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15 03 2009 - CULTURA ITALIANA NEL MONDO - TURCHIA - LE RIFLESSIONI DELLA GIORNALISTA ITALIANA MARTA OTTAVIANI DA E SU
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E' stato presentato ieri a Milano il libro di Marta Ottaviani "Cose da Turchi" sulla Turchia, un Paese alle soglie dell'Europa, che la giornalista italiana ha scelto come Paese di residenza. Un interessante osservatorio sull'attualità dell'area geo-politica euromediterranea al quale Ottaviani è giunta con una borsa di studio che le ha permesso di trasferirsi ad Istanbul.
E la vita della capitale turca, Marta la vive completamente calata com'è nella quatidianità di un quartiere dormitorio statale, unica europea fra 3200 turchi. Un’esperienza umana non da poco anzhe se al tempostesso difficile e straordinaria, che costituiscono la base sulla quale Marta
Ottaviani ha realizzato il suo libro. "Cose da Turchi" è un romanzo ed insieme un reportage giornalistico. L’autrice descrive con ironia e scetticismo un Paese lacerato da questioni
irrisolte, con cui presto l’Europa dovrà confrontarsi. Anche se - occorre dire - la quotidianità di questi mesi con la crisi economico-finanziaria che morde i Paesi dell'Unione Europea, nonostante le dichiarazioni dei 27 governi, potrebbe registrare spinte protezionistiche e ritardare la conclusione annunciata, aprendo le porte dell'Europa ad altre civiltà.
A presentare il libro, edito da Mursia, ad Italiannetwork è la stessa Marta Ottaviani Nella seconda parte del libro la giornalista parla delle grandi questioni irrisolte del Paese e di quelle che hanno fatto principalmente parlare la comunità internazionale negli ultimi anni.
Si parte da un viaggio nella capitale, Ankara, una città burocratica e spenta in confronto a Istanbul, simbolo dell’ordine costituito e dove si indaga il rapporto dei turchi con Mustafa Kemal Ataturk, fondatore dello Stato moderno e con Istanbul, l’antica capitale che rimane ancora un punto di riferimento non sono per i turchi ma anche per tutta la comunità internazionale, relegando
Ankara al ruolo, un po’ triste forse, di eterna seconda.
Il secondo capitolo, ambientato idealmente a Kars e Van parla del genocidio armeno del 1915. Un capitolo che è stato molto difficile per me da scrivere. Ho trattato l’argomento con grande oggettività, spiegando entrambe le versioni, quella comunemente accettata dalla comunità internazionale, e cercando anche di fare capire al lettori come i turchi, seppure a modo loro, vivano questo nodo storico irrisolto come una specie di trauma.
G.C
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