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07 05 2009 - scrittrice Antonia Arslan lascia l'ospedale
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da IL GAZZETTINO Mercoledì 6 Maggio 2009,(F.Capp.) La scrittrice Antonia Arslan lascia l'ospedale e ritorna nella sua casa di via Altinate. Riposo assoluto, i medici sono stati chiari: sconsigliato al momento ricevere visite e telefonate, ma per l'autrice de "La masseria delle allodole" (Premio Campiello, portato sul grande schermo dai fratelli Taviani) la grande paura è passata. Dopo tre settimane di ricovero, la gran parte trascorsa in terapia intensiva, e dieci giorni di coma farmacologico, le condizioni della settantunenne saggista di origine armena sono in rapido miglioramento.Le prime avvisaglie del malessere erano derivate da una lombosciatalgia che non accennava a passare. Poi il quadro clinico era precipitato il giorno di Pasquetta, trasformatosi ben presto in qualcosa di molto grave. Serissima la diagnosi, che lasciava poco sperare: setticemia con shock settico, infezione fulminea e generalizzata che ha determinato in poche ore una situazione desolante. Poi la ripresa, lenta ma continua.Docente universitaria di Letteratura italiana moderna e contemporanea al Bo, divenuta famosa in tutto il mondo con il romanzo sul genocidio armeno tradotto in una ventina di lingue, in questi giorni Antonia Arslan (adesso in libreria con "La strada di Smirne") ha ricevuto centinaia di messaggi di stima e affetto da amici vicini e lontani. Per lei ha molto pregato in questi giorni la comunità armena riunita nella Basilica del Santo. Risale a cinque giorni fa un intervento chirurgico atto a ripristinare la funzionalità del rene danneggiato: era da lì, da un calcolo che ha perforato l'uretra, che aveva avuto inizio il suo calvario, creando un'infezione che, da circoscritta, si era velocemente estesa all'intero addome. Dopo dieci giorni di ricovero nel reparto di Rianimazione Istar 2 dell'Azienda ospedaliera, diretto dal professor Carlo Ori, le prime avvisaglie di ripresa: superato un lungo periodo di incoscienza, la scrittrice ha cominciato a interagire con il mondo esterno, i medici hanno iniziato a sospendere gradualmente i farmaci che la mantenevano in stato di coma indotto. Gli organi hanno ripreso a funzionare autonomamente, la temperatura è scesa, il livello di sedazione sensibilmente attenuato: i familiari - il marito Paolo Veronese e la figlia Cecilia - non l'hanno mai lasciata sola. Antonia ha riconosciuto voci e volti, ha ricominciato a parlare e a leggere. A riprendere in mano la penna, e a scrivere.
Seta
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