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18 05 2009 - Gli armeni, una presenza millenaria
CHIESA 16-05-2009- da AVVENIRE
DI GIORGIO BERNARDELLI
P erché – nella mappa dei quattro quartieri della Città Vecchia di Gerusalemme – accanto a quello cristiano, ebreo e musulmano c’è anche un quartiere armeno?
È da questa domanda che vale la pena di partire per capire come la visita compiuta ieri mattina da Benedetto XVI al patriarca Torkom II Manoukian sia stata un omaggio alla storia di Gerusalemme, prima ancora che un atto di cortesia verso il capo di un’altra confessione cristiana. Oggi, infatti, gli
armeni nella Città Santa sono appena 1.500: una goccia nel «mare» di una municipalità che conta ormai più di 700 mila abitanti. Eppure anche loro hanno scritto pagine importanti della storia di Gerusalemme, come è possibile intuire a prima vista entrando nella loro cattedrale di San Giacomo.
I rapporti tra gli armeni e Gerusalemme sono antichissimi: già in epoca romana li si incontrava qui. Ma fu in particolare quando nell’anno 301 d. C. ( cioè dodici anni prima dell’editto di Costantino) l’Armenia divenne il primo regno a scegliere il cristianesimo come propria religione, che i legami con la Città Santa si fecero più stretti. San Girolamo, nel IV secolo, racconta nelle sue lettere dei pellegrini armeni che giungevano a Gerusalemme. Fu poi soprattutto l’esperienza monastica a incardinare questa comunità nella Terra Santa: tra il quarto e il settimo secolo – in quella che fu l’età della grande fioritura del monachesimo orientale – numerosi monasteri armeni sorsero a Gerusalemme e in tutta la regione. E proprio alla metà del V secolo risale la fondazione della cattedrale di San Giacomo. Intanto nel 431 – al Concilio di Calcedonia, sulla questione teologica della natura di Gesù – si era consumato lo scisma che fa sì che ancora oggi la Chiesa apostolica armena sia una delle antiche Chiese d’Oriente che non appartengono al mondo dell’ortodossia ma non sono nemmeno in comunione con Roma.
Anche nei secoli successivi, comunque, la storia degli armeni ha conosciuto pagine interessanti a Gerusalemme. Ad esempio quando nel 1187 Saladino riconquistò agli arabi Gerusalemme sconfiggendo i cavalieri crociati, mostrò un occhio di riguardo per questa comunità cristiana dalle radici molto antiche:
gli armeni furono infatti esentati dal pagamento del testatico, la tassa imposta agli «infedeli» . Infine, nel X- VIII e XIX secolo, si distinsero a Gerusalemme per la loro intraprendenza: nel quartiere armeno, infatti, furono avviati la prima tipografia ( 1833) e il primo laboratorio fotografico (1855) della Città santa.
Poi venne il ventesimo secolo, quello dei due grandi drammi: il Medz Yegern subì- to dagli armeni in Turchia nel biennio 1915- 16 e la Shoah ebraica. Lacrime diverse, divise ancora oggi dalla politica, eppure anche queste unite dalle pietre di Gerusalemme.
Oggi a Gerusalemme sono solo 1.500. Ma il loro legame con la Città Santa e la sua storia è antichissimo.
E un quartiere porta il nome di questo popolo, fra i primi ad aderire al cristianesimo


G.C.

 
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