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050524 - Buoni invece i rapporti con la Russia, con l'Iran e la Georgia.
> dal nostro inviato YEREVAN (ARMENIA)Un viaggio nel tempo e nella storia. Pochi Paesi consentono di farlo, ma l'Armenia è certamente tra questi. È un piccolo stato di circa 30mila chilometri quadrati, ma ha un passato ricchissimo, le cui testimonianze permeano intensamente paesaggio, cultura e tradizioni della popolazione. Primo Paese al mondo ad avere adottato il cristianesimo come religione di Stato, ha pagato questa scelta, con un prezzo altissimo. L'Armenia, circondata dal mondo islamico, è stata costantemente travagliata, da invasioni, guerre e, come se ciò non bastasse, da ricorrenti terremoti (l'ultimo devastante nel 1988) che hanno provocato enormi devastazioni. Il volto dell'Armenia è ora quello di un Paese, che dopo l'indipendenza (1991), seguita alla dissoluzione dell'impero sovietico, si è trovato a far fronte a una crisi economica profondissima, dovuta anche alle scarsità di fonti energetiche. Chiuse quasi tutte le fabbriche, inadeguate per l'arcaicità a reggere il confronto con le produzioni provenienti dal resto del mondo, l'Armenia è precipitata nella miseria, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto, nel periodo più nero anche il 70 per cento. Negli ultimi anni però, l'economia ha ripreso a marciare, pur fra mille difficoltà: il prodotto interno lordo cresce del 10% l'anno. A fare da traino alla ripresa è la capitale Yerevan dove vivono circa 1.100.000 abitanti, più di un terzo della popolazione totale. Terra fascinosa come poche, l'Armenia si sta ora inserendo nei circuiti turistici internazionali. Lo scorso anno il Paese è stato visitato da circa 269mila persone: di queste circa 7mila italiani. Yerevan, almeno nella zona del centro, oltre a testimonianze storiche recenti (l'impianto architettonico è quello sovietico), offre una vita culturale ma anche notturna molto viva. Abbonda l'offerta di spettacoli teatrali, concerti, lirica e tanti locali aperti fino a notte fonda: l'Armenia è considerata la più sicura tra le repubbliche ex sovietiche. Ma sono forse le escursioni nei tanti monasteri, chiese e templi antichi, le cose più interessanti dell'Armenia. Dopo aver attraversato la periferia di Yerevan, piena di fabbriche abbandonate e di abitazioni fatiscenti, si possono raggiungere in poco tempo località dal fascino immenso: il tempio di Garni, il monastero di Geghard, la cattedrale di Zvarnots, il monastero di Khor Vipar, il lago Sevan con il monastero di Sevanak, e tante altre località ancora tra le quali Echmiadzin ex capitale e sede del katholikòs, il patriarca della chiesa apostolica armena. Molti dei monasteri sono abbarbicati sulle montagne, in una posizione dal fascino difficilmente descrivibile. LA POPOLAZIONE - I poco più di tre milioni di abitanti dell'Armenia vivono con uno stipendio medio di 40 euro. Vi sono ovviamente grosse differenze tra chi abita nel centro della capitale e il resto della popolazione che vive prevalentemente di agricoltura e pastorizia. Nonostante il miglioramento della situazione economica molta gente vive al di sotto della soglia di povertà, ma va riconosciuto che la popolazione vive l'indigenza con assoluta dignità. Non si è assediati da mendicanti come pure le condizioni, in alcune zone, giustificherebbero: gli armeni cercano di guadagnare qualche dram (la moneta locale) vendendo qualcosa ai turisti, magari solo i semi di girasole. Come in ogni epoca di transizione e come nelle altre ex repubbliche sovietiche non mancano i nuovi ricchi, pochi ma molto ricchi: sono riconoscibili per macchinoni tedeschi o enormi fuoristrada con vetri oscurati. Vestono all'italiana, ma in modo parecchio appariscente. Si muovono spesso con autisti e gorilla che ne seguono ogni passo. Frequentano locali e negozi fuori dalla portata dei comuni lavoratori. LA STORIA - «Nessuno si ricorda più degli armeni». Con queste parole il capo della Germania nazista, Adolf Hitler, trovava un motivo in più per procedere allo sterminio degli ebrei. Ma si sbagliava di grosso: a 90 anni di distanza, il genocidio della popolazione caucasica, non solo viene ricordato, ma molte nazioni, tra le quali l'Italia lo hanno riconosciuto ufficialmente. Nel 1915 la Turchia decise una eliminazione di massa del popolo armeno, eliminazione peraltro già avviata negli anni precedenti: complessivamente circa due milioni di persone vennero trucidate, molte altre fuggirono all'estero. Oggi, nel territorio della repubblica armena, vivono secondo l'ultimo censimento, circa 3.200.000 persone. Ma il numero degli armeni, compresi quelli dispersi nel mondo a causa della diaspora, oscilla tra gli otto e i dieci milioni. La tormentata storia del popolo armeno, è pari, per sofferenza, solo a quella degli ebrei. L'Armenia, la grande Armenia, che aveva un territorio dieci volte superiore a quello attuale, fu il primo paese nel mondo, nel 301 dopo Cristo, ad adottare il Cristianesimo come religione di Stato. Ora, neppure il monte Ararat, mitico approdo dell'arca di Noè, è più armeno: è in Turchia, appena entro i confini. La Chiesa armena (seguita dal 90% della popolazione) è in buoni rapporti con quella cattolica che raccoglie quasi il restante 10% dei fedeli. I tanti armeni della diaspora non hanno dimenticato i connazionali rimasti in patria: molti soldi giungono dagli Stati Uniti e dalla Russia. Solidi sono i legami con l'Italia. Gli espatriati sono tra i principali finanziatori delle iniziative rivolte a risollevare economicamente la nazione, isolata anche a causa della mancanza di relazioni diplomatiche con le confinanti Turchia e Azerbaigian: con quest'ultima è stata in guerra fino al 1994. Buoni invece i rapporti con la Russia, con l'Iran e la Georgia. INFORMAZIONI UTILI - L'Armenia è un Paese particolarmente interessante per un viaggiatore alla ricerca di testimonianze storiche. A parte il museo dei manoscritti armeni, presente ad Yerevan, per visitare le località più interessanti bisogna spostarsi, ma si tratta di mete raggiungibili in giornata.
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V.V

 
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