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26 02 2009 - Nardò e San Gregorio degli Armeni
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Associazione di Amicizia Italo–Armena ZATIK
Di Graziella Falconi
San Gregorio Illuminatore l’ armeno è il protettore dell’Amenia e di Nardò. Egli è venerato dalla chiesa Apostolica Armena che lo celebra il 30 settembre. Di famiglia reale di Artasidi, fu influenzato da sua madre che era armena e che lo iniziò al cristianità . Egli cercò di introdurre la religione cristiana nel paese natale e per questo fu perseguitato e imprigionato dal re Tiridate III, che in seguito guarito da una malattia proprio da Gregorio, acconsentì a dichiarare il cristianesimo religione di Stato. In tutta l’Armenia vennero quindi costruite chiese monasteri e scuole cristiane. Dopo una vasta opera di evangelizzazione, condusse vita da asceta e morì in solitudine. Le sue reliquie si sparsero in varie città come Napoli, dove si trova la testa e Nardò , dove si conserva un braccio. Oltre al fondatore della chiesa apostolica armena vi è un altro grande Gregorio, un monaco vissuto a Narek , sul lago di Van prima dell’anno Mille, che appartiene alla cultura e quella speciale santità fatta di numerosi monasteri che in quei tempi bui hanno conservato e tramandato la identità cristiana e la cultura più in generale. E’ proprio quello spirito questa rete di preghiere che unisce l’Oriente all’Occidente, ai monasteri dei benedettini e a quelli dei cistercensi. Ed è stato bello che il Sindaco di Nardò, nella cerimonia del gemellaggio , abbia voluto ricordare nel suo discorso la forza che ha costituito, nei secoli, l’intera comunità mediterranea con le sue diversità e con la sua capacità di scambio e di interazione. Gregorio ad esempio passò l’intera sua esistenza nel Monastero di Narek , un monastero distrutto nelle stragi del 1915 e la sua vita è apparentemente una vicenda senza storia, solitaria , ma la forza della sua meditazione e del suo canto ha travalicato presto le mura di cinta del convento. Il suo Libro della lamentazione o della tragedia è una poesia che appare come un urlo drammatico sulla pochezza umana davanti al Signore e sulla necessità della redenzione . La preghiera di Gregorio di Narek grida l’angoscia della disperazione, con accenti che si ritrovano nella cultura religiosa del Mezzogiorno d’Italia. Caratteristiche spirituali e non solo: il vino, l’arte della tessitura, l’osservazione delle stelle ed altro ancora , hanno mescolato la cultura armena e quella delle popolazioni italiche dove hanno trovato rifugio e dove hanno sperimentato la propria sapienza profughi e viaggiatori armeni. Ricostruire la complessità di queste radici è un lavoro appassionante , al quale la nostra Associazione “ZATIK”guarda con attenzione. Sarebbe interessante ricostruire i percorsi dei profughi e dei viaggiatori armeni per comprendere esattamente come si sono ricomposte le varie conoscenze e quali siano i debiti della cultura e delle tradizioni italiane , e viceversa. Un grazie quindi alla città di Nardò per la sua capacità di comprendere e organizzare la rivisitazioni della storia attraverso iniziative culturali - come la mostra organizzata insieme all’Archivio di Stato di Lecce nonché per aver ricordato attraverso il massimo rappresentante della Città la sofferenza e le peregrinazioni degli armeni a seguito del genocidio del 1915 . La nostra Associazione rivolge gli auguri di un proficuo lavoro e successo dell’iniziativa a Nardò e si offre di promuovere una ricerca di siti e città altrettanto importanti testimoni dei segni della presenza e della cultura armena in Italia
Pres. Graziella Falconi
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Cenni storici sottoindicati sono stati ripresi dal sito ZATIK
http://www.zatik.com/news-santaddeo.asp
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Gli Armeni, come tutti i popoli ariani, adottarono in una certa fase storica la religione Zoroastriana; S. Taddeo venne invitato dal Re Apkar degli Asacidi d’Armenia, che governava in Asia Minore, nel 33 d.C. e partì alla volta dell'Armenia con l'intento di diffondere il Cristianesimo, ottenendo molti successi. il principe Sandrok, che poco dopo divenne Re d'Armenia insieme alla figlia, si convertì al Cristianesimo, ma in seguito sconfessò la nuova religione è ritornò alla religione di stato Zoroastriana. Sua figlia San-dukt si ribellò a questa decisione, volendo rimanere cristiana per la parola portatale da San Taddeo. Il Re Sandrok, vedendo la ferma volontà di rimanere cristiani che animava Taddeo e San-dukt, ordinò l'uccisione di ambedue nella zona chiamata Siah Ceshme ("Fonte Nera") o Villaggio Ghara Chelisa ("Chiesa Nera"), che sarebbe anche il nome dell’attuale Chiesa di San Taddeo.
