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24 03 2009 - Il maestro George Pehlivanian ospite della Facoltà Teologica
i protagonisti dell'arte- Un'armoniosa bacchetta

Rita Felerico
Affollata come sempre la sala della sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale che, lunedì scorso, ha ospitato il Maestro George Pehlivanian per il terzo e penultimo appuntamento degli Incontri con i Protagonisti dell'Arte.
Ricco di vibrante significato il tema -La musica dell'Anima- sottolineato anche dalle parole di apertura del Rettore, padre Manca :"Una delle qualità della musica è quella di formare a una socialità che armonizza le differenze, è questo che la rende una forza di progresso e di speranza per i rapporti umani, oggi così spesso disintegrati e conflittuali.
Molto è affidato alla capacità dei grandi interpreti, come il Maestro Pehlivanian". Vincitore a soli ventisette anni del concorso internazionale per Direttori d'Orchestra di Besancon, Pehlivanian non ha mai dimenticato le parole
che quel giorno Lorin Maazel gli rivolse: "Ora solo il cielo potrà essere il tuo limite" e così, da allora, il chiaro gesto con il quale raccorda l'orchestra prima di ogni esecuzione, si trasforma il un momento di magica iniziazione.
Violinista di formazione, vanta l'insegnamento di grandi come Boulez, Maazel, Leitner e un percorso esistenziale che abbraccia culture molto lontane fra loro: armeno d'origine libanese, si trasferisce in America giovanissimo e oggi vive, con la sua famiglia, fra Los Angeles, Parigi e Lubiana. " Ho due figli .
racconta . e ho insegnato loro che una delle esperienze più importanti nella vita è viaggiare. Quando viaggiamo apprendiamo la varietà, le diversità, postarsi fisicamente nei luoghi vuol dire cambiare di volta in volta l'approccio con il mondo. Sperimentare questo con la musica è ancora più intenso. In Italia, per esempio, esiste una 'cultura musicale speciale',ed è l'unico Paese dove vige ancora il rispetto da parte dei musicisti per il Direttore".
E tante le domande che Monica Coretti . ideatrice dell'iniziativa . rivolge al maestro: da quale sia la caratteristica distintiva per un grande Direttore ai progetti per il futuro,dal ruolo che può avere la musica nella formazione dei giovani al segreto della magia musicale. E il Maestro, che rivela con gesti e occhi luminosi il suo appassionato amore per le partiture, interrompendo il freddo dialogo con l'interprete sfoggia un 'simpatico e accattivante' italiano stabilendo . se pur privo di bacchetta- un intenso feeling con tutti i presenti.
Si percepisce,allora, che non esiste distanza fra il Direttore e l'uomo Pehlivanian, fra colui che dialoga con le più grandi orchestre del mondo e con un pubblico internazionale e chi, con grande semplicità e naturalezza, offre la
propria esperienza di vita per realizzare un futuro migliore.

E' il gesto d'ascolto a rendere grande un Direttore, ascoltare per comunicare'chiaramente,come nella vita .
"Ci riveliamo già dal passo con il quale copriamo la distanza che ci separa dal podio attraversando il palco, lì, come nel gesto d'inizio,si scopre la sicurezza, la capacità di portare la musica fuori dalle mura del teatro.
Ai miei allievi raccomando così l'approfondita conoscenza della partitura, la disponibilità all'apprendimento,la capacità di leggersi negli occhi".
Ed è un po' mago questo Maestro che, ricordano le doti musicali di Lucifero .
l'angelo più vicino a Dio . intuisce al primo sguardo i 'punti deboli' dell'orchestra e da loro parte per trarre il meglio, infondendo sicurezza, energia, fiducia, perché "ogni anima deve trarre da sé la sua comunicazione".
Una teoria questa dell'anello debole che ha interessato anche manager o amministratori d'azienda!
La catena è forte quando è forte il suo anello più debole. Ma la musica è forza di per sé, ha un potere incredibile, unico, quello di coinvolgere lo spirito umano nell'armonia: "Voglio dirigere per il pubblico,unire orchestra e pubblico creando momenti di massima bellezza,quelli che ci permettono di aprire mondi sconosciuti. Tutto questo ha un inestimabile valore, anche se dura solo pochi minuti!".
E dichiarando alla platea di sentire dentro di sé come una grande forza desiderosa di 'uscire dal corpo', confida di sentire, in un momento globale così difficile e negativo, il bisogno di creare e dare messaggi di speranza e bellezza per il futuro, perché la musica è - soprattutto per i giovani .
anche linguaggio sociale.
E ricorda l'esperienza di Gustavo Dudamel, il venticinquenne direttore venezuelano: "Lo stesso potrebbe accadere a Napoli,si potrebbe creare un'orchestra di napoletani, non musicisti di professione,che desiderano essere
felici con la musica e offrire poi,a chi vuole, la possibilità di specializzarsi".
Un progetto di grande respiro è comunque già avviato dal 2007, sia in Francia che in Slovenia, quello del coro delle voci bianche.
" L'idea iniziale è stata di mia moglie;bambini senza nessuna cultura musicale,ma solo perché attratti dal canto e dalla musica, sono stati messi insieme e in quattro mesi si sono ottenuti dei bellissimi risultati e realizzata una meravigliosa esperienza che hanno vissuto insieme.
Un desiderio è dunque quello di portare avanti il progetto,creare un coro di voci bianche d'Europa,coinvolgendo altri luoghi e nazioni,culture e sentimenti e invitare i giovani musicisti a comporre moderni brani per coro e orchestra".
E ci saluta il Maestro, lanciando l'idea di poter lavorare a Napoli con questa iniziativa, collaborando non con il San Carlo o il Conservatorio, ma con le presenze più vicine ai bisogni del territorio,ovvero le scuole,le associazioni, il volontariato.
Rita Felerico
2-continua


G.C.

 
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