Zatik consiglia:
Iniziativa Culturale:

 

 

22 12 2008 - Venezia, palazzo di ZENPOBIO
IL VALORE DELLA MEMORIA
Gli Armeni e le altre comunità: tra genocidi e dimenticanze Venerdì 19 Dicembre al palazzo Zenobio degli Armeni di Venezia l’Associazione Impégnàti ha organizzato un convegno di alto spessore emotivo sulla tragedia degli armeni italiani.

“Leggendo i mille episodi della presenza degli Armeni a Venezia viene spontaneo un paragone: quello del sale che mettiamo nel cibo e che in pochi attimi si disperde e non lo si vede più anche se ne resta evidente il sapore”. Con questa immagine il dottor Mario Caputi, dell’Associazione Impégnàti, ha introdotto venerdì 19 al palazzo Zenobio degli Armeni tre relatori di grande richiamo nella comunità armena di Venezia: la professoressa Arslan, la metafisica Nash-Marshall e il giornalista Rosselli.
Forse consanguinei dei veneti, sicuramente in strettissimi rapporti di amicizia culturale e
commerciale, gli armeni sono alla base della civiltà di tutto l’Occidente cristiano. Noè, l’Arca a forma di gondola ritrovata in un bassorilievo in Egitto, il berretto frigio, la desinenza “ian”, la dinastia armena degli imperatori di Bisanzio... tantissima parte della storia veneta ha radici armene, che -non dimentichiamolo- aveva terra tra il Tigri e l’Eufrate, la culla di tutte le civiltà.
Di fronte ad una folta platea con in prima fila padre Elia, capo dell’ordine dei Mechitaristi, si è potuto riflettere sul destino di una civiltà e di una cultura “cui si è voluto cancellare il proprio passato” (Nash-Marshall). “La memoria è un patrimonio etico che presuppone la ricerca della verità” ha detto Rosselli che a causa di un suo libro sulla Turchia si è visto negare il diritto di viaggiare in quel Paese.
Ed infatti c’è una presa di coscienza: “nessuna comunità armena nel mondo ha creato tante pubblicazioni sul suo destino e sul genocidio come i 2000 armeni d’Italia, la più prolifica negli ultimi anni. “ha detto l’Arslan.
Che della storia degli Armeni si sia taciuto per decenni non fa piacere. Ma questo è un destino comune a tante altre minoranze italiane che vedono cancellata la loro memoria storica da un governo italiano troppo pavido e un’Europa senza radici ed intenta solo ad aumentare il “moloch” burocratico. Gli interventi della comunità eritrea veneta, le parole della rappresentante del centro-studi “silentes loquimur” e della comunità giuliano-dalmata non hanno fatto che ribadire il sentimento comune della serata: l’Italia ha tradito la memoria storica di tante popolazioni di confine. Per calcolo, per ragioni politiche, per codardia o più semplicemente per dimenticanza.
Ma la memoria rimasta scolpita nelle coscienze di chi ha sofferto non può scomparire, anzi sta riaffiorando. E il caso degli armeni non può non farci richiedere a gran voce “una negoziazione seria ed intelligente con la Turchia che vuole entrare in Europa. Ce lo chiedono gli stessi turchi” –ha detto l’Arslan- “e lo dobbiamo fare per commemorare Daniel Varujan e chi come lui è scomparso nel genocidio del 1915”.
Ufficio Stampa Numero email: info@impegnati.it

www.impegnati.it

 
Il sito Zatik.com è curato dall'Arch. Vahé Vartanian e dal Dott. Enzo Mainardi;
© Zatik - Powered by Akmé S.r.l.