Alla fine del terzo secolo d.C., un membro della famiglia di Asacidi – Impero di Armenia – fu condannato alla pena di morte perchè si scoprì che non portava i rituali doni alla Dea Anahita; poco prima che tutti i membri della famiglia incriminata venissero uccisi, una zia prese con sé salvandolo un bambino dei suoi nipoti e lo portò in Asia Minore, sotto la protezione di una famiglia Cristiana. Il bimbo, che si chiamava Gregorio, apparteneva quindi alla famiglia Asacide, ma era stato concepito nei pressi della Chiesa di San Taddeo (in Iran) ed era educato alla religione Cristiana.
Nel 287 d.C. Tirdade III – Re d'Armenia in quel periodo, tornando da un viaggio a Roma prese con sé il giovane Gregorio e lo portò in Armenia come suo consulente. Lì scoprì che il giovane rifiutava di donare i sacrifici ed obbedire alla Dea Anahita, perchè fervente cristiano. Come punizione il Re lo fece imprigionare in un pozzo (noto in seguito come "Khor Virap") per 14 anni, ma la stessa sorella del Re decise di aiutare il ragazzo di nascosto, fornendogli i viveri per sopravvivere. Gregorio, nonostante la prigionia, fu capace di salvare da una grave malattia Tirdade, che impressionato dalla forza della fede del giovane alla fine nel 301 si convertì con l'intera famiglia. Da quel momento l'Armenia divenne una Nazione Cristiana. Alla sua morte il Gregorio fu proclamato Santo, e fu ricordato per sempre come l'Illuminatore degli Armeni. San Gregorio fece costruire la prima Chiesa cristiana in territorio Armeno, la Chiesa Merslin.
Re Tirdade III e San Gregorio invitarono addirittura l'Imperatore di Roma Costantino a convertirsi alla Cristianità nel 303 circa, cosa che poi avvenne con il celebre "Editto di Costantino" del 313 d.C. Gli Armeni in quegli anni erano molto attivi nel diffondere il Cristianesimo nel mondo, e parteciparono a tre degli incontri mondiali tra Cristiani, nel 325, 381 e 431 (ultimo incontro mondiale tra i cristiani). Da quel momento gli Armeni non hanno più partecipato ad altri raduni e conferenze, rimanendo fedeli alla Chiesa Armena Concepita per il Nome di Grigor Lusavoric, Illuminatore degli armeni Apostolici (San Gregorio).
Questo breve accenno storico è estratto dalla Storiografia "S.Tadeì Vank" pubblicata in 3.000 copie nel 1999 dal Generale dell'Esercito Persiano Emil Hakopian, morto a Tabriz nel 2002. Il Generale Hakopian per oltre 60 anni ha curato la libreria più importante e storica degli Armeni della nostra Citta ("Rostom Gradaran"); per il mio affetto e riconoscimento personale ho voluto cosi onorare la sua memoria.
La storica apertura della strada che porta alla Chiesa di San Taddeo fa parte della memoria collettiva della nostra adolescenza a Tabriz.
link's da consultare
http://www.zatik.com/architett- santaddeocronostoria.asp >>
Storia della cristianità Armena sin dal 33 dopo Cristo.
http://www.zatik.com/storiaecultura.asp
http://www.zatik.com/storia-armeniacristiana.asp
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Rasegna dell'evento
http://lecce.reteluna.it/portale/articolo.php?code=2934#
http://www.nardonews.it/dettaglio.asp?id=2223
http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=24550
Vahè Vartanian
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