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08 05 2009 - Turchia. 'Affrontare la verità' da Taner Akçam
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(articolo/intervista del Nouvel Observateur con il sociologo e storico turco (professore nell'università di Clark, degli Stati Uniti).
di Mirino 148 il 30 apr 09, 13:40:51 Le Nouvel Observateur- Lo Stato turco continua a negare il genocidio armeno del 1915. Come il Suo libro è stato accolto in Turchia? Taner Akçam- La stampa turca, che ha fatto la sua prima pagina sull'argomento in novembre 2006, mi ha inizialmente semplicemente trattato di bugiardo. Rifiutava di credere che il mio titolo, "Un atto ergognoso", era una citazione di Mustafa Kemal Atatürk, il padre della Turchia moderna, che parla degli atti commessi contro gli armeni. Quindi gli editorialisti hanno scoperto che dicevo la verità e mi sono fatti delle scuse. Il libro è oggi in vendita libera e ciascuno può apprendere che Mustafa Kemal ha condannato i massacri già nel 1919, che ha trattato di "criminali" Talaat Pacha ed Enver Pacha, i Giovane- Turchi del Comitato Unione e Progresso (CUP) al potere durante la Grande Guerra. Più tardi, nel 1925, ha anche fatto impiccare una quindicina di membri del CUP che progettavano di assassinarlo.
Nelle interviste che ha dato allora alla stampa americana, li ha accusato di essere "responsabili dell'assassinio dei nostri concittadini armeni". Detto ciò, Kemal non è un militante dei diritti dell'uomo. È il fondatore di uno Stato-nazione, chi si preoccupava soltanto della sicurezza di Stato e dell'interesse nazionale, cioè nazionalista. Mustafa Kemal ha più tardi massacrato i curdi ed i greci del Ponto. Se fosse stato al potere nel 1915 al posto di Talaat, avrebbe sterminato gli armeni? Nessuno può dirlo. Ma se l'attuale governo turco adottasse la sua posizione sul 1915, faremmo un passo enorme verso la soluzione del problema. N.O - Lei mostra anche che Kemel non era opposto a fare giudicare i responsabili del genocidio dagli tribuna tribuna stabiliti dopo la sconfitta.
T. Akçam- È stato favorevole inizialmente. I due governi turchi dell'epoca, quello di Mustafa Kemal ad Ankara come quello di Istanbul che conduceva le
negoziazioni di pace alla conferenza di Parigi, speravano che nel giudicare i
responsabili del genocidio, la Turchia otterrebbe un trattamento favorevole da
parte dei vincitori. Ho scoperto, pelando i quotidiani dell'epoca 1919-1922,
che non meno di 63 di questi processi si sono tenuti ad Istanbul. Ma quando i
vincitori hanno imposto il trattato di Sèvres che prevedeva lo smantellamento
della Turchia (con la creazione di uno Stato Curdo, di un grande Armenia, di
una grande Grecia, e di protettorati francesi ed inglesi) Kemal ha capito che
non ci sarebbe alcun vantaggio a fare condannare i colpevoli del 1915. Ha allora chiesto al governo di Istanbul di fermare di giustiziare "i bambini
della patria" e ha preparato a difendere militarmente il territorio sul quale
voleva fondare lo Stato-nazione turco.
N.O - Gli scopi coloniali delle potenze vittoriose hanno contribuito al fatto che i crimini del 1915 restano in gran parte impuniti? T. Akçam- Di tutte le potenze vittoriose, l'Inghilterra è quella che ha cercato più sinceramente di fare giudicare i criminali, conformemente alla promessa fatta durante la guerra. Quanto alle altre due potenze occupanti, la Francia ed l'Italia, non hanno mostrato di primo acchito alcun desiderio di fare giustizia. Fin dal 1919, la Francia negoziava un accordo economico con Istanbul. Ha rifiutato di fare giudicare da tribunali militari gli autori del genocidio presenti nelle regioni sotto mandato straniero. Soltanto interessata di salvaguardare i suoi interessi in Libano ed in Siria, ha anche finito per abbandonare alla Turchia la Cilicia che aveva ricevuto in mandato da parte della Società delle Nazioni, con tutti i superstiti armeni che si erano rifugiati… Ma la tesi centrale del mio libro è che la causa essenziale del rifiuto turco tiene ai legami che collegano la repubblica Kemalista al periodo ottomano. Un grande numero di Giovane-Turchi che avevano partecipato al genocidio all'epoca della CUP sono stato i primi a raggiungere Mustafa Kemal ed a fondare con lui lo Stato-nazione turco N.O- Questo fatto non è conosciuto della società turca?
T. Akçam- Insufficientemente. Una delle ragioni di questa "vuoto di memoria" è certamente che le élite dirigenti non si sono mosse dalla fondazione della repubblica. È soltanto dall'arrivo al potere della parte musulmana AKP che
cambiamenti positivi sono percettibili. Un'altra ragione, più fondamentale, è che nessuna nazione ammette facilmente che suoi padri fondatori sono assassini
e ladri.
