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21 04 2009 - Karabakh/ Baku irritata per disgelo turco-armeno frena negoziati
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di Apcom- Ma forse a maggio il summit tra presidenti Aliyev-Sarkisian
Roma, 20 apr. (Apcom-Nuova Europa) - L'apertura del confine turco-armeno va contro gli interessi di Baku ed è il primo dei nuovi fattori in grado di complicare gli accordi per il Nagorno Karabakh. Lo ha detto senza mezzi termini il ministro degli Esteri di Baku, Elmar Mammadyarov, incontrando la settimana scorsa nella capitale azera uno dei mediatori internazionali, il co-presidente Usa del gruppo di Minsk, targato Osce, Matthew Bryza. Irritato per il 'disgelo'tra Ankara e Erevan, l'Azerbaigian frena sul fronte del Nagorno-Karabakh, l'enclave a maggioranza armena al centro di un conflitto quasi ventennale, malamente 'congelato' dopo una guerra che causò tra i 20.000 e i 30.000 morti.
"Abbiamo discusso delle trattative in corso alla luce dei nuovi fattori emersi a livello regionale, primo tra tutti quello del confine turco-armeno - ha spiegato Mammadyarov, come riporta dall'agenzia Interfax - l'Azerbaigian è impegnato in una politica di non ingerenza verso altri Paesi. Ma se le truppe armene non vengono rimosse dai territori occupati, questo evento (l'apertura del confine turco-armeno) va contro i nostri interessi", ha aggiunto il ministro. Cresce dunque la contrarietà azera, ma per ora resta sul tavolo anche il possibile summit tra i due presidenti azero e armeno, Ilham Aliev e Serzh Sarkisian, nel mese di maggio, a margine del vertice Ue per il lancio del Partenariato Est a Praga (7-8 maggio), come annunciato dallo stesso Bryza.
Sarebbe il secondo incontro, dopo la prima, fredda prova a Zurigo, a margine del Forum 2009 di Davos. L'irritazione di Baku verso l'alleato turco va di pari passo con l'accelerazione pragmatica impressa da Ankara e Erevan ai loro rapporti bilaterali. Proprio la scorsa settimana, Sarkisian aveva ribadito la sua disponibilità a riprendere le relazioni diplomatiche senza precondizioni, incluso il riconoscimento del genocidio armeno. Dunque al più presto possibile.
Una svolta per Erevan, finora stretta ad est e a ovest tra le frontiere chiuse: azere e, appunto, turche. Sarkisian ha aggiunto la speranza di veder riaperto il confine armeno prima del match di ritorno per la qualificazioni ai Mondiali 2010, che verrà disputato ad Ankara tra le due nazionali a ottobre 2009. "Credo che il confine sarà aperto o sul punto di aprirsi prima che io vada a vedere la partita" ha detto il presidente armeno. Poi la nuova frenata turca, probabilmente per placare l'Azerbaigian: proprio oggi la stampa turca rileva come il premier Recep Tayyip Erdogan sia tornato a ribadire che l'apertura del confine non potrà essere effettiva sino a quando non sarà sciolto il nodo del Nagorno-Karabakh. Un assist a Baku. Al contrario per il governo azero, scottato dal rischio di isolamento proprio da parte dell'alleato turco, "il confine turco-armeno potrà riaprirsi solo nell'ambito delle trattative per il Karabakh, e solo in seguito a progressi nelle trattative - ha detto di recente il viceministro degli Esteri azero Araz Azimov - Altrimenti non lo accetteremo, lo abbiamo detto chiaramente alla Turchia". Il fattore Ankara torna così determinante nel nodo Karabakh. "Anche i mediatori nel processo - ha aggiunto ancora Bryza a nome dell'Osce - si aspettano che la Turchia faciliti gli sforzi di pacificazione". Il confine tra Turchia e Armenia è chiuso dal 1993 in seguito all'occupazione armena dei territori dell'alleato Azerbaigian nella guerra del Karabakh (1988-92), oggi repubblica autoproclamata a maggioranza armena, ma che occupa - compresa la zona di sicurezza composta di 7 distretti - circa il 20% di territorio azero.
V,V.
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