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21 04 2009 - Karabakh/ Non solo Btc: in arrivo nuovi corridoi energetici
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Karabakh/ La 'casta' azera e armena viene dalle enclaves contese
di Apcom
Gli Aliev dal Nachicevan, l'élite armena dal Karabakh
Roma, 20 apr. (Apcom-Nuova Europa) - C'è anche un muro di interessi consolidati a impedire la svolta in Karabakh. Sia a Baku che a Erevan la classe al potere all'indipendenza proviene dalle enclaves contese. In Armenia il 'clan del Karabakh' è la prima forza del Paese. Esprime l'attuale presidente Sarkisian, il premier Kocharian (a suo tempo già presidente del Karabakh, con un'osmosi istituzionale eloquente), il predecessore Ter Petrossian, oggi all'opposizione, il capo dell'esercito e diversi parlamentari, uniti da una forte coesione anche negli affari. Sono infatti monopolisti nell'import di carburante, zucchero, telefonia cellulare e nelle linee aeree. "Sono una delle ragioni per cui conflitto congelato e chiusura dei confini con Turchia e Azerbaigian restano questioni non risolte - ha detto Aram Abramian, direttore del quotidiano armeno 'Aravot' - perché all'apertura dei confini con Europa e Asia il flusso di beni sarebbe tale da non poter essere più controllabile, com'è oggi quello ristretto che passa da Georgia o Iran'. Una classe consolidata dallo status quo dunque, che potrebbe avere interesse a dilatare i tempi dell'accordo. Analogamente viene dal Nakhicevan, l'enclave azera in Armenia, la dinastia degli Aliev, alla guida dell'Azerbaijan da quasi quarant'anni: Heidar, già segretario generale del Pcus, poi presidente fino alla morte nel 2003, e oggi suo figlio Ilham. E anche a Baku il conflitto ha strutturato in élite politico-economica i clan 'del Nakhicevan' e quello di Yeraz.
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di Apcom
Grande attivismo di Gazprom, jv con Iran, aspettando Nabucco
Roma, 16 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Un crocevia di nuove pipelines prende forma nell'area del 'conflitto congelato'. Se l'oleodotto Btc, che corre a 20 chilometri dal Karabakh, a lungo è stato per gli analisti l'assicurazione sulla vita della repubblica autoproclamata, tuttavia i bombardamenti sulla Georgia, radenti la preziosa arteria extra-russa, hanno mostrato che Btc non è sicura.
Lo stesso portavoce del Parlamento armeno Vahan Hovhanissian nel 2008 ribadì che era a tiro dei missili Scud B armeni, in caso di attacco al Karabakh.
Presto però sulle mappe Btc non correrà più da sola tra le enclaves contese. Il gasdotto iraniano-armeno Tabriz-Ararat inaugurato nel 2007 per 220 milioni di
dollari, a tracciato completato sigillerà dall'esterno il Nakhichevan, l'enclave azera in Armenia. Un'area meno calda del Karabakh, ma inclusa negli accordi Osce. Dall'Iran il gasdotto passa nel Syunik, provincia armena tra Karabakh e Nakhichevan che il presidente azero Aliyev, nei suoi proclami
bellicosi, ha detto di voler invadere per ricongiungersi al Nakhichevan. E si
conclude a Eraskh, nella provincia centrale di Ararat, a un passo dal confine
turco. Il progetto è strategico: avrebbe potuto aprire a una competizione con Mosca per il mercato Ue, dove lo stesso Ahmadinejad nel 2007 aveva dichiarato di puntare con questo gasdotto via Armenia. "A parte Russia e Paesi ex soveitici, la più promettente fonte di nuove forniture di gas alla Ue è l'Iran" indica a febbraio 2009 anche Council of Foreign Relations. Gazprom, consapevole del competitor in Armenia, negli anni ha fatto pressione per dimezzare la portata del condotto e oggi lo controlla, portando nel 2009 al 75.55% la propria quota nell'ente di Erevan ArmRosgasprom, e impedendo su questo fronte la corsa iraniana all'Europa. Stesso tracciato, dall'estate 2009, per il nuovo oleodotto irano-armeno da 240 milioni di dollari, pronto tra 2 anni. Terminerà con un accesso alla rete e una raffineria. A risentire della stabilità regionale in Karabakh infine è Nabucco, per cui la guerra in Georgia ha aperto nuove opzioni: da allora si parla di ingresso dell'Armenia nel consorzio, nonostante il veto di Baku. L'offerta può valere il compromesso sul Karabakh per il governo Sarkhsyan, terra in cambio della riapertura al mondo e al mercato. Ma la crescente influenza di Mosca potrebbe frenare Erevan dall'affiancarsi a Tbilisi come ponte energetico euroasiatico ed extra-
russo.
V.V
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