N.O- Lei ha sfruttato molti archivi ottomani. Sono molto coerenti con la tesi
di un progetto di genocidio? T. Akçam- Questo libro è il primo a raccogliere tutte le informazioni disponibili derivate da tutte le fonti. Si concordano. Occorre fermare il litigio delle fonti. Il governo turco non ammette che i documenti ottomani, qualsiasi altra fonte sono accusata di volere "sporcare" la Turchia. Per contro, dal lato armeno, si tenga gli archivi ottomani in sospetto per definizione, e solo le prove degli stranieri, diplomatici e missionari
americani, tedeschi ed austriaci, per affidabili. Ho studiato molti archivi
ottomani: gli atti di accusa e gli verdetti dei processi del genocidio, i verbali del Parlamento ottomano dal 1908 al 1920, i quotidiani degli anni 1919-
1922, come pure le memorie redatte da attori o testimoni. Non ci sono
contraddizioni tra i vari corpus di archivi, che convergono tutti e dimostrano
sufficientemente l'intenzione di genocidio del governo ottomane. N.O- Che cosa Si è appreso ultimamente?
T. Akçam- Questi documenti mostrano che il genocidio armeno non era una politica particolare che riguarda una popolazione precisa, ma che egli fa parte di un vasto piano che mira ad omogeneizzare l'Anatolia. Dopo la perdita dei Balcani, il CUP si è lanciato in un'impresa d'ingegneria industriale sociale e demografica in due aspetti: contro i cristiani e contro i musulmani non turchi.
I cristiani dovevano essere sterminati o espulsi. I greci del litorale egeo
sono stato le prime vittime: nel 1913-1914, sono stati messi di forza nelle
barche ed espulsi verso la Grecia. Questa pulizia etnica si è fermata durante
la guerra su richiesta dei tedeschi che speravano di fare entrare la Grecia nel
loro campo, ma il progetto anti-cristiano ha continuato, questa volta contro
gli Armeni e gli Assiriani, sradicati di tutti i loro territori per essere
sterminati. L'altro aspetto che riguarda i musulmani non turchi (Albanesi,
Bosniaci, Curdi, Arabi, ecc.) consisteva non nel sterminarli, ma da disperderli
su tutto il territorio, affinché possano essere assimilati, cioè che perdono il
loro linguaggio e la loro cultura. Ci sono stati decreti ordinando di
disperdere i Curdi in modo che non ce ne siano più da 5 al 10% della
popolazione di un regione data. Il genocidio degli armeni non è dunque un
sottoprodotto della Grande Guerra, ma uno aspetto di una politica demografica
generale il cui obiettivo è 'turchifiare' di forza tutta l'Anatolia.
N.O- Il Suo libro è dedicato alla memoria di Hadji Halil, un pio musulmano
che ha rischiato la sua vita per salvare una famiglia di armeni. C'erano stati
molti "giusti"?
T. Akçam. - Non si conosce il numero, il rifiuto del governo ha impedito che
quest'aspetto sia studiato. Si sa che ufficiali, governatori sono stati uccisi
per avere rifiutato di applicare gli ordini. Il più importante, per noi oggi, è
che la resistenza sia stata realizzata generalmente in nome della fede. A
Kastamonu, i paesani sono andati protestare presso il governatore, dicendo che
"non è scritto nel Corano. Uccidere donne e bambini è contrario della nostra
religione". È vero anche che altrove si è ucciso gli "infedeli" sperando di
andare al paradiso di Allah. Ma è cruciale ricordare che la religione ha potuto
fondare una motivazione forte per prendere le sue distanze con gli assassini.
Oggi, in seno del partito musulmano moderato al potere, il genocidio è
percepito come l'opera dei nazionalisti e non dei religiosi, e ci sono posizioni molto aperte sulla questione. Al contrario, nel campo detto "laico", quello dei Kemalisti puri e duri, il negazionismo è virulento, poiché ieri come
oggi è molto facile mobilitare i nazionalisti contro gli armeni.'
(Propose raccolte da Urula Gauthier) Tradotto da Mirino.. (Traduzione non verificata. Grazie per la vostra comprensione)L'ironia tragica di questa storia
è che le ambizioni degli alleati in seguito della Grande Guerra avevano attivamente impedite che la giustizia sia effettuata nel riguardi degli Armeni.
Interessante anche a constatare che fosse probabilmente a causa della perdita finale dell'Impero Ottomano dopo la Grande Guerra, che pareva di aver fatto scattare quest'accanimento di omogeneizzare l'ultimo vestigio dell'impero, la Turchia stessa.
Link permanente 2 punti 2 voti scritto da Mirino148 il 30 apr 09, 13:46:23 Se quest'interpretazione è vera, l'accusa del governo turco nel 1915 che gli armeni stavano creando una quinta colonna, non era che un pretesto iniziale per
effettuare un progetto di pulizia etnica che non aveva nulla a che vedere con la guerra 14-18.
[oknotizie.virgilio.it]
Link permanente 2 punti 2 voti scritto da Mirino148 il 30 apr 09, 14:43:31
C.A.
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