in dono. La visita è d’obbligo perché il mistico dietro l’Arte è un’opera che emana bellezza ovunque si trovi.

stefano ranieri info@darksidesrl.it

 
Il sito Zatik.com è curato dall'Arch. Vahé Vartanian e dal Dott. Enzo Mainardi;
© Zatik - Powered by Akmé S.r.l.