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GENOVEFFA DE TROIA:UNA SANTA DIMENTICATA.
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Foggia, 12 Nisan 5769 6 APRILE 09.
10 Rabi At-Thani 1430 H. COMUNICATO STAMPA.
SANTA PASQUA
Nacque a Lucera (provincia di Foggia) il 21 dicembre 1887.
Nata gravemente malata, ogni anno chiedeva la grazia della guarigione alla Madonna dell’Incoronata.Una volta durante le preghiere sentirono una voce che le affermava che non sarebbe mai guarita.
Genoveffa accettò dicendo: ”Sia fatta la Volontà di Dio.”
Nel 1913 trasferitasi a Foggia peggiorò e non poté mai più alzarsi dal letto: si formavano piaghe ed era tutta bendata.Tutto ciò era accettato da Genoveffa come “Volontà di Dio”. Nel fiore della giovinezza, la malattia che già covava da anni, si rivelò in tutta la sua drammaticità, costringendola a letto, da dove non si alzerà più.
Si trattava della “ lipoidosi o granulomatosi” detta anche “malattia di Hand-Schùller Christian”, progressiva e peggiorativa, caratterizzata da alterazione e deformazione delle ossa craniche, a volte aumento della testa, atrofia genitale, nel suo caso ella era “flagellata dalla testa ai piedi”, mentre il suo corpo si rimpiccioliva a poco a poco, vittima di un nanismo ipofisario, mentre lo stare sempre a letto le procurò piaghe da decubito putrescenti in varie parti del corpo; l’immagine che conosciamo di lei, la raffigura tutta coperta di bende.
Ma tutto questo era da lei accettato come partecipazione alle sofferenze di Cristo e al suo capezzale si alternavano persone d’ogni ceto a chiedere consigli, preghiere, conforti; ormai la sua angusta stanzetta era diventata come una piccola cappella ed il suo letto un altare su cui Genoveffa “ si immolava per i peccati del mondo” con Cristo.
Diceva: ”Il giorno sono a disposizione delle anime che mi manda Gesù Cristo. La notte, tutta per Gesù a pregare e soffrire con lui”.
L’incontro con un Frate Cappuccino, Padre Angelico da Sarno, nel1925, fu determinante per la vita spirituale della giovane sofferente, egli Commissario del Terzo Ordine Francescano ne divenne guida sicura e fonte di pace; dopo vari spostamenti, dovuti all’incomprensione dei proprietari di casa, timorosi della malattia di Genoveffa, la sistemò in una piccola casetta in Via Briglia a Foggia.
Nel 1931, indossò l’abito di Terziaria Francescana, la sua celletta, come la chiamava, si trasformò in cenacolo di preghiera e in centrale d’apostolato in aiuto della parrocchia, dell’Azione Cattolica, dei Missionari.
Benché praticamente analfabeta, dettava lettere che inviava in ogni luogo, portatrici del messaggio della perfetta letizia, senza saperlo dalla sua cattedra del dolore, insegnava quella spiritualità operosa, che poco distante da Foggia, a San Giovanni Rotondo il futuro Santo Cappuccino Padre Pio da Pietralcina, negli stessi anni, proclamava in modo più visibile con le sue stimmate e le sue iniziative sociali.
Morì l’11 dicembre 1949 nello stesso mese della nascita.Le sue spoglie sono custodite nella Chiesa dell’Immacolata a Foggia dove ogni giorno centinaia d’immigrati, di poveri italiani ed altri cosiddetti ultimi, si recano per ricevere un pasto caldo. In suo nome, un’associazione di volontariato cattolico, tutela e assiste molti ragazze madre, richiedenti asilo, immigrati, minori non accompagnati offrendo loro pasti, rifugio, corsi di lingua, assistenza amministrativa e giuridica.
Sono in corso troppo lento i processi apostolici per la beatificazione, che si spera avvenga al più presto.Così da poter indicare maggiore efficacia a tutti, i frutti della sofferenza donata a Dio, il Misericordioso, senza disperazione, di cui Genoveffa De Troia è un esempio fra i più strepitosi.
Si chiede ai fedeli, i veri fedeli che hanno avuto una grazia per la intercessione di Genoveffa, di aver il coraggio morale, spirituale ed umano, di testimoniare e raccontare quello che sarebbe successo.
In un momento di debolezza, ho pensato al suicidio, essendo lontano dai miei cari da ben 26 anni, ma una voce, quella di Padre Pio, mi disse in una notte piovosa, in un sogno indimenticabile:
”Di che ti lamenti, sei a casa mia ?”
Sì, da alcuni anni, sono ospite di Genoveffa De Troia.
Habib SGHAIER.
Fonte: Biblioteca Francescana.
Habib SGHAIER.
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