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27 03 2009 - Iran/ Raffineria in Armenia,nuova sfida a sanzioni internazionali
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di Apcom
Per il divieto di vendere prodotti raffinati a Teheran
Roma, 26 mar. (Apcom-Nuova Europa) - E' in Armenia il terzo atto della partnership strategica tra Russia e Iran? La raffineria prevista a Eraskh, alle porte di Erevan, per lavorare greggio da reinviare nella Repubblica islamica, è strategica, secondo diversi analisti, che oggi vedono ormai alle porte un progetto a cui i due Stati lavorano dal 2007. Da poche settimane il piano è stato nuovamente sospeso dal governo di Erevan. Ma il quotidiano di economia e geopolitica 'Asia Times' lo tiene comunque in stretta osservazione.E lo affianca per rilevanza alle altre due maggiori iniziative congiunte russo- iraniane degli ultimi anni: il reattore nucleare di Bushehr e l'affaire della vendita dei missili S300, entrambi considerati con preoccupazione dalla comunità internazionale. "La costruzione della raffineria in Armenia è meno eclatante, ma ugualmente significativa", secondo gli analisti del quotidiano di Hong Kong. Servirebbe infatti sia i bisogni armeni (nel cui mercato Mosca è monopolista), sia l'export verso Teheran. E questo nonostante in cima alla lista del prossimo livello di sanzioni contro l'Iran, se proseguisse nel suo percorso verso il nucleare, ci sia proprio il divieto di vendergli prodotti raffinati, creando così difficoltà nell'industria, nei trasporti e nell'energia. Il raddoppio delle sue nove raffinerie è da tempo tra le priorità di Teheran: il quarto esportatore mondiale di greggio si trova infatti paradossalmente a dipendere dall'estero per il 40% del suo carburante, a causa della scarsa capacità di raffinazione rispetto al boom dei consumi interni (+10% l'anno). Per questo periodicamente il Paese si ritrova a secco, e alle prese con dure proteste anti-governative per i razionamenti di carburante.
Certo la raffineria armena non risolverebbe la dipendenza iraniana dall'import,
chiarisce l'autorevole centro studi Usa Stratfor, vicino al Pentagono, "ma è mportante perché è oltre il confine iraniano: in questo modo riesce a proteggere in parte l'industria di processing di Teheran, rispetto all'area più vulnerabile dei porti del Golfo Persico, da dove importa la maggior parte dei prodotti raffinati, esposti ad un eventuale blocco navale Usa". Bisognerà ora vedere in che misura il progetto si concretizzerà. Sotto elezioni armene infatti, l'opera era stata annunciata dal governo Sarkisian a Meghri, sul confine con l'Iran e con dimensioni faraoniche (100 milioni di tonnellate). Il progetto attuale invece partirebbe a Eraskh, che tra 2 anni sarà terminal dell'oleodotto irano-armeno Tabriz-Ararat, ed è stato ridotto a 5 milioni di tonnellate. In questo contesto, da poche settimane Erevan ha annunciato che il progetto è temporaneamente sospeso. Nel 2009 l'Armenia si legherà ancora di più a Teheran, suo tradizionale alleato, e l'unico tra i vicini con cui non ha contenziosi: in agenda la costruzione di una nuova ferrovia, il completamento del gasdotto Tabriz-Ararat, con un analogo oleodotto, e appunto la raffineria di Eraskh.
G.C.